Scritta da: Mariella Buscemi
in Frasi & Aforismi (Abilità)
La luce sembra farsi desiderare, allora, si diventa come i gatti: si riesce a vedere anche al buio!
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La luce sembra farsi desiderare, allora, si diventa come i gatti: si riesce a vedere anche al buio!
È un gran peccato che non capiti mai di ritrovarsi allo stesso tavolo da gioco con chi ha barato in passato con te per goderti la sua sconfitta, adesso che sei diventato un giocatore esperto, piuttosto, un abile baro a tua volta!
Quando vedo questa nebbia rarefatta ed alta, come se le cose fragili della terra non potessero aspirare a raggiungerla, ritrovo qualcosa che sappia comunicare con me.
Ci sono cose che sono nate per illuminarci e cose che ci fanno decadere nell'ombra, le prime come le altre, generalmente, sono causate dalla medesima essenza. Dovremmo imparare a godere della luce in sé e non della fonte dalla quale origina, sempre meglio del fitto buio; sono i ricordi che detengono, più o meno, questa funzione.
Il solo presagio, terrore, indignazione che quel passato che mi distrusse possa risederti a fianco e possa ridestarsi al mattino accanto ai tuoi sogni della notte che lentamente si dissipano per incontrare la realtà del giorno, mi dilaniano e comprendo cosa è l'essenza dell'orrendo e dell'ingiusto. Se hai sepolto me, è la terra rimossa che continua a ricoprirmi con le zolle della feroce paura ancorata ad un ieri che non va via né sa dove altro sarebbe bene andare.
Non capita a tutti e tutti giorni di indossare un vestito tanto importante come quando ci vestiamo della membrana del nostro cuore che ci avvolge da capo a piedi.
Dolore chiama dolore. È l'unico codice che entra a far parte del soliloquio che imbastiamo con noi stessi; il cuore è schizofrenico, si spacca in due tra il male che ci ha causato il nostro grande amore ed il male che perpetuiamo a nostre spese da soli per trovare continuità di senso e parola e sentirci ancora vicini nel paradosso. Il nostro grande amore, quello che ci ha lasciato, ma resterà dentro per sempre, lì sulla soglia della porta delle emozioni più belle, appoggiato allo stipite del desiderio, un piede all'inferno, l'altro in paradiso.
Quel che penso è che purtroppo quando in ballo ci sono i sentimenti, dico quelli veri però, uno ci spera sempre, sino a rasentare il paradossale; penso che il desiderio di un ritorno sia finalizzato non solo ad accertarci se la persona che ci ha lasciati sia stata davvero nostra, ma anche se noi siamo stati davvero di quella persona, se riusciamo nuovamente ad accoglierla come se nulla fosse capitato, quasi con la tendenza assurda ad annullare l'eventualità del perdono perché è come se ritenessimo che non ci sia proprio nulla da perdonare, quasi i giochi s'invertono: siamo noi a dover essere perdonati forse per l'immane stupidità e la pericolosità delle nostre dipendenze sentimentali. È tutto un autoinganno!
Reputo che chi accorda il perdono in risposta ad un tradimento segua un macchinoso marchingegno; arriva al perdono per ammantarsi di atti di eroismo estremi, sommo amore e nobiltà d'animo d'origine divina per ammassare ancor più sentimento di colpa nel traditore: non è male, ci sta dopotutto!
Io conosco molte persone che sono moralmente ubbidienti; da qui ad essere moralmente coscienziosi ce ne passa!