Scritta da: Mariella Buscemi
Sono talmente disillusa che quello che mi aspetto, e già mi riterrei graziata, sarebbe il minimo sindacabile che, per quanto umile, comunque ti dà qualcosina per dire di non avere proprio nulla.
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Sono talmente disillusa che quello che mi aspetto, e già mi riterrei graziata, sarebbe il minimo sindacabile che, per quanto umile, comunque ti dà qualcosina per dire di non avere proprio nulla.
Non bisognerebbe farsi influenzare né dalle scelte, così definite giuste, né da quelle, così definite sbagliate; ruminare mentalmente sulle scelte da compiere è solo procrastinare. Cosa poi sia giusto o sbagliato è difficile da distinguere, sicché sono queste etichette che identificano stati iniziali, ma l'evolversi, ma gli esiti, sono a noi sconosciuti; possiamo inferirli, ma non possiamo operare analisi certe. E se per una volta ci si abbandonasse all'improvvisazione, senza per forza collocarci a forza entro le briglie del giusto o sbagliato?
Piccoli frammenti di specchi rotti, sbriciolati che riflettono un occhio, una bocca, un lembo di pelle, un cuore e ci metto tutta l'anima per capirmi attraverso te e per ritrovarmi intera. Tutta in te.
È un'equazione troppo semplice dire: "chi ha sofferto non rifila fregature"; chi ha sofferto entra all'interno di un meccanismo tale per cui, ed incosciamente, ricerca un capro espiatorio per un sistema di pareggiamento dei conti. Dovrebbe amare ed essere dimentico delle ferite, tuttavia, le cicatrici rimangono in superficie, sulla pelle e ricordano il passato in ogni momento, basta buttarci uno sguardo distratto; in ogni caso, prevale questa vendetta arcaica.
Bisognerebbe imparare subito a correre prima che a camminare; correre così, come il vento che tutto travolge e soffia e non posa mai da nessuna parte e non si ferma mai da nessuno.
Quanto alla sensibilità, forse, averne di meno ci affrancherebbe dalla contemplazione di tanti aspetti introspettivi che, in genere, sono quelli che destano la sofferenza a lunga scadenza; però è bella questa sensibilità, soprattutto se riesci a metterla al servizio degli altri in modo disarmante.
I ricordi fanno male lo so, perché è proprio nel dolore che rimangono vivi proprio come se non fossero ricordi, ma sensazioni presenti che viviamo ed assaporiamo negli odori, nelle immagini, nei suoni. Abbiamo vissuto con tutto noi stessi, nulla è più bello, con tutto noi stessi, come se non ci fosse altro a darci valore, dobbiamo andarne fieri! Svegliati la mattina con questa nuova consapevolezza: ho dato tutto me stesso, non tutti riescono, mentre io si.
Ho dentro così tanto amore da esser sufficiente per entrambi, poi mi dico: se è vero che io ho da dare il doppio, evidentemente, è questo che spaventa, perché alcuni sanno essere solo la metà, quindi si sentono da meno; dev'essere questa la risposta e quindi poi si orientano verso chi sta a metà come loro, così si compensano.
Per alcuni di noi c'è in serbo il meglio ed il meglio si fa attendere.
Certe parole ci frugano dentro, intimamente!