Scritta da: Luciano Guareschi
Pur non essendo giornalista, mi capita spesso di scrivere delle gran balle.
Commenta
Pur non essendo giornalista, mi capita spesso di scrivere delle gran balle.
A volte la solitudine non è una tua scelta, ma un'imposizione di chi ti sta intorno.
Di fronte a certe cose non ho più parole, solo parolacce.
La solitudine, la ricordo bene...
È come un orrendo incubo, l'incubo di vagare in mezzo al buio infinito, senza saperne uscire... un buio in cui gli unici rumori che senti sono le tue lacrime che scivolano a terra e le risate lontane della gente... e vaghi, soffri, ma non c'è nessuno che ti aiuti, nessuno che ti tenda un piccolo raggio di luce.
Poi, di colpo, senza saperne il motivo, ti svegli! Tutto diventa luminoso, senti il cuore che salta dalla gioia... con un sorriso finalmente vero ti guardi intorno per ringraziare la persona che ti ha svegliato, ma con stupore ti accorgi che da ringraziare sei solo te stesso!
Non odio i miei coetanei, semplicemente perché è una perdita di tempo.
Da sempre faccio e dico le stesse cose. L'unica differenza è che ora le comprendo.
Il trucco che portiamo fuori, la sera va via con acqua e sapone.
Il trucco che portiamo dentro va via solo quando a parlare è il cuore.
La falsità è gratuita forse per questo tutti l'utilizzano...
Un'amico è quello che asseconda le tue follie, quando queste possono renderti felice. Ti impedisce di farle quando non andrebbero fatte.
Il nostro un incontro casuale, non sapevo chi fossi, ne come la pensavi, e in te ho riconosciuto me, ho scoperto con te la gioia delle piccole insignificanti cose, la bellezza dei silenzi carichi di significati, il coraggio di raccontarsi sapendo di essere ascoltati, la certezza di averti al mio fianco e di essere al tuo fianco, ed ho finalmente apprezzato quella felicità che non è un punto d'arrivo ma un percorso nella nostra vita dove la strada l'abbiamo tracciata noi!