Scritta da: Il Gufo
Sempre più spesso sento sulle spalle il peso dei miei sbagli e del futuro che inesorabilmente si avvicina. Come uno spettro aleggia intorno a me, sempre in agguato nell'ombra. Lo temo.
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Sempre più spesso sento sulle spalle il peso dei miei sbagli e del futuro che inesorabilmente si avvicina. Come uno spettro aleggia intorno a me, sempre in agguato nell'ombra. Lo temo.
"Chi si Ioda si imbroda" dice il detto; ma in una società in cui ognuno pensa a se stesso, chi mai loderebbe il prossimo? Forse conviene fare da soli o rischiamo di aspettare in eterno.
Il sospirato ridestarsi del mondo mi conduce altrove, dove anche la banalità che mi circonda mi appare poetica.
La musica, per quanto possa essere importante per l'essere umano, non è che un palliativo. Curare con essa il mal di vivere è come curare una polmonite con l'aspirina.
Le convinzioni, così come le menzogne, sono così profondamente radicate nelle menti di alcuni, che cercare di estirparle è quasi impossibile. E forse, è meglio così.
L'arroganza è stato l'unico peccato di Dio: pensava di poter creare un mondo decente in soli sei giorni. Si sbagliava.
Una persona conosce se stessa tanto quanto conosce la solitudine.
Mi dispiace ma non credo in Dio: l'unica creatura che conosco in grado di creare un mondo, riempirlo di idioti e distruggerlo, io lo chiamo artista.
Ricordiamo sempre che gli aforismi sono composti in parte da verità e in parte da menzogna.
Mi dissero che il trucco è trovare un sentimento e lasciare che esso ti pervada, sino a quando non c'è più bisogno di pensare a cosa scrivere. Ciò che ho trovato mi spaventa tutt'ora. Mi spaventa quel senso di vuoto e passività che deriva dal dolore, quella voglia di arrendersi che segue la consapevolezza che la vita è quel che è e niente di più. Ma ciò che mi spaventa ancora di più è la prospettiva che il dolore sia realmente il mio sentimento guida. Non c'è cosa che temo di più.