Scritta da: Sarah Tarricone
in Frasi & Aforismi (Morte)
Nei cimiteri, per quanti fiori ci siano, non è mai primavera.
dal libro "Il vizio dell'agnello" di Andrea G. Pinketts
Nei cimiteri, per quanti fiori ci siano, non è mai primavera.
Occhi negli occhi...
E il tempo si è fermato.
L'eco di una risata,
il calore di un abbraccio oramai sciolto da tempo,
il contatto con un corpo troppo lontano dal mio.
Tornerà mai tutto questo?
Tornerà mai l'ombra di un sorriso
sul mio volto ormai stanco?
La mia anima è vuota,
e così anche il mio cuore.
Guardami.
Quella luce, quella che brillava anni fa
nei miei occhi,
non c'è più...
Ma se guardi bene,
in profondità vedrai un'ombra:
l'ombra di ciò che mi hai fatto.
E forse
capirai ciò che davvero significavi per me.
Credendo che potesse davvero nascere qualcosa
intorno alle macerie
di ciò che pian piano crolla intorno a noi.
Ci si accorge di aver veramente vissuto
solo quando ricordare fa male,
solo quando il ricordo di ciò che è stato
ti impedisce di vivere ciò che è adesso,
solo quando daresti l'eternità
per rivivere pochi istanti.
Istanti che cambiano una vita
istanti che bruciano dentro
istanti che non torneranno.
Che senso ha vivere
quando le tue uniche ragioni sono lontane
quando tutto sembra grigio
dopo aver visto i colori della vita che vorresti
Che senso ha amare
sapendo che non sarai amata
Perché spendere notti insonni
pensando a ciò che più fa soffrire
Perché cercare risposte
dove ci sono solo altre domande
Perché ricordare quando vorresti solo dimenticare
dimenticare per smettere di soffrire
è così amaro il sapore della vita
dopo aver assaporato la dolcezza del sogno.
È strano
come il più delle volte
la morte renda immortali.
Mi piace pensare
che con la morte
tutto finisca per sempre.
Non riuscirei a sopportare
l'idea di sapere
di dover vivere nuovamente
i dolori e i tormenti
di una vita ingiusta.
Voglio morire senza rimpianti
con la consapevolezza di aver lasciato
nel mondo qualcosa di mio,
di indelebile e incancellabile.
Voglio che ogni soffio di vento
sussurri il mio nome,
che la pioggia mi renda omaggio
con le sue lacrime,
che tra le spighe di grano
risuoni la mia risata.
Voglio che le stelle siano
i miei occhi,
e le stelle cadenti
le mie lacrime.
Lacrime di dolore
per un mondo distrutto dall'odio
e corrotto dall'invidia.
Per un mondo che non è il mio.