Scritta da: Eclissi
E se piove almeno mi vedo l'arcobaleno.
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E se piove almeno mi vedo l'arcobaleno.
Nulla è più triste che il trovarsi in una casa dove le persone e le cose che dovrebbero essere le più intime ci sono quasi sconosciute.
Sei il Battito del mio Essere.
Poteva accettare qualsiasi cosa, tranne la banalità priva di sussulti.
Tuona il cielo... o è solo l'eco della mia Tristezza per non averti?
La sua osservazione mi ha fatto pensare che mi lascio effettivamente sfruttare; ma siccome nella vita tutti dobbiamo essere sfruttati, mi domando se non sarà meglio essere sfruttato da un Vasques dei tessuti piuttosto che dalla vanità, dalla gloria, dal dispetto, dall'invidia o dall'impossibile.
Ci sono uomini che sono sfruttati perfino da Dio: sono profeti e santi, nella vacuità di questo mondo.
Nessuno ha idea di quanto viaggino le nuvole, di come il cielo sopra di noi sia un continuo incrociarsi di disegni incomprensibili, e di colori che possono gelare il sangue o bruciarlo in un attimo. Nessuno ha idea di come i cieli colorino i volti e gli sguardi, mentre le luci artificiali danno sempre la stessa immagine, rendono fisse le espressioni e persino gli stati d'animo.
Mia soltanto è la patria della mia anima. Vi posso entrare senza passaporto e mi sento a casa; essa vede la mia tristezza e la mia solitudine ma non vi sono case: furono distrutte durante la mia infanzia, i loro inquilini volano ora nell'aria in cerca di una casa, vivono nella mia anima.
Vi spiego come mi prende la voglia di fare una fotografia. Spesso è la continuazione di un sogno. Mi sveglio un mattino con una straordinaria voglia di vedere, di vivere. Allora devo andare. Ma non troppo lontano, perché se si lascia passare del tempo l'entusiasmo, il bisogno, la voglia di fare svaniscono. Non credo che si possa vedere intensamente più di due ore al giorno.
Il grande libro, sempre aperto e che dobbiamo sforzarci di leggere, è quello della Natura.