Scritta da: Violetta Serreli
in Frasi & Aforismi (Saggezza)
Un ponte che deve essere ricostruito va demolito da entrambe le estremità. Demolendone una sola non ti potrai lamentare se il ponte crollerà di nuovo.
Composta sabato 8 dicembre 2012
Un ponte che deve essere ricostruito va demolito da entrambe le estremità. Demolendone una sola non ti potrai lamentare se il ponte crollerà di nuovo.
Un amore corrisposto va protetto e preservato dagli scossoni che la vita gli riserva. Ma quando un amore non è corrisposto, o non lo è più, chi va protetto e preservato sei solo tu. Abbi il coraggio di prendere la tua strada, lascia libero chi tieni prigioniero, perché possa anche lui, a poco a poco, ritrovare sé stesso. Agli amori che si sono trasformati, a quelli che non lo sono mai stati se non nella nostra testa, agli amori che sono finiti e che consumano le nostre vite: Non è con le catene che tornate a vivere. Nessuna abitudine giustifica la propria morte. E quello che teniamo vivo, credendolo amore, è più a un passo dall'odio, che dalla disperazione. Non si vuol bene a chi non facciamo vivere bene. Ostentare rapporti inesistenti, per il gusto di lasciare fuori gli altri da questa oscura alchimia, impadronirsi di spazi e pensieri, perché nessun altro li possa condividere. Inventare stati d'animo e situazioni, per insinuare negli altri dubbi o per attirare l'attenzione dell'amato... Tutto questo è malattia. Una malattia terminale e maledettamente contagiosa. Neanche la gelosia trova spazio in questa meschinità. Ci si nutre di egoismo, marchiandolo a fuoco con l'immagine insidiosa di un serpente che striscia travestito da buoni sentimenti. Non si ama mai, abbastanza quanto si fa finta di amare.
Quella che noi chiamiamo "educazione" è paradossalmente la maleducazione del mentire per salvare le apparenze e sembrare buoni. Invece questo è un atteggiamento che ci fa covare rabbia e intolleranza, che fa nascere vendette personali, malelingue, pettegolezzi, sfoghi anche violenti o che fa parlare alle spalle. Ne siamo tutti vittime. Ci hanno costruito così.
Il bambino è sempre spontaneo, ma non necessariamente sempre sincero.
Ci sarà un giorno di cieli astratti e ali argentate che culleranno il nostro riposo. Ci sarà un giorno in cui l'unica fatica sarà amare eternamente e in cui un sorriso non dovrà più proteggere la tristezza. Ci sarà un giorno in cui saremo noi ad essere felici.
Sappi che il fango non ti risparmia, se sei parte di una frana.
Non sono più io, quella che sorride. Io sono l'ombra dell'intolleranza alle mie gioie. Non ho alibi per la mia cattiveria. Mi odio al punto da fingere che mi sia rimasto un briciolo di stima. Non ne ho per me, non ne ho per nessuno. Ho solo questo inutile, finto e riprovevole sorriso.
Capita di ritrovarsi a piangere senza motivo. Come se, inconsapevoli, vivessimo un dramma interiore. Come se tutti i finti sorrisi che distribuiamo durante il giorno, si trovassero a fare i conti con la nostra fragilità. È qui che si incontrano le persone che non abbiamo più vicino, quelle che amiamo, quelle che non vorremmo e quelle che non conosciamo. È qui che non possiamo nasconderci. Perché io non so nascondermi, dietro il mio pianto. Mi capita di piangere, e di non voler esistere, mai più, per sempre, in mezzo ad altri. Ma sola, sola sì. Per non nascondermi dietro al mio pianto.
Non avevo più avuto il tempo di specchiarmi. Tutti questi anni, passati senza desideri, senza impulsi. Sola, senza un sorriso. Stamattina mi son detta: che voglia di amare, di gridare, di gioire. Avrei voluto giocare con la mia immagine allo specchio. Non c'è più tempo, dissero i miei occhi. E mentre soffocavo un pianto silenzioso, le mie rughe risolvevano l'enigma della mia disperazione. Quanti anni? Potrebbero essere cinque, come sessanta. Ho soffiato via la mia vita per distrazione, e gli anni mi hanno attraversato dentro, togliendomi ciò di cui più avrei avuto bisogno: la coscienza, la possibilità di una scelta.
A volte ci si stufa di comprendere gli altri, quando ci si accorge che la cortesia non è ricambiata.