Commenti a "Se tutti lavorassero per il proprio pane e..." di Mahatma Gandhi (Mohandas Karmchand Gandhi)
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postato da Violina Sirola, il
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postato da Violina Sirola, il
Dario ti adoro anch'io.
Sono letteralmente estasiata dai commenti di Vincenzo e dalla tua constatazione che "Non parla nemmeno da stron^zo, dice, e dice bene."
Gesù,
abbbiamo vinto il Referendum chissà se vinceremo nel far combaciare ciò che è con ciò che appare.
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postato da Violina Sirola, il
Ho chiesto la lanterna a Diogene per leggere i Vangeli e ho scoperto la semplicità ambigua e strisciante del proselitismo.
NOTA: Cristo non c'entra, non li ha scritti lui.
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postato da Giuseppe Freda, il
Caro Vincenzo, come mio solito esamino punto per punto ciò che mi hai detto, tentando di risponderti su tutto.
Non ti piace, dunque, l’esultanza di Gesù nel ringraziare il Padre per aver nascosto le cose divine ai dotti e ai sapienti, rivelandole ai piccoli. Gesù aggiunge “Sì, Padre, perché così a te è piaciuto”. Dunque è piaciuto al Padre, e a te non piace. De gustibus, che posso dire. Non posso che prenderne atto. Io ho evidenziato ciò che dice Gesù (e il Padre); ma se a te non piace io cosa posso fare? Non sarai il primo né l’ultimo. E poi… si può sempre cambiare idea.
Non mi sembra viceversa fondato il tuo asserire: “ricchi, colti e sapienti è un TUO accostamento arbitrario”. Colti e sapienti, infatti, altro non significa che dotti e sapienti, cui a quanto pare il Padre ha nascosto certe cose. Dunque dici che accosto arbitrariamente I RICCHI ai dotti e sapienti? Guarda che dei ricchi è Gesù stesso a dire “E’ più facile che un cammello entri nella cruna di un ago, che un ricco nel Regno dei cieli” (Matteo, 19,24) e addirittura : “Guai a voi, ricchi, perché avete già la vostra consolazione!” (Luca, 6,24). Dunque l’accostamento non è mio, ma di Cristo. E tu, che hai esaminato i Vangeli per mezzo secolo non te ne sei accorto?...
Nel prosieguo, mi dici
- che i bambini sono superiori a me, non a te;
- che non sei mai stato un bambino, essendo nato antico;
- “credici pure, se hai fede”;
- di essere indotto a pensare, e valutare, dai FATTI (quali??)
- di legarci il sacco della spazzatura, con gli ideali romantici.
Tutte queste affermazioni appaiono basate su una sola considerazione, che fai appena dopo: “per me un bambino è un piccolo uomo che deve CRESCERE. Niente di più, niente di meno”.
Questa, finalmente, diversamente dalle precedenti, è un’affermazione dotata di una certa qual razionalità, cui si può rispondere.
Ora: i bambini non sono pizze, o embrioni. Sono esseri dotati di una loro percezione, di una loro sensibilità, centri anche loro di un loro universo, esattamente come me e te.
Lo hai visto mai il sorriso di un bambino, Vincenzo? Secondo te è roba da buttar via, per far posto a un uomo pieno di complessi, di paure, di ferite, di rabbia, o di dure cicatrici che rendono l’anima, in quei punti, pressoché insensibile? O non sarebbe meglio crescere conservando quel sorriso, quello stupore, quella fiducia? Io ho conosciuto gente (poca) che queste cose le aveva conservate. E ti dico che erano persone meravigliose.
Vuoi un passo verso di te? Il passo è questo: mi sei caro. Se non ci fossi, bisognerebbe inventarti.
Ho finito col violino. E l’arpa… non ce l’ho. : ))))))
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postato da Roberta68, il
Non importa, Dario, come lo chiami. L'importante è che tu riconosca i suoi meriti straordinari, e la fonte da cui ha tratto la forza che lo ha ispirato ed animato.