Commenti a "Siamo ancora in un Paese libero?" di Giorgio De Luca
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postato da Sir Jo Black, il
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postato da Giuseppe Freda, il
Le spu*taz*zate in faccia: forse è questa la via di uscita. : ))
Questo commento conclude degnamente una giornata di contumelie, e lo affronteremo domani a mente serena.
Una sola cosa vorrei dire: in effetti noi ventenni del 68 siamo stati più amici che padri dei nostri figli. Purtroppo in questa maniera non abbiamo dato loro figure forti e certezze (anche semmai errate) con cui confrontarsi e rapportarsi, anche semmai in contrapposizione.
Questo fa sì che siamo stati, insieme, una generazione troppo forte e troppo debole: forte per ciò che ha saputo esprimere, debole per non aver capito che occorreva guardare più lontano, a loro.
Si sbaglia sempre. Siamo vissuti contraddicendo i nostri padri, cercando un mondo migliore... e non siamo poi riusciti a passare il testimone. La staffetta non è riuscita... Ed è prevalsa, sugli ideali, la visuale dei praticoni, degli intrallazzatori e dei furfanti. E' questo ciò che fa più rabbia.
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postato da Agatina Sonaggere, il
Una generazione, la vostra, che ha avuto e continua avere un potere assoluto sul passato, sul presente ed anche sul futuro. E a mano a mano che il futuro diventava presente e passato, eravate sempe voi i protagonisti; se i giovani occupavano la scuola stavate lì a raccontare come avevate fatto voi; se poi non andavano all'assemblea sempre voi eravate lì a colpevolizzarli. Poi, quando vi è stato chiesto di rinunciare a qualche privilegio in nome del loro futuro, avete serrato le fila e difeso ad oltranza il vostro essere speciali. Siete andati alle manifestazioni ed avete organizzato girotondi; avete deciso ogni cosa in nome e per loro conto e spesso avete anche lasciato che fossero loro ad assumersi dei compiti educativi verso di voi: non pochi figli hanno dovuto sopportare e supportare genitori ex t0ssici, alc0lizzati o eterni bambini, sempre pronti a sfuggire dalle proprie
responsabilità. Conosco questo tipo di genitori che magari oggi, davanti ad un tentennamento universitario dei figli, si lasciano andare a tirate sulla poca responsabilità e coerenza di quei figli la cui crescita è avvenuta nella totale confusione di ruoli.
Oggi questi givani sc0ppiano e molti adulti se ne rallegrano.
Io no. Purtroppo nessuno vuole prendersi carico del mal*essere giovanile. Loro, i giovani di oggi pr0testano, ma l'Italia va da un'altra parte, almeno quella che si pone come classe politica, se politica ancora esiste in questa nazione. Dio fa che questa povera generazione non debba mai provare il dol0re che provaste voi battuti ed uc*cisi dallo Stato e dai suoi servizi; dalla dr0ga buttata sul mercato a tonnellate per distruggere il futuro. Riuscirete mai a fare un passo indietro ed un atto di generosità?
Giovani, chiedete, pretendete e spu*tate in faccia se necessario. Dite cosa si può fare per ridarvi almeno un poco del presente e del futuro che vi è stato rubato e che continuano a rubarvi senza pudore.
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postato da Sir Jo Black, il
Insomma, in tutto ciò restano le colpe dei post-68ini. Ciò emerge chiaramente, sia da ciò che dico io, sia da ciò che dice Anna Rita al commento #38. E come qualcuno sottolinea emergono anche le colpe dei '68ini che con l'in sé ottima idea di dire che tutti hanno gli stessi diritti hanno esagerato e hanno portato all'appiattimento culturale e alla mancanza di selezione. Io penso che quest'ultima cosa sia uno dei grossi errori di quei movimenti ... ma anche una sbagliata interpretazione del concetto di eguaglianza.
Dobbiamo cercare assolutamente di uscirne!!!! :)
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postato da Giuseppe Freda, il
Quanto ai professori ign*oranti, sfondi una porta aperta. L'igno*ranza nasce dalla mancanza di selezione. Questo è stato uno dei GRANDi errori del 68... La selezione non è classismo, è cultura e verità. Niente selezione, niente cultura. E i pochi migliori fuggono all'estero...
Anna Rita, se ai tempi dei miei 20 anni avessero dato alla TV programmi tipo "Il grande fratello", i quiz demenziali ritenuti dalle vecchie di paese il gotha della cultura, o anche solo gli stucchevoli talk show del dopo-Costanzo, NEANCHE un ragazzo o una ragazza sarebbe stato lì a vederli. Forse solo i cereb*rolesi.
Io non discuto che anche oggi vi siano giovani non assuefatti a questa e a tante altre dro*ghe. Ma quei pochi... come riusciranno a svegliare gli altri dal loro letargo, dal loro disfattismo, a stanarli dai loro rifugi virtuali?? E' lì il problema.
Buona fortuna. Lo dico per davvero, non per celia.