Commenti a "Ogni arte ha la sua tecnica. Per scrivere..." di Giuseppe Freda
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postato da Giuseppe Freda, il
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postato da Giuseppe Freda, il
Io credo,relativamente a questo fenomeno, che l'ultimo concorso sia stato estremamente indicativo. Vi era un numero ENORME ci componimenti recanti errori gravissimi. Votare è stato un vero tormento, io personalmente non riuscivo a leggerne più di 50 per volta, poi dovevo fermarmi.
Ora, se riflettiamo sul fatto che quei componimenti provenivano da gente che AMA la poesia e AMA scrivere (non a tutti salta in mente di partecipare a un concorso letterario), e da gente che evidentemente non si accorgeva di commettere quegli errori (altrimenti non li avrebbe commessi o li avrebbe corretti), abbiamo un quadro avvilente.
Tuttavia, se esaminiamo le dieci poesie finaliste, vediamo che una sola - mi pare - reca un errore nella lingua italiana. Come è possibile questo? Possibile che gli autori di tutti quegli strafalcioni non abbiano votato? E se hanno votato, possibile che neanche una delle loro poesie abbia "passato il turno"??
Secondo me si spiega facilmente. Con la musica o con le arti figurative sarebbe accaduta la stessa cosa. Anche chi non sa dipingere o non sa scrivere musica è in grado di cogliere l'errore di prospettiva o la nota stonata. Orbene, ciascuno di coloro che non coglieva la PROPRIA nota stonata o il PROPRIO errore di prospettiva era in grado di cogliere, sia pur in maniera inconsapevole, l'errore degli altri !! O forse, con ancora maggiore probabilità, pur se non era in grado di coglierlo, rimaneva maggiormente colpito da opere che si presentavano più scorrevoli e scritte meglio.
Ma comunque stia questa faccenda, un fatto è certo: esiste un gran popolo di appassionati che ha bisogno di una seria "rinfrescata" di lingua italiana; o che, quanto meno, ha bisogno di leggere scritti privi di errori grammaticali.
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postato da margherita1, il
D'accordo prof. se possibile Prèvert meglio leggerlo in francese.
Anche Colètte letto in lingua originale acquista una dimensione diversa.
Su questo siamo d'accordo.
Ma i saggi non è possibile in quanto hanno dei tecnicismi, quindi
affidiamoci a buoni traduttori.
Si sbrizzarrisca Prof. quali sono le sue letture preferite ?
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postato da molly62, il
Rispondo a margherita, tu hai un animo molto sensibile, ma da un fiore non vedi solo la forma, il colore, sentirne l'odore, puoi sentire altro, ne puoi percepire l'anima, forse tu l'hai percepita e non è facile Prof. io sul correggere gli errori sono daccordo, non ho mai scritto il contrario, anche per me usare correttamente la lingua italiana, quando si scrive, non è solo importante, è essenziale.
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postato da Giuseppe Freda, il
Certamente la tecnica non è arte. Ma senza tecnica l'arte si esprime molto a fatica.
Certamente coloro che abitarono le grotte di Altamira e dipinsero quelle meraviglie furono autodidatti. Ma anche gli autodidatti hanno bisogno della tecnica: l'apprendono da sé anziché da altri, ma sempre tecnica è. : )))
Ma veniamo allo scrivere, che è ciò che più ci interessa.
L'italiano si impara anche (e forse soprattutto) leggendo. Ma se si leggono strafalcioni, si imparano strafalcioni. E' qui il punto.
Dice: il poeta ha commesso un errore grammaticale, ma ha scritto una splendida poesia. Bene. E allora che si fa? Ci teniamo per buono l'errore grammaticale, e semmai lo ripetiamo all'infinito? Credo sia meglio correggere l'errore, no?
Avete mai provato a leggere due diverse traduzioni di poeti stranieri, ad esempio di Garcia Lorca? Ve ne sono alcune di estremamente sgradevoli... Ecco, un autore italiano che non usasse bene l'italiano sarebbe come un poeta straniero. Bisognerebbe... tradurlo. Ma una poesia tradotta perde musicalità, perde semplicità e immediatezza, le immagini possono risultare perplesse, o addirittura mutare senso... non è facile...