Commenti a "Ti sorprenderà sapere che tutto ciò che vedi è..." di Osho
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postato da bluedeep, il
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postato da Giuseppe Freda, il
Per poi giungere a un sincretismo perplesso, utilissimo a fare il vuoto mentale non solo in se stesso, ma anche nei suoi seguaci. :)
Giulio, come ti ho scritto senza tuttora ricevere risposta, il libro che non sono riuscito a ritirare l'ho comprato. Se ti fa piacere me lo sciroppo e ti comunico (nel tempo :) )una mia più documentata opinione (ma sarà difficile che sia completa: come si fa infatti a capire il pensiero di Osho senza aver letto tutti i 600 e passa libri che la sua mente fervidissima è stata capace di partorire a croce di alcuni e delizia di altri?). In caso contrario, ove già non lo possieda, lo proseguo a mio cugino Nico, maestro di yoga diplomato, che potrà per tal via incrementare le sue capacità di vuoto mentale.
Il ritorno del libro, ad ogni modo, sfata il vecchio adagio popolare secondo cui "i libri dati in prestito posseggon la virtù gli amici di far perdere e non tornare più". L'amico non lo hai perso (malgrado Osho :), e il libro è tornato! : )
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postato da bluedeep, il
Osho fa continui riferimenti all' induismo, al cristianesimo, al musulmanesimo, al buddismo e questo è segno che egli stesso, prima di mettersi a giocare a contraddirsi confutando o avvallando l' una o l' altra religione, ha dovuto erudirsi seriamente in merito.
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postato da bluedeep, il
Se non erro, questa frase è stata estrapolata da un libro che ho acquistato tempo fa e che, una volta terminato, ha fatto il giro d' Italia per poi tornare presso la mia abitazione ieri, dopo circa un mese. Potrebbe apparire uno strano metodo per riassaporare il gusto di ciò che già possediamo, e probabilmente è davvero così, ma sono felice che il libro sia tornato a casa :-)
Il libro si intitola " yoga: il respiro dell' infinito" e ne consiglio la lettura a chiunque, ma specie a coloro che cercheranno di iniziare a leggerlo scrollandosi di dosso i pregiudizi o i preconcetti su questo autore che non è un filosofo, molti definiscono maestro e che si definisce un poeta.
Dai poeti, infatti, non ci si aspetta coerenza, non si pretende un sistema di pensiero coerente ed organizzato; loro possono tutt'al più mettere in bilico le nostre certezze, poichè contraddicendosi continuamente, seppure continuamente asseriscono cose apparentemente giuste, distruggono ogni certezza e creano sulle cose il dubbio prima ed il vuoto poi.
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postato da Giuseppe Freda, il
Quanto poi al fatto che il passato funzioni... Mah, avrà funzionato forse per lui... Ma la maggior parte della gente che conosco, me compreso, o di riffe o di raffe è reduce da esperienza del tutto opposta. :(