Commenti a "Ascolta in silenzio ogni lacrima che in realtà..." di Andrea Spartà
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postato da cri, il
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postato da manu, il
Sai che pensavo fosse tua Silvana, ma non credi ti faresti i complimenti da sola.
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postato da Yamato-kun, il
Bah, cavolate (senza offesa). Condivido pienamente ciò che ha scritto Andrea qualche pagina fa.
La frase è bella, e se riesci ad immedesimarti nella persona che, in teoria, sta provando/pensando quelle parole, quasi quasi inizia a piovere anche nella città in cui ti trovi, ovunque essa sia.
Bello anche il commento di Laura Di Nella.
E, caro Edoardo, se un piatto è buono, anche se cucinato da un grande chef o da un bimbo di undici anni (età in cui ho iniziato a cucinare io), non importa se lo mangi con le posate o con il naso (ok, si fa per dire col naso), importa solo quello che senti e provi quando ti arriva in bocca. Lo stesso vale per questa frase... la punteggiatura, nella letteratura, è importantissima, ma, in questo specifico caso, conta di più quella o ciò che senti e provi quando quelle parole ti arrivano al cuore?
Tralasciando, comunque, il fatto che a me la punteggiatura di questa frase piace proprio per lo stesso motivo che ha scritto Andrea nella pagina 2. Se, invece di leggerla con occhi e mente, la leggi con cuore e anima, riesci a capire persino la punteggiatura, perfetta, per chi quelle parole le dice e le sente.
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postato da Edoardo Grimoldi, il
Sapevo di ricevere un obiezione del genere, Silvana. Ma devono esistere parametri formali per cui una cosa dev'essere giudicata. Non con il massimo del punteggio, ovviamente. Andrea, invece la tua metafora è errata: sarebbe come mangiare il piatto di un grande cuoco senza posate.