Commenti a "I poeti sono gli unici che riescono ad..." di David Kumada


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forse un poeta riesce a tradurre in parole quel sentirsi un "buono a nulla" che lo taglia fuori dal mondo descrivendo stati d'animo talvolta malinconici, dolorosi, negativi, che i tanti "non poeti" vivono ma non sanno esprimere.
Leggo in queste parole una feroce, autentica autocritica al proprio sentire e sentirsi, a quel mondo interiore borderline che solo alcuni poeti riescono a racchiudere in versi.
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Non mi definisco "poeta" ma con orgoglio vanto di essere nata in quel  bel Paese di "Santi poeti e navigatori..." e veicolare emozioni  "anche" attraverso le parole, mi ha sostenuta nei momenti più duri, facendomi capire quanto sia importante sentirsi di appartenere al mondo, anche quando il mondo non va come tu vorresti e donare una parola non servirà a cambiarlo ma tante parole di molti sono tanti respiri di vita, energia e l'energia, qualcosa smuove...
Una curiosità: ho letto che in Giappone, dieci milioni di persone si dilettano a scrivere in componimenti poetici (haiku). Tutti emarginati?
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An excellent "self-criticism".
Traduzione: Ottima "Autocritica"
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Salvatore, la frase di per se ha un senso molto pesante. Letta così com'è suona "offensiva" verso intere categorie di persone.

Ma leggendola volta come arma verso se stessi ha un'altra valenza che io sento molto. Non userei le stesse parole, ma quest'arma l'ho volta verso la mia estrema emotività più volte. Spesso sento come una condanna la dannata sensibilità che mi coglie in momenti inadatti e mi rende un "buono a nulla" perché mi distoglie dal fare, dal comune vivere. Quindi se amarezza c'è la colgo ribadendo che la forma sarebbe dovuta essere un pò più chiara!

Ovvio che se così non fosse la frase è a dir poco da non prendere in considerazione!!!

Speriamo in un commento di David! Io l'aspetto e lo leggerò volentieri!
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Giuseppe dici delle cose che sovvengono anche a me soprattutto attraverso l'uso del suggerimento di qualcuno che mi ha chiesto di leggere, oltre al riferimento, anche la "biografia" nella scheda di David.

A questo punto è probabile che lo scritto sia rivolto verso l'autore stesso. E così diventa di una pesantezza immane. Cambia la prospettiva e diventa molto doloroso il sentire parole scagliate contro tutto ciò che rappresenta una propria anima tormentata ...

Non fregiandomi d'esser poeta, posso dire di aver odiato (e spesso di odiare) la mia personalità malinconica e sensibile al punto di diventare quasi inespressivo per non farmi colpire dalle mie stesse potenti emozioni. Emozioni che poi escono dalla penna ... probabilmente di corvaccio ;)

Sono contento del nostro concordare che esprimere tale rottura con un mondo emotivo con queste parole è disdicevole, ma convengo che se in queste parole volevano esserci dolore, sconforto e amarezza ci si possono leggere, forse bisognava porre un accento in più in modo da evitare l'incomprensione.

Ciao a tutti ;)

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