Commenti a "A me non piace la definizione di "ateo" perché..." di Umberto Galimberti
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postato da Giuseppe Freda, il
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postato da Giuseppe Freda, il
Ciao, Flavia... devo dire che purtroppo la sintesi non è il mio forte... anzi ce l'ho un po' con la sintesi, perché, detto... in sintesi, tutte le cose che credevo di aver capito sinteticamente, è venuto prima o poi il momento che mi sono accorto di non averle capite per niente. : )))
Da allora in poi, supportato anche dall'aver riscontrato il medesimo fenomeno nella maggior parte dei miei amici ed interlocutori, mi sono votato all'analisi senza tentennamenti e senza quartiere.
E probabilmente non ho fatto male, perché ricordo sempre con una punta di sadico piacere vari episodi, tutti relativi a una medesima circostanza: durante la mia carriera scolastica (ivi inclusa l'università e gli esami e concorsi post-universitari) ed anche post-scolastica, pur non avendo mai seguito il consiglio di scrivere poco, ho sempre ottenuto risultati teorici e pratici più che soddisfacenti, per non dire ottimali. Circostanza che mi ha sempre più indotto a ritenere che è bene scriva poco chi poco ha da dire.
La sintesi poi, quando si ha a che fare con la ricerca su problemi gravi o pressoché insolubili, meno che mai può essere di aiuto alcuno. Posto infatti che il colpo d'occhio non reca, in questi casi, spiragli di soluzione, l'unica speranza rimane quella di cogliere qualche particolare, qualche dettaglio sfuggito ad un esame sommario, e da quello risalire ad una diversa angolazione dell'analisi, da cui può forse scaturire un principio di soluzione.
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postato da malandrino, il
Quannè er destino ar posto tuo che sceje, poi non te lamentà se non ce coglie.