Scritto da: SAVERIO FERRARA
in Diario (Pensieri)
Prima di pensare di volare
impariamo bene a camminare.
Composto mercoledì 1 marzo 2023
Prima di pensare di volare
impariamo bene a camminare.
La notevole differenza nel trovare la soluzione a qualsiasi tipo di problema... è sempre la volontà che si ha, di agire e pensare.
Nel mio peregrinare in africa ho avuto modo di vedere pochi momenti di felicità e quei pochi momenti sono legati alla morte di una persona... seppur sembra assurdo è così. Quando muore una persona accade un miracolo, suoni, canti, riti a me completamente sconosciuti, e vedere i bimbi cresciuti dalla loro "mama" in un orfanotrofio vestiti di bianco cantare, tenersi per mano in danze fantastiche ad onorare il suo funerale è un momento di grande gioia... ogni funerale ha queste tradizioni: la salma viene avvolta in un lenzuolo bianco; essa è deposta su un fianco e rivolta verso occidente se donna, verso oriente se uomo. Successivamente il loculo viene coperto con bastoni o con piccole assi che hanno la funzione di isolare la salma, creando una bara naturale. Sopra la testa è posta una stuoia e il tutto è rivestito con foglie di "tek" (l'albero sacro degli africani) sulle quali si spalma l'argilla che chiude, sigillandolo, l'abitacolo. Infine, si ricopre con la terra. Dopo tre giorni per l'uomo e quattro per la donna, vengono officiati riti complementari che consistono nel sacrificare un pollo o una faraona.
La tribù Luba della Repubblica Democratica del Congo considera i defunti come spiriti che devono essere rispettati attraverso l'esecuzione di danze sacre; le donne compiono movimenti specifici in onore dei morti, amasinduka, mentre gli uomini praticano una sorta di combattimento rituale con la lancia e lo scudo, omukovo.
I malgasci guardano alla morte con grande rispetto, conferendo all'aldilà la stessa importanza che si dà al presente. Chi piange un defunto pratica elaborati riti funebri e, se si ritiene che il morto sia scontento, vengono celebrate ulteriori cerimonie per soddisfarlo. La più famosa di queste funzioni è il rovesciamento delle ossa, durante il quale la salma viene riesumata, quindi la si intrattiene, le si parla e infine la si seppellisce in un nuovo sudario insieme a vari doni.
Il fiume (leggasi il Dio del fiume di wilbur smith) nella cultura africana è il simbolo del viaggio verso una meta vicina o lontana e costituisce anche il confine spirituale tra i viventi e i defunti.
La morte, dunque, è considerata dagli africani in stretta comunione con la vita; il culto collettivo dei defunti diventa un momento fondamentale in cui i parenti, i familiari e amici si riuniscono per riflettere e per prendere delle decisioni. La perdita di una persona cara non è associata soltanto al dolore, ma anche alla gioia di poter partecipare a funzioni che mettono in comunicazione con l'oltretomba...
La considerazione ovviamente è personale, ho semplicemente raccontato ciò che ho provato io.
Mi hai donato le meraviglie della vita, mamma, ma a te bastano: un mio bacio ed una mia carezza.
Stringimi forte, che sento i battiti della vita.
Ho troppo cuore e nessuna stanza che possa ospitarlo.
Se ogni giorno riuscissimo a mostrare anche solo un pizzico della nostra parte migliore, forse la vita sarebbe più bella. Ce lo ricorda il singolo petalo di un fiore che, con il suo splendore, trasforma un giardino in un'oasi d'amore.
Quando ti vedo è come se piantassi in te il seme dei miei anni... quando ti vedo è come se corressi senza tempo... quando ti vedo sorprendo le colpe fuggire lontano e il turbamento e la bellezza si uniscono... libertà e solitudine corrono in cerca di sensi e di certezze, una ad una... quando ti accarezzo è come se sentissi rumore di pelle, a cercare di coprirne gli strati di seta... quando ti ascolto è come se le parole avessero tatto e gli occhi cercassero il mondo perché tu sei l'universo rubato agli amanti, sei l'orgasmo in un volo perché sai guardare l'alba nel punto più intenso, spaventandone le ore, i minuti, i secondi... sei diamante perfetto di luce sfiorata perché percorri le stesse vie che puliscono il cielo e che ogni giorno raccontano a me che ho la pelle chiara dei tuoi occhi orientali quando incontrano i miei.
Quante lettere strappate dentro sogni rivelatisi, poi, di cartapesta.
Quante parole rubate al vento,
in certe sere d'estate.
Eppure siamo ancora qui,
ad ammirare l'ennesimo tramonto,
su una spiaggia che non regala più le conchiglie di un tempo.
Siamo prigionieri dei nostri ricordi,
di quei calici alzati troppo in fretta e riempiti, quel tanto che basta, di una poesia che non verrà mai più riletta.
Tu sei tutti i tuoi sogni... anche quelli impossibili. Tu sei l'immensità, mentre per gli altri sei solo una semplice realtà.