Pensieri


Scritto da: Jean-Paul Malfatti
in Diario (Pensieri)
When i dare say that the human race is becoming more and more savage, i'm not comparing it with the wild animals that still have nature as their habitat, but with the so-called thinking beings who use the gift of intelligence to promote and feed evil and discord among their coequals. With that said, i hope not to be misunderstood or misjudged by those who follow and read me, of their own free and voluntary will.
Quando oso dire che la razza umana sta diventando sempre più selvaggia, non la paragono agli animali selvatici che hanno ancora la natura come habitat, ma ai cosiddetti esseri pensanti che usano il dono dell'intelligenza per promuovere e alimentare il male e la discordia tra i loro simili. Detto questo, spero di non essere frainteso o giudicato male da chi mi segue e mi legge, di sua libera e spontanea volontà.
Composto giovedì 4 agosto 2022
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    Scritto da: Ardi Omeri
    in Diario (Pensieri)
    Il mendicante nobile

    Novella

    In fondo al ponte, che divideva la città a metà, dalla parte del centro commerciale, chiunque passasse di lì, era solito vedere un mendicante, un uomo sui cinquanta che forse stava lì, come si usa dire, "da quando nacque!"
    Il suo colore dei capelli nessuno lo conosceva, portava in testa un vecchio berretto, pulito ma sembrava avesse i capelli bianchi anche il berretto, così come le basette che pendevano sulla guancia non rasata.
    La vecchia giacca, probabilmente un regalo dai vecchi tempi, faceva compagnia ad un paio di pantaloni neri classici che cadevano pesanti su un paio di scarpe marroni lustrati con cura di cui non potevi dire con esattezza l'età.
    A fianco c'era una scatola dove i passanti, che erano pure tanti, lasciavano qualche moneta, che appena cadeva giù emetteva un suono dando l'idea toccasse un fondo metallico e lui, il mendicante, alzava la testa dai suoi pensieri e ringraziava con un inchino, ma spesso lui salutava i benefattori che a quanto sembra conosceva.
    Sicuramente, era da una vita che lui mendicava lì.
    Nessuno sapeva se fosse sposato o no, nessuno sapeva quanti figli avesse, tutti però pensavano di sì perché lo vedevano che quando iniziava a fare buio, lui si alzava, attraversava tutto il ponte dalla parte delle casette basse e si perdeva tra di esse, ma prima comprava il pane e qualcosa da mangiare e da ciò che lui comprava, tutti pensavano avesse dei figli.
    Quasi sempre lo vedevano durante il suo "lavoro" sfogliare qualche vecchio libro, vecchio forse quanto lui.
    Lui conosceva tutti quelli che gli passavano davanti, quasi tutti e li salutava, quando era con la testa su dal libro, che sembrava leggesse.
    Gli sconosciuti li salutava con la testa e col sorriso, sembrava il guardiano del ponte e la gente era abituata a quella vista, era abituata a quella sua postazione, poiché tutte le volte che ci passava lasciava una monetina la quale veniva accompagnata come sempre dal suono che emetteva appena cadeva sul fondo della scatola, suono che cambiava a fine giornata. All'inizio era metallico e dopo cambiava in base alle monete che c'erano dentro, tanto che quel suono sembrava dicesse quanta moneta era accumulata, cioè, quanto avesse "lavorato", o meglio quanti dei passanti lo avessero aiutato con doni misericordiosi.
    Quel giorno pioveva, una pioggia persistente fin dal mattino presto e la gente aveva fretta di attraversare il ponte a volte senza fermarsi da lui, dal "guardiano" del loro ponte, ma lui salutava tutti indipendentemente se si fermavano o no, persino incalzava alcuni con qualche battuta divertente se non era riparato da un ombrello, come lui che stando comunque sotto un ombrello rotto, si guardava bene a non bagnarsi del tutto.
    Un uomo dall'aspetto nobile vestito con un capotto lungo, in fondo al quale si vedevano i pantaloni dalla stoffa preziosa e le scarpe di pelle, che solo dall'aspetto ti rendevi conto che erano costate parecchio, passa di lì mentre la pioggia era diventata più vulnerabile.
    Il mendicante, mentre si era piegato in due per evitare che la pioggia forte lo inzuppasse, notò le scarpe del nobile ed alzò la testa.
    - Buona giornata amico mio! La pioggia ti sta inzuppando, vieni che ci dividiamo questo ombrello rotto che forse ci ripara quel poco.
    L'uomo dal cappotto, che sembrava indifferente alla forte pioggia, si è avvicinato al mendicante con un sorriso sofferente in viso, infilò la mano nel cappotto e poi da lì la passò nelle tasche dei pantaloni e dopo che neanche lì trovò nulla, passò la mano nelle tasche posteriori da dove fece uscire un portafoglio di pelle molto bello.
    Lo aprì, cercò nelle tasche del portafoglio e tirò fuori una moneta che buttò dentro alla solita scatola.
    Mentre sentiva il mendicante a ringraziarlo disse: perdonami se non ho di più, oggi solo la pioggia non mi danneggia, tutto il resto sta toccando il fondo proprio come questa pioggia che cade furiosa e non si sa quando si fermerà.
    - Ti vedo in difficoltà amico mio, lo capisco questo. Ma tu dimmi, è vero che io lavoro qui ma noi ci conosciamo da tanti anni. La sua mano mi ha regalato chissà quanta moneta, il suo aspetto mi ha rallegrato chissà quante volte, i nostri saluti ci hanno accompagnati in tanti anni e sarei felici se ti potessi aiutare, anche quel poco – parlò l'uomo mendicante trasmettendo in quella manciata di minuti tanta bontà che all'altro cambiò la cera.
    Guardò il mendicante con tanta amorevolezza e all'improvviso aprì le due parti del suo cappotto che gli copriva le ginocchia e si sedette di fronte al mendicante come se davvero fossero dei vecchi amici. Come se non piovesse e come se non si trovassero lì, all'inizio del ponte della via commerciale dove passavano centinaia, migliaia persone al giorno, businessman o scienziati, qualunque tipo di persona, ognuno con il suo da fare ma che nessuno pensava di sedersi lì, con il solito mendicante di quel ponte.
    - Sono curioso - si rivolse ormai seduto, tra gocce di pioggia che continuavano a bagnare il suo bel cappotto prezioso. Sono curioso di sapere perché mi hai chiesto di raccontarti in quali difficoltà mi trovo, come mi potresti aiutare tu mentre vivi con l'elemosina della gente? In cosa mi potresti essere di aiuto tu, mentre coloro che possiedono sacchi di soldi ed io li ho aiutati per una vita intera, oggi che io ho bisogno non ci sono?
    Sembrava che questa amorevolezza del mendicante non lo avesse reso solo curioso, ma quasi quasi si stava confessando.
    Il mendicante che nel frattempo aveva preso più confidenza con lo sconosciuto, sorrise. Lui sorrideva così dolcemente che fece sparire all'altro quella prima timidezza, quella distanza che il benestare aveva stabilito tra le persone di due classi, di due diversi stati sociali.
    - Io non so che tipo di difficoltà hai, ma giudicando dalla moneta, il suono che provocò nella mia scatola, e tenendo presente che tu sempre mi hai donato carta e non monetine, penso che tu sia a corto di denaro! - il mendicante gli parlò chiaro come se fossero due vecchi amici.
    - Si amico mio buono e disagiato, sì. Io sono a corto di denaro e non so dove sbattere la testa. Mi hanno dato un termine fino a stasera e tutto ciò che possiedo non basta per riscattare la somma. Gli amici che avevo sono spariti tutti dalla circolazione ed io sono disperato ma tu non potresti aiutarmi. Tu sei una brava persona, di cuore ma tanto denaro tu non lo possiedi e penso, ho paura che di questi tempi, anche se tu l'avessi avuto, come tanti amici e conoscenti miei fino ad oggi, non me l'avresti dato –parlò l'uomo col cappotto, si confessò.
    Il mendicante lo ascoltò in silenzio e con i suoi occhi che trasmettevano amorevolezza forse lo fece confessare.
    - Quanto denaro ti serve? - Parlò serio, tanto che lo stupore negli occhi dell'altro superava ogni previsione, ma la serietà del mendicante lo impietrì e non aveva più le forze di esprimere stupore o dubbi.
    - mi mancano ancora 50 mila dollari. Fino a stasera devo consegnare una somma a dei soci usurai, altrimenti loro mi prendono tutto ciò che possiedo, tutto ciò che ho accumulato con sudore e lavoro e che i miei avi mi hanno lasciato in eredità.
    - e così tanto, ma una ricchezza fatta in una vita non può sparire per una somma del genere! – il mendicante era diventato come un mentore e gli occhi gli brillavano. Negli occhi dell'amico benestante lui quasi quasi brillava, o forse era per via della la pioggia che ormai aveva smesso di cadere che dava questa impressione.
    - Vieni qui tra un ora, vieni a prendere ciò che ti serve! - il mendicante parlò molto serio.
    L'uomo col cappotto lo fissò con gli occhi incredulo, si alzò in piedi e non riusciva a parlare. La serietà del mendicante lo impietrì definitamente.
    Dallo spesso cappotto iniziarono ad uscire vapori. Forse evaporava l'acqua della pioggia che aveva inzuppato il cappotto, forse...!
    Prese un fazzoletto dalla tasca e pulì gli occhi, rimise in tasca il fazzoletto e: - Io ti ringr...!
    La parola gli si impiglio tra le labbra. Il mendicante non era più lì. Nemmeno le sue cose, la scatola, il libro, l'ombrello rotto, nulla! Lui si era volatilizzato. Era stato come assorbito dal vapore acqueo del dopo pioggia.
    Si sentiva soltanto il rumore perenne del fiume che con la sua monotonia scorreva sotto il ponte un po' più pieno dalla pioggia appena cessata.
    Girò la testa verso il poste se lo vedeva ma non poteva distinguerlo tra tanta gente che aveva riempito il ponte dopo la pioggia.
    Quel ponte stretto oggi gli sembrava come un'autostrada, come quelle che ormai costruivano nelle grandi metropoli. Come quelle strade che lo avevano portato alle sue grandi difficoltà da dove gli sembrava che non sarebbe più uscito. Lui non poteva sperare in un mendicante che sta tutto il giorno a ricevere elemosina da 5 centesimi.
    "Cercherò altrove" pensò tra sé e sé e si mischiò pure lui nella massa delle persone che dopo la pioggia attraversavano il ponte verso le casette dall'altra parte del ponte.
    In fondo al ponte c'era un piccolo negozio di alimentari, un minimarket, dove lui non era mai entrato anche se distava a cento metri dalla sua villa. Pensò di fermarsi e comprare qualcosa da bere, di ubriacarsi con alcol come non aveva mai fatto nella sua vita.
    Appena mise piede alla soglia di quel negozietto sentì il proprietario che con la capacità di un ebreo si ruffianò ad un potente cliente, come lo credeva lui, senza conoscere i problemi o la sua situazione attuale.
    - Oh benvenuto, che onore! Era da tempo che volevo invitarla in questo modesto negozio ma ben fornito di tutto, di tutto ciò che la sua signoria ha bisogno.
    All'ipocrisia con ipocrisia, lui sorrise con falsità ed entrò in negozio guardando gli scafali e cercò un brandy.
    Mentre il negoziante ebreo stava impacchettando la bottiglia continuando le chiacchiere sul cosiddetto onore che lui gli avesse fatto, l'uomo nobile col cappotto gli domandò:
    - Dimmi, quel mendicante che sta dall'altra parte del ponte lo conosci?
    - Certo, lo conosco molto bene, per di più proprio adesso si allontanò di fretta. Comprò due cose per i bimbi e se ne andò. Volevo dargli qualcosa dietro per i bambini ma era di fretta e non si fermò tanto. Ma perché me lo stai domandando? Ti ha fatto qualcosa di brutto, che da quella gente ti puoi aspettare di tutto?
    L'uomo col cappotto lo guardò negli occhi con disprezzo, pagò e si allontanò pensieroso, seguito dallo sguardo diabolico, stupito e curioso del ebreo.
    "Dunque è sposato e ha dei figli ed è andato di fretta!"
    Lui camminò in quei cento metri fino alla sua villa con le gambe come paralizzate oppure paralizzato dai tanti pensieri che non lo abbandonavano...
    a casa non diede molta retta alle parole della moglie ma salì nel suo studio di sopra le cui finestre davano sul fiume, proprio là da dove si vedeva anche il ponte dove si postava il mendicante, fino a ieri normale e che oggi gli sembrava così strano da non sapere cosa pensare, per cui aprì la bottiglia ed iniziò a bere a grandi sorsi.
    Quando finì la bottiglia che neanche lui se ne accorse come e per quanto tempo durò, si alzò e andò verso il bagno per rinfrescare la testa pesante come il piombo.
    Lui non era abituato a bere ma oggi non sentiva manco il cognac. I cambiali firmati gli si presentavano davanti come una spada che tentava di tagliargli la testa. I suoi ex amici che lui aveva coinvolto in quel gioco di business dove avrebbero guadagnato tanto denaro, in quel investimento che all'inizio gli era sembrato così allettante, lo avevano abbandonato!
    Loro lo avevano convinto di farsi prestare i soldi dagli usurai, con gli interessi, poiché tutto avrebbe potuto risolversi appena sarebbe iniziata la nuova strada e le banche avrebbero dato un terzo dell'appalto e lui aveva messo come pegno la fabbrica ed i negozi per procurarsi la somma dall'usuraio, amico dei suoi amici!
    Oggi, la banca non versò nemmeno un centesimo e l'usuraio arrivò nel suo ufficio per ricordargli che se non gli avesse dato la rata dell'interesse stabilito allora, l'accordo andava a fottersi e gli avrebbe preso tutto ciò che aveva messo come pegno. Tutto, tutta la sua vita, tutta l'eredità del padre che a sua volta aveva ereditato da suo padre, eredità da tre generazioni ormai. Che vergogna, lui la stava perdendo per colpa sua, perché si era fidato di due cosiddetti amici che a loro volta molto probabilmente erano in combutta con l'usuraio.
    No, non poteva lasciare che le sue cose prendessero quella piega, doveva andare da qualche altra parte a parlare con qualcuno. Lui aveva tanti conoscenti e sapeva tanti posti dove andare ma ora non gli veniva in mente nessuno.
    L'ebreo, e se ne parlasse con lui?
    Si lavò di fretta, butto velocemente lo sguardo verso il ponte ma senza speranza che il mendicante diventasse un angelo, comunque non vide nessuno nel suo solito posto e non ci pensò più. Avrebbe chiesto all'ebreo, prestito su prestito con usura!
    La strada la percorse pensando come avrebbe formulato la richiesta del prestito ma appena fu dentro al negozio, come vide il suo sorriso ipocrita, la parola gli si paralizzò in gola. Come avrebbe potuto chiedere un prestito a questo tizio, si poteva vedere benissimo che era un truffatore!
    -Prego signore, come la posso servire ancora?
    - Mi servono 50 mila dollari per un mese. Dimmi se hai da prestarmeli oggi e a quanto ammontano gli interessi? - non potè dilungarsi e pensarci troppo, non c'era tempo.
    L'ebreo si strofino le mani, puntò gli occhi e parlò:
    - Ti servono per forza oggi o puoi aspettare?
    - No, oggi, adesso, fino a stasera a farla breve – la voce lo tradì e lasciò intendere all'ebreo che era in grande difficoltà.
    - Tu hai una villa molto bella. Io l'ho guardata centinaia di volte con molta invidia. Possiamo intenderci tra noi credo – l'ebreo era ormai entrato nel suo gioco, in quello che sapeva giocare così bene. Uguale all'usuraio che gli avevano presentato i suoi amici, colui da oggi gli avrebbe preso ogni cosa, tranne la villa che non aveva messo come pegno.
    - Ma quella villa vale un milione, lo sai questo o no?
    - Che devo dire, a me piace quella. Non dico che me la darai così per 50 mila ma ci possiamo mettere d'accordo. Ecco ti do 50 in più e tu concludi il tutto. E non devi lasciarmela subito, ti do il tempo di trovare un'altra sistemazione.
    Questo era il colmo del cinismo. Lo guardò un'altra volta con tanto disprezzo e si allontanò senza una risposta.
    Le gambe lo portarono verso il ponte ed iniziò a camminare a vuoto guardando di sotto il fiume che scorreva maestoso e indifferente.
    Era quasi in fondo al ponte, quando gli venne in mente di buttarsi giù. Il fiume che scorreva così forte non l'avrebbe lasciato ritornare in riva e nessuno si sarebbe buttato in quelle acque per salvarlo. Almeno così lasciava qualcosa alla famiglia che non sapeva nulla di quelle sue avventure finanziare degli ultimi tempi.
    Appoggiò la mano sul corrimano del ponte e un piede su un ferro per aiutarsi a salire.
    - Ti stavo aspettando – da dietro sentì la voce del mendicante che nel frattempo gli aveva appoggiato una mano sulla spalla.
    Girò la testa verso di lui e nel viso ricomparse il sorriso:
    - Volevo guardare un attimo i piedi del ponte che non li ho mai visti - ha detto arrossito fino alle orecchie.
    - Eccolo qui ciò che ti serviva, - il buon mendicante gli aveva allungato un sacco di lino cucito dalle due parti.
    Lo prese tra le mani e sentì rumore di monete.
    - Non penso sia un problema che non siano tutte cartemonete, – sorrise il mendicante. E se lo vuoi sapere, sono quasi tutte monete. Cartamoneta è solo ciò che mi hai donato tu e pochissima qualche d'un altro, ma penso che saranno sufficienti. Sempre denaro è, – ahaha rideva felice il mendicante mentre guardava l'uomo con il cappotto che aveva cambiato volto. Aveva cambiato cera.
    - i - o-n-o...!
    Si...
    Si stava tartagliano, non sapeva come ringraziarlo, la voce gli mancava. La lingua si era ingrossata e non riusciva pronunciare nemmeno una parola. Quel mendicante di tutta la vita gli aveva tolto il cappio dal collo!
    - Vai adesso amico mio, vai e concludi la faccenda che io rimango qui, al posto mio. Vado anch'io che ho perso un'ora preziosa. Dai sfruttala bene il tempo! – il mendicante parlò con il suo tono amorevole ed il sorriso negli occhi andando verso la sua postazione del "lavoro".
    Partì anche l'uomo dal cappotto prezioso. Andò ad estinguere la rata ed aggiustare i conti con i soci immorali.
    &
    l'indomani mattina il mendicante era ancora lì, nella sua postazione; con il libro sulle gambe e la scatola sul braccio, che a volte suonava e a volte era calma. Soltanto il fiume, sotto i suoi piedi, non era calmo. Il fiume, si riempiva altrove lassù dai monti, da dove sorgeva, raccoglieva ruscelli lungo la strada e scorreva maestoso, e con forza verso il grande mare dove ogni cosa si riversa.
    Tra qualche settimana nessuno vide più il buon mendicante dall'animo nobile lì in fondo al ponte.
    L'uomo con il cappotto, si racconta, e queste sono le parole dell'ebreo, diventò molto potente. Costruì strade ed autostrade e tutti questi affari li fece con un suo amico che porta sempre un berretto in testa....

    Ardi Omeri

    Tradotto in italiano da Genta Marikaj
    Titolo del originale "Lypesi Fisnik".
    Composto giovedì 11 novembre 2010
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