Scritto da: Luna Del Grande
in Diario (Pensieri)
Hai perso la maschera
lungo la via della mia
indifferenza.
Composto giovedì 9 febbraio 2023
Hai perso la maschera
lungo la via della mia
indifferenza.
Chi segue il cuore
non deve mai dare
spiegazioni.
Tenere le cose per sé, le farà morire.
Somigli un po' a me quando allunghi le braccia in amore e guardi la luna in punta di piedi per vedere laddove le nebbie la oscurano, ed io che invece vedo luce fin dove sento le tue carezze sul mio corpo nudo...
tu che sei un oceano di volontà e hai la libertà di piccole rondini, è diventi l'apice del mio sentire, un sentire vicino al durare del mondo, quello affacciato su di me, ed è su di me che io ti aspetto quando spengo la luce, quasi come se ci fossi davvero...
io, uomo del sogno, che acceco l'essenza sparigliando le tue certezze.
Hai mai provato ad aprire il tuo cuore e dialogare senza alcun confine?
È una sensazione che ti fa volare verso un luogo incantato.
Il bene profondo arricchisce l'amore.
Quando sorridi lo fai già due volte: una con la bocca, l'altra con gli occhi.
Fatelo un gesto gentile ogni tanto... ditele le cose belle, ogni volta che si può. Mi manchi bisogna dirlo. La vita fa troppo rumore, con i suoi impegni e malintesi che si infilano tra le crepe dei ricordi.
Bisogna dirselo Ti Amo per dare valore alle cose che teniamo stretti al cuore.
Noi siamo anche la materia del tempo,
noi abbiamo un tempo per ogni cosa
e questo tempo ci evolve, ci trasforma.
Attraverso il tempo noi acquisiamo
o perdiamo sogni, ricordi, idee,
pensieri, emozioni, forze, visioni.
Noi cerchiamo sempre quel tempo
che ci ha fatto stare bene
e quando non avremo più tempo
arriveremo a una fine.
E mi incammino mero scalzo
nei versi cinerei del tempo
tra le pigre piaghe dei solchi
degli eventi sordi e ostili,
ai riarsi gemiti
in quella ambascia
che m'investe monsonico
nel recinto spinato
prominente di cespugli
di rose assenti
al sorriso della lucente vita
nei miei limiti,
al confine della mia
intrinseca fede
volta alla radiosa speme
di quell'albore che mi veste
di lene intrepidezza
nell'oltrepassare l'acre sentito
del mio lungometraggio,
senza fine ai minuti
del mio irresoluto
destino ricamato
a punto ermellino
sulla pelle di seta del cuore
similare a pioggia di stelle!
Oh cuore mio sei dunque
foce di fiducia nell'avvenire?
Oh caro cuore mio
confidarmi flebile quanto ancor dovrò camminare
per non morire d'emblée
da greve manrovescio,
quando ostile vuol effigermi
sul viso mio riflesso
al propizio astro celeste
senza nebulose che offuschi
a rendermi buona sorte.
Cuor mio terso e impavido
nel cobalto respiro persuaso
da fulgida sterminata fiducia,
sussurrarmi ancora ti prego
quel segreto antico
che ancora e ancora
ti lascia risorgere
da torbide acque
lindo e cheto senza
fronzoli penduli d'incertezze,
a serrarti il sorriso
nella intima pozzanghera
che inghiottire ti vorrebbe!
Ragguagliami inarrestabile
all'invocarti del giorno
e sulle fauci della notte,
affinché di radiosa speme
al sapor di vaniglia
io viva chiara nell'amore
in serbo in grembo alla vita
che a sé mi intreccia,
per non lasciarmi sdrucciolare via
negli arroventati fondali
dai spigolosi enigmi
che inghiottirmi mi vorrebbe,
ed io per sempre ti loderò
come un Dio d'oro
originato nel mio petto
unicamente per rendermi
libra nell'essenza d'anima
che designa il mio folklore.