Scritto da: Paola Marcato
in Diario (Pensieri)
Non saprai mai quanto forte sei finché non sarai costretto ad affrontare le tue paure.
Composto lunedì 25 gennaio 2016
Non saprai mai quanto forte sei finché non sarai costretto ad affrontare le tue paure.
Capita di sentirsi come quella virgola messa nel posto sbagliato... inutile, ma poi mi chiedo: "e se non ci fossi affatto?". Siamo gli eroi di un mondo sbagliato.
La natura malvagia di un essere umano dipende da un sentimento di inferiorità.
Ridi, ridi sempre, perché un giorno senza un sorriso è un giorno sprecato, e se non riesci a ridere perché sei triste beh chiedi consiglio ai bambini, loro ridono senza avere nulla tra le mani, né potere né successo e né soldi, e ci riescono benissimo.
Le donne? Incomprensibili. Gli uomini? Incorreggibili. Gli animali? Irreprensibili.
La grandezza si nasconde sempre dietro la semplicità e l'umiltà.
La bellezza colpisce l'occhio... ma se la mente e il cuore non sono d'accordo non potrà mai esserci amore.
Conchiusa, creola corolla -
Hachure haleine -
Orbita, ostro opalescente,
Carme, coltre cremisi,
Ombrata ode,
Lumeggia, lieve linfa
Aurina attesa.
Trapunta tela tersa
Ermetica Eclissi,
Caduceo, cigliato corallo
Ordito ovale,
Sottende spazi silenti
Mari mutanti,
Ostili, olivine onde
Slabbrate soglie.
Thea Matera ©️
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Il Sedimento etico
dell'equazione termica,
in tecnicismi sciolti
la fisica quantistica
everte il fondamento plastico
per spettatori pavidi,
dell'universo espanso
in filze e cubi d'onice,
la simmetria sfocata
dell'archetipo esacordale.
Fanno due copie e poi quattro
del tempo che s'incurva,
in fili e fibre di apriche soglie
e buchi neri,
di passi sincroni enumerati.
Si sposta di un millesimo
il guscio della coque
il divario dell'infosfera,
si sfalda l'impasto resipiscente,
rischiara il palmo dell'alburno,
il papavero sulla scansia.
Thea Matera.
In attesa che i molti ricordi sboccino
osservo molta gente passeggiare muta
con l'ultimo telefonino nelle calde mani
con gli occhi aperti al vecchio orizzonte
per sentire gli echi di voci che sognano.
Leggo gli occhi della gente silenziosa
ferma e assorta davanti ai tanti semafori.
Aspetto il verde per muovere pochi passi
dietro una fila di turisti che lenta avanza.
Il giorno è ancora immaturo senza sole.
Una sirena di ambulanza rompe l'incanto
del mattino cittadino che si va svegliando
con gli occhi a terra e l'anima già stanca.