La prima volta che la vidi il cuore si mise in moto da solo, avevo paura potesse uscire dal petto.
Me la guardavo negli occhi come se stesse partendo.
Così bella, come i girasoli ai bordi delle strade, sai,
quelli che guardi quando viaggi attraverso il finestrino, che ti riempiono lo sguardo...
Era di pelle bianca come la luna e delicata come la neve.
Avevamo entrambi lo sguardo un po' abbandonato, come se stessimo cercando qualcosa, qualcuno.
Ci scoprimmo così, come il pittore scopre il suo quadro e pian piano ne apprezzi ogni più piccola sfumatura, ogni piccolo particolare.
Ci raccontavamo ogni giorno, ed era come spogliarsi, piano piano.
Era come fare l'amore senza il bisogno di toccarsi.
Il sentirsi vicini quando eravamo lontani.
Il non toccarsi e il sentirsi addosso ce l'avevamo nello sguardo.
Eravamo dello stesso destino, che odiavamo e amavamo con una speranza racchiusa da qualche parte.
I nostri corpi erano nudi, scivolavano come se non devessero mai legarsi. Nascevamo e morivamo ogni giorno.
Eravamo assetati.
Senza luce.
Senza tramonti.
Lei era come un sentiero alla fine di una strada percorsa.
Era come l'ultimo autobus in piena notte.
Era come tutte?
Forse.
In ogni donna c'è sempre qualcosa in più dell'altra, qualcosa in meno.
Ma lei era come tutte quelle che avrei voluto amare.
Come se fossero tutte insieme.
Non potevamo amarci, per sempre.
Ma avevamo il diritto di essere infelici.
Composto giovedì 17 marzo 2022
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