Mi rimarrà come un'eredità del cuore ed un testamento della mente, questo periodo così felice, nato nel mezzo di un tempo disperato. Un periodo sventurato in cui l'unico traguardo era il suo veloce termine. E se io dovessi rivedermi in quel tempo, sarei l'archetipo di un'immagine di me dal contenuto primordiale in un ipotetico ambiente ancestrale nel quale non si vorrebbe mai abitare. Ma più il tempo cadeva e non reggeva, più reticente diventava la voglia di lasciare la mia direzione verso di te. Per l'istintiva paura di rimanere al buio. Per l'istintivo desiderio di voler dormire per dirti di svegliarmi ad ottobre, nel giorno che sai. In quel momento essere felici, era come pensare di raggiungere un sogno che non avremo mai posseduto. Se ora lo possediamo, come un dolce canto del mare che ritroviamo parte della nostra vita, sappiamo che non potrà più abbandonarci perché la nostra forza è un possente pensiero che abbraccia le nostre unite anime. Il pensiero di ritornare ad essere felici, felici come ora lo siamo. Indivisibili. Unici. Domani, nel ricordare l'oggi, mi rimarrà un'immagine di noi, come una di quelle indimenticabili fotografie che io ti ho sempre chiesto ma che tu non hai mai voluto farti scattare da me.
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