Ricordo come fosse ieri (sento di appartenere all'ottocento) quel cambiamento decisivo avutosi in ambito sociale con l'avvento della rivoluzione industriale tra il finire del xviii secolo e gli inizi del xix, quando alle molte donne, relegate per anni ai ruoli marginali e private sovente della necessaria dignità, venne concessa la possibilità di entrare nel circuito produttivo. Il lavoro occupava gran parte della giornata, sottraendo ore preziose da dedicare alla prole, sempre più abbandonata a se stessa.
In quest'ottica qualcuno inizia a cercar soluzioni idonee per sopperire alla sempre più crescente mancanza d'affetto ed alla elevata mortalità infantile dovuta ai numerosi abbandoni.
Nascono i primi "rifugi" infantili in Inghilterra: le Dame School!
Altri tentativi si ebbero in Italia (Scolette e custodie a carattere religioso) con l'istituzione di luoghi che all'accoglienza dei fanciulli affiancavano un tentativo di alfabetizzazione. In Alsazia bisogna ricordare "il ricovero dei bambini" nato sempre alla fine del'700 ad opera di Oberlin, pastore protestante che per la prima volta sottolinea l'importanza del gioco da unire ad una sana attività di giardinaggio.
La svolta decisiva si ebbe, però, nella metà degli anni 50 del xix secolo quando si prese coscienza delle reali necessità Pedagogiche ed educative da attuare necessariamente per migliorare il contesto sociale del tempo, ancora molto arretrato su svariati aspetti.
Nasce la figura del Pedagogista che potrei sintetizzare in tal modo: più istruzione, più cultura, più formazione.
Un mio grande "idolo", studiato con particolare attenzione ed interesse è stato il mitico federico froebel il quale, grazie all'intuito ed alla infinita passione per i bambini, fonda il giardino d'infanzia. Oserei dire, se permettete..., un mix unico fatto di gioco, passione per la natura, socializzazione positiva (generata dalle prime due).
Il gioco è fondamentale per la crescita del bambino perché lo avvia alla società, al rapporto umano, al rispetto delle regole (il gioco necessita di regole), stimola la fantasia, fa scoprire l'essere più vero che c'è in noi. Il gioco è vita! E la natura è scoperta sempre nuova, che ci porta al contatto con l'invisibile, con tutto ciò che si trova oltre il visibile. È cosa necessaria, a mio avviso, far riscoprire al bambino un nuovo modo di porsi nella società, togliendo di torno innanzitutto quegli aggeggi infernali che sono i prodotti tecnologici! Il bambino deve vivere la società in prima persona, giocando, simpatizzando con gli amichetti, imparando a guardare il prossimo suo negli occhi. S'è persa l'abitudine di guardarsi negli occhi perché non sappiamo più guardarci dentro, presi da una tecnologia che avanza senza lasciar spazio al rapporto umano dove a parlare non è un videogioco, ma un cuore fatto di carne e spirito.
I bambini ci chiedono aiuto, i mal di testa sono in aumento, le depressioni infantili ancor più, ma molti non domandano a se stessi il perché!
Aiutiamoli a crescere senza vizi né costrizioni, ma con infinite virtù, generosità e rispetto in cuor; ricordando l'esempio di illustri Pedagogisti come Froebel, Giovanni Enrico Pestalozzi, Maria Montessori, le sorelle Rosa e Carolina Agazzi;
senza dimenticare il nostro amatissimo Papa Francesco.

Buongiorno.
Composto mercoledì 8 febbraio 2017

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