Scritto da: Ilaria Sansò
E adesso tra le mani solo la voglia di farcela.
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E adesso tra le mani solo la voglia di farcela.
"Io voglio che stravedi, Ila."
*Silenzio, sguardo in alto. *
[...]
"Ma solo per te stessa."
Ogni tanto vorrei strapparmi cuore, tenerezza e sensibilità.
- Tu impazzisci per le parole.
- Io impazzisco di dolore se le dovessi prendere terribilmente sul serio.
Mi è sempre piaciuto il tuo modo di parlare. Parli e non mi stanco mai di ascoltarti. La tua voce, quella che non mi stanca. Quel tuo modo di pronunciare il mio nome, sicuramente lo noto solo io. Ed io, io noto tutto di te. Sapessi il freddo che ho per tutti quegli abbracci non ricevuti da parte tua.
Sei rimasto intrappolato nella parte più bella di me, tra la luce del giorno e quella notturna, tra la polvere e tra le mie notti implorando Dio. Brilli anche quando non guardo il mio cielo come tetto.
Ci sono giornate in cui penso che vorrei non esistessero questi fiumi di incomprensioni e risposte a metà.
È passato tanto tempo, ma qualcosa di mio è rimasto lì: la speranza che chiedevo troppo spesso.
Tutto questo mondo che sembra non averti conosciuto mai.
Ho scatoloni pieni di storia io, la mia. Un po' tutti credo che perdiamo noi stessi. Un po' tutti credo che facciamo un resoconto di quello che eravamo e quello che siamo ora. Credo fortemente in quei legami che non sono deboli mai, cioè dimostrano di esserlo ma non lo sono mai per davvero; in quelli mai scontati, mai monotoni, sempre con una nuova scoperta. Credo alle guerre con i cuscini, credo nelle urla ogni volta che ci si sente traditi, credo in quelle persone che mostrano quel bene viscerale, credo nelle risate quando una persona si brucia la lingua con la pasta bollente, credo in quell'amore strappato piano piano non per vanità ma semplicemente per dire tu sei parte di me. Dove cazzo vai?; quell'amore che strappato non fa mai male perché sa essere delicato allo stesso tempo. E questa storia la studierò su di me e non sui libri.