Scritto da: Marco L.
Più il tempo passava e più riempiva la sua pelle d'inchiostro. Sporco fuori e sporco dentro. La sua carne martoriata era il riflesso della sua anima. Indecifrabile e nera. Entrava e usciva dal purgatorio per poi ritornare nel suo trono, l'inferno. A piangere sulle sue scelte e sulle sue decisioni. Vagava e se ne fotteva di tutti. Non gli interessava di nessuno, o quasi. Forse di una persona si... Ma che senso avrebbe avuto ormai, era dannato ormai, ero perso nel abisso nucleare in preda a scorie radioattive. Eppure, quando la guardava riusciva a vedere sempre la solita luce accecante che ti sveglia al mattino.
Composto giovedì 14 giugno 2018

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    Scritto da: Marco L.
    Riferimento:
    Il bar del diavolo

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