Immigrati, residenti, nomadi, tutte etichette create dall'uomo e dalla demenza di continuare a impostare economia e lavoro in un'ottica di confini, potere territoriale, bandiere, made in e made on. In realtà da qualche tempo il territorio è globale e i confini sono saltati con l'avvento della rete, l'economia uguale. Ma politici, religiosi, produttori di armi non se ne sono accorti. Oggi siamo tornati alle origini. Immaginate il paradiso terrestre e immaginate che alla casa di Adamo ed Eva bussi un essere umano, o una coppia alla ricerca di altri con cui scambiare idee, guardarsi, toccarsi per vedere similitudini. Nell'anno zero, il territorio c'era, aria e mare pure, ricchezze naturali in abbondanza, ma non esistevano ancora le parole, l'idea di confine, il desiderio di schiavizzare l'altro (metà della popolazione di allora). Adamo come avrebbe chiamato l'altro: immigrato? Straniero? Nemico? Invasore? Nomade? Nessuna parola nel vocabolario ancora da scrivere, forse una stretta di mano, l'invito a dar vita a una società pacifica... due coppie avviano una civiltà... pura fantasia, non me ne vogliano i cultori dell'antico testamento, ma immaginate. Quello era il paradiso terrestre. Subito dopo, Adamo ed Eva cacciati, l'uomo mostra se stesso e Caino uccide Abele pur avendo un intero pianeta vuoto a disposizione. Forse Caino si sentiva padrone e considerava Abele immigrato. Dopo, ucciso il fratello, non è più padrone del territorio e diventa anche lui migrante. In cerca di pace inseguito dai rimorsi, cacciato per punizione... già si sono creati tre confini: l'inaccessibile paradiso terrestre, la terra di Adamo ed Eva, il resto dove vaga Caino e cominciano a crearsi vocabolari diversi... tutto ciò forse è disegno divino, ma se non lo è diventa pura storia di piccolezza umana. Di meschinità.
Composto sabato 27 maggio 2017
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