in Diario
Non essere prigioniero del tuo passato. È stata una lezione non una condanna.
Composto giovedì 2 gennaio 2014
Non essere prigioniero del tuo passato. È stata una lezione non una condanna.
Nel silenzio, quanti pensieri colmi di parole che vorremmo gridare ma le teniamo lì dentro i nostri pensieri perché spesso sono piene di lacrime, di rabbia, di delusione. Ci fanno male, ma sopportiamo pur di non fare male a chi dovrebbe ascoltarle, o semplicemente non le diciamo perché non tutti possono vedere il nostro dolore ma meritano solo di vedere la nostra forza travestita da indifferenza.
Non date troppe attenzioni alle persone. Poi si sentono importanti e diventano stronze.
Mi guardava,
sì, mi guardava, e i suoi occhi erano pieni di luce
di quella luce che solo la felicità di vedersi dà!
Mi guardava come se non esistesse altro.
Io mi sentivo intrappolata in quello sguardo come un pesce nella rete.
Volevo scappare perché sapevo
che da quella rete non sarei mai uscita,
i suoi occhi erano calamita per il mio cuore
e le sue mani catene per il mio corpo.
Sapevo che quella sarebbe stata la mia prigione,
come sapevo che da quella prigione io non sarei mai scappata,
perché non si può scappare dal fuoco che ci scalda.
Non sono difettosa, funziono solo nelle mani giuste.
Puoi impazzire per le altre, o fare follie con me.
La parte più bella di te non la mostri a tutti, la custodisci gelosamente per mostrarla solo a chi merita di vederla.
Io sono strana, ci vuole tempo sia per conoscermi che per capirmi, e solitamente le persone non hanno tempo.
Di una casa non vedo la facciata ma l'interno. Così come nelle persone non me ne frega nulla se si mostrano bellissime con le parole, se poi i loro atteggiamenti sono totalmente diversi. Ricordatevi che come le facciate col tempo si logorato sgretolandosi così la vostra maschera cadrà.
Voglio un uomo che sia come il sole d'estate, che mi scaldi e mi faccia sudare. Sono stufa di avere solo freddi inverni (delusioni).