Scritto da: Michele Gentile
Sono qui
soffio di vento,
giusto il tempo
di abitare un cielo
che nessuno ha dentro.
Composto martedì 17 agosto 2021
Sono qui
soffio di vento,
giusto il tempo
di abitare un cielo
che nessuno ha dentro.
Non esistono i poeti. Esistono le loro notti, le loro preghiere, i loro silenzi.
Desiderava solo andar via, lontano dalla disciplina e dalla ragione. Iniziò così a cibarsi di nuvole e a rincorrere solitudini.
Nei miei occhi trovo traccia di tutti quegli inverni che ho taciuto.
Accompagno i passi di un vento
smarritosi lungo il corso del silenzio.
Rovesciato dalla rivalsa di un tramonto
che, su ogni pietra
ha inciso il suo tormento.
La luce è china su di me,
addomestica le prime fattezze della notte
augurandomi finalmente ogni sembianza di verità.
Questa è la strada intrapresa
né amara né giocosa,
pronuncia esotica
di un luogo inesistente.
Questa è la cruna dell'ago
per l'ultimo, disperato transito
di un filo di voce.
Scrivo per non perdermi di vista
in questo Atlantico
che schiuma silenzi.
Alla deriva vanno facili parole,
effimere carcasse di voce
come rimedio
alla cruda ragione degli occhi.
Inneggia alla disperazione
la cadenza della sera
mentre le vele squarcia
un grumo di vento impietoso.
Lascio alle onde la confidenza del ritorno,
alle isole l'indolenza dell'approdo.
Seguo le rotte della memoria
seguo una scia che sconfina negli abissi.
Vivere senza poesia
è come navigare
senza timone.
Muta l'anima vede tutto quello che le parole nascondono.
È in riva al mare che riposano le mie malinconie.
Le mie guerre non mi sono bastate così ho finito per combattere anche le guerre degli altri.
Passò la vita a scrivere poesie e a correre sotto la pioggia, due modi diversi ma ugualmente eroici di non darsi pace.