Nella vita uno dovrebbe poter fare quello che vuole, piace o sente, e non sottostare a meccanismi non propri, imposti da questa società malata e vogliosa di robot, automi per il loro automatismi, creati dal mai tropo odiato "Dio" denaro, la piaga del mondo, la rovina del mondo, della natura, della nostra natura in questo mondo... perché la vita è troppo breve per essere sprecata, perché la vita andrebbe vissuta fino in fondo, sempre!
Arriva sempre un giorno in cui credi e speri ci sia un Dio, arriva sempre quel giorno. Eppure non lo vedi, non lo senti neanche, ma tu lo vuoi, perché quel giorno vuoi il suo aiuto. E lo vuoi con tutto il cuore, con lacrime che scendono giù sincere e urla che straziano l'animo, ma Dio no, non c'è. Dio non è per noi. Di forse è per qualcosa di piu grande, qualcosa che ti fa capire che alla fine sei solo, e li, amico mio, il mondo ti crolla addosso, La speranza finisce di esistere. Capisci che Dio non ti può aiutare, nessuno in fondo ti può aiutare. Il destino ormai ha giocato la sua partita e tu, puoi essere solo spettatore di uno spettacolo che no, non vorresti mai assistere.
Non è altro che polvere, polvere di stelle in quella notte di cielo velato. Non voleva altro che amore, amore in quei momenti di dannata solitudine. Non era altro che un uomo, uomo giunto al limite e troppo stanco di soffrire. Dietro aveva la sua vita e davanti la sua agognata fine... la liberazione da ogni dolore e tormento. Non rimarrà altro che polvere, polvere di un'altra stella cadente, in quella notte di cielo velato.
E poi c'è una storia di amore, di passione, di dolore. Una storia che trafigge il cuore, lo ama e uccide l'anima. Una storia di due persone, di due storie singole che si uniscono in un vortice di amore e morte. Due storie in una storia. L'amore che sembra amore, che è amore, che non è amore. Un amore che si può amare, si deve amare ma non si può amare. Perché amore è amore ma questo non è amore, o forse si? No non è così, o forse si, oppure è così. Perché amare non è amore senza amore, senza anima, senza te ma con te. Tu sei viva, tu sei mia, tu sei morte e io muoio per te, solo per te... con te, amore. E poi c'è una storia che parla di te, di me, di noi... che io amerò e odierò per sempre, per sempre io, io con te, insieme noi... Per sempre io, con te. Forse si. Forse no. Forse boh... amore. Questo è stato, questo è, questo sarà... Forse.
Io sono ombra. Io sono luce. Io sono l'ombra della luce. Io sono luce nell'ombra. Io sono tutto e il contrario di tutto. L'oscurità mi affascina, la luce mi appartiene. Io sono tutto e il contrario di tutto. Esisto perché io sono, io vivo, io muoio.
Perché la notte è così, prima ti prende, poi ti trascina fra le sue luci e ombre facendoti vivere tutte le emozioni al massimo. Perché la notte è così, ti reclama, vuole la tua anima pura e essenziale, ti guarda dentro, e tu, tu no, non puoi resisterle. Perché la notte è in te, con te, e tu sei in lei, con lei, e insieme viaggiate fino allo sorgere dell'alba, verso un nuovo giorno. Ogni notte, è notte, è diversa, è uguale... sei tu.
Ci sono esseri che trovano gioia nella vita, e poi, ci sono quelli come me, che troviamo la vita nella morte. Morte che però non vuol dire necessariamente piacere di morire o vederla come un punto di arrivo felice. Certo qualcuno pure ci sarà, ma non è il mio caso. Morte vuol dire saper accettare di convivere col dolore, poco importa se deriva da ricordi, da una storia andata a male o da quant'altro. Morte vuol dire essere soli, soli ad affrontare tutto ciò che deriva da quei mostri, dai tuoi mostri, le tue paure, ansie o dai pensieri più intimi e nascosti. E così, ogni giorno, ti ritrovi a combattere per questa vita, vita in cui gli altri gioiscono e tu invece, con fare introspettivo, vai avanti per la tua strada fra una battaglia e l'altra. Un guerriero certo, ma senza armi. Non esiste quindi un solo modo di esistere, ma esistono gli esseri, essere come loro ad esempio, o come me... anime dannate.
Perdersi, perdersi di vista e sentirsi morire. Solo, solo nella notte immerso nel tuo dolore. Piangere, piangere lacrime che non riesco a fermare. Urlare, urlare in silenzio quello che non so raccontare. E vivere, vivere senza te, senza me, senza noi. Dove sono finiti i nostri sorrisi, gli sguardi intensi, le dolci emozioni e i baci dal sapor infinito? Dove sono finiti? Dove? Il tempo, il tempo li ha catturati e poi dimenticati. Il destino ha mosso le sue ultime pedine. Era amore, ora la mia fine senza fine amore. Che inferno questa vita. Che inferno... mi sento morire. Mi sento morire... solo. Voglio morire.
Isolarsi e mettersi lì, seduto, ad osservare il vento tra le fronde degli alberi, sentirlo sulla tua pelle e poi ascoltare, si ascoltare quella impercettibile voce del bosco che parla al tuo spirito, al tuo io, provocando sensazioni miste di felicità e dolore nei tuoi pensieri, pensieri a volte troppo allegri o troppo tristi da raccontare perché, alla fine è davvero un gran casino raccontare la propria storia, la nostra vita agli altri. E allora non ci resta che godere di quegli attimi in solitudine, dove luce e ombra giocano tra quelle fronde, così come sembrano giocare nella tua mente, prima di trovare quella voglia di alzarci e camminare verso quel mondo che sembra non appartenerci ma nel quale siamo costretti a vivere, e pensando già al giorno in cui ritorneremo a sederci per sentirci nuovamente liberi, liberi di ritrovare noi stessi, cercando ordine nel proprio disordine. Isolarsi, sedersi, emozionarsi e perdersi, purezza e essenza del mio animo.
Torneremo mai a essere poeti guerrieri, armati del nostro amore e della nostra libertà, esseri liberi e indipendenti da questa società di schiavi, marionette a cui hanno tessuto filo troppo ingarbugliato? Sarò mai un uomo libero da ogni ragione sociale e legge, per sentirmi uomo davvero libero di vivere la mia vita come cazzo mi pare e piace? È giusto quindi pensare di preferire una vita breve, intensa e vissuta, piuttosto che una vita passata a dire "sì padrone" ed inchinarsi praticamente ai voleri altrui. È giusto? Non lo so, ma io credo sia un dovere scegliersi la propria strada, percorso, il proprio destino. Perciò io ci provo e vada come vada, senza rimpianti né rimorsi.