No, non chiamarli amici. Alcuni, dell'amicizia non sanno nemmeno l'abc... figuriamoci se sanno la profondità e la lealtà della vera amicizia.
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No, non chiamarli amici. Alcuni, dell'amicizia non sanno nemmeno l'abc... figuriamoci se sanno la profondità e la lealtà della vera amicizia.
Per tutte le donne che hanno creduto nell'amore ma amore non è stato. L'amore non può far paura. L'amore non fa male. L'amore fa vivere... non fa morire.
Che ne sanno gli altri quando crolli e ti dici
che non ce la farai più.
Quando vorresti tornare indietro, perché avanti non riesci più andare.
Quando spazzi via la polvere di alcuni ricordi che ti hanno fatto male.
Quando, invece, ti aggrappi a quelle memorie che avevi messo da parte, nel tuo cuore.
Che ne sanno gli altri dell'autunno che porti con te e le foglie secche dell'anima che si poggiano lentamente nei viali dei tuoi sogni.
Quando capisci che la vita ti catapulta dentro quella clessidra del tempo, che non passa mai.
Che ne sanno gli altri quando ti fidi e ti affezioni troppo in fretta.
Quando ti commuovi davanti alla vista di un tramonto o quando ti emozioni guardando gli uccelli che volano nell'azzurro cielo sopra di te.
Che ne sanno gli altri che sei quella che ne ha passate davvero tante eppure, quando hai toccato il fondo sei risalita più umile di prima.
Che ne sanno gli altri che devi essere una montagna di coraggio per non rischiare di franare e che per andare avanti a volte, è necessario fare qualche passo indietro per trovare una strada nuova da percorrere.
Che ne sanno gli altri che nonostante tutto
sai, che questa è la vita.
Tante volte non diamo il giusto valore a un sentimento, finché non lo proviamo dentro al nostro cuore.
Ed eccoti qua, a camminare tra i sassi di questo sentiero chiamato vita.
Certo, che se avessi le scarpe adatte, non farebbe poi così male?
Ma purtroppo, l'anima è come avere i piedi nudi e senti ogni cosa che attraversi sotto la pelle, fino alle ossa.
Ti entra dentro quel dolore e cerchi di portarti avanti ugualmente.
Ti ho vista che a volte, indietreggi, rallenti, prendi la rincorsa e altre volte devi fermarti, giusto il tempo per orientarti. Magari segui la bussola del cuore ma non sai mai dove ti porterà. Forse dove desideravi essere oppure dove non avresti mai voluto trovarti.
Poi, a un certo punto, per quanto vuoi andare avanti, i viali diventano tortuosi e perdi l'orientamento, l'andamento, l'equilibrio...
tutto diventa così instabile, mentre meno te l'aspetti, ecco che dietro l'angolo incontri l'invidia, la rabbia, il rancore, la falsità e l'odio...
tutto ciò che hai costruito nel tempo, perde valore.
Tutto si trasforma in incertezza.
Come castelli di carta, magari ci hai messo pure una vita per tirarli su, giorno dopo giorno, passo dopo passo ma alla prima vibrazione, tutto si distrugge.
Così, ancora una volta, ti tocca ricostruire daccapo.
Certe volte mi tuffo nel mare dei miei pensieri. Qualche volta annego e altre volte risalgo a galla. E in tutto questo sto in compagnia della mia amica Solitudine.
Cosa credete? Anch'io mi sono inciampata mentre percorrevo il viale della vita! Proprio quando camminavo, ho incontrato rose piene di spine. Belle ai mie occhi ma dopo averli toccati e spingendomi oltre mi sono inciampata, pungendomi un po' ovunque. Si, mi sono punta dappertutto, perfino nel cuore, lasciandolo sanguinare. A volte, ho cercato di curare quei sanguinamenti e altre volte ho preferito che le piccole ferite si rimarginassero da sole, perché scelta non avevo. Ho capito che ogni cicatrice ha la sua storia e ogni storia ha la sua cicatrice. Beh, in verità, le storie delle spine che entrano nell'anima, non potranno mai guarire.
Che prezzo hai dovuto pagare per dare fiducia ad alcune persone?
Nei suoi occhi si poteva leggere tutta la sua vita.
Ho detto al tempo:
"Quando passerai?"
Mi ha risposto:
"Nei momenti gioiosi ti ho sentito rimproverarmi che passo troppo veloce, dandomi del ladro.
Non mettermi fretta là dove decido di fare con calma.
Nei momenti felici ti ho sentito urlare di fermarmi.
Non credere che io possa trattenermi a tuo piacimento.
Nei momenti tristi mi hai anche accusato di essere troppo lento.
Non decidere tu quando devo correre.
Ti ho spiegato la differenza tra pazienza, attesa, precisione e premura.
Ti ho insegnato tanto quando sono passato.
Sto continuando a darti lezioni nel presente.
Ti dovrò spiegare ancora molto nel futuro.
A volte, non mi hai saputo spendere.
Mi hai sciupato.
Mi hai aspettato.
Mi hai perso.
Di certo, io devo passare di fretta oppure con calma ma non posso guardare in faccia nessuno".