Post inseriti da Cetty Cannatella

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Scritto da: Cetty Cannatella
(Quattro parole legate in croce)

Musica, scrusciu, abbaniati genti...
Mercati di parole, sentimenti venduti, calpestati dal passeggio momentaneo del pseudo compratore d'amore.
Cicatrici tatuate
Fiori sbocciati da dolori acerbi, poi maturi e prepotenti
Giro, giro tondo... ginocchia bucciate, anime tramortite, livide di dolore.
Preludio di nuova luce, quando il dolore diventa forza.
Quattru paroli attaccatì ncruci...
e come alla fine del gong sul ring, faccia livida e sanguinante
Gente che esulta al massacro e vince il più forte...
Il più forte non è chi ha usato violenza, né chi ha attaccato...
Ma è chi con coraggio si è difeso, battuto, non è caduto o con forza si è rialzato.
Le parole in croce con chiodi piantati sono rimaste lì... sterili, velenose e come kamikaze esplosi sui corpi di chi ha usato i colpi.
Il Cristo è sceso, risorto... e sul ring rimane vittorioso e tramortito, ignorato.
L'attentatore prima inneggiato... ora
vittima di se stesso e del malcreato.
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    Scritto da: Cetty Cannatella
    E mi disse: lei con me ha sbagliato, non è più mia amica... e le credetti.
    Dopo poco: sono sfortunata, anche tizia non mi cerca più... e mi rattristai.
    E poi ancora un altra tizia non fu più amica...
    e poi ancora e ancora...
    Finché mi girai, le guardai tutte e le capii.
    Composto giovedì 30 settembre 2021
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      Scritto da: Cetty Cannatella
      Il sole tramonterà, sorgerà...
      La pioggia cadrà, il caldo inaridirà le loro labbra, nasceranno figli non voluti...
      Le violenze continueranno...
      e non basterà rattristarsi, chiedere scusa alle donne, ai bambini.
      I 1000 splendidi sole di Hossein, saranno ancora dietro i burqa, dentro le donne afghane mortificate, maltrattate, violentate...
      20 anni non sono bastati, non lo so...
      Finché l'uomo guarderà i propri interessi economici ancor prima della dignità e della libertà umana, non basterà una vita.
      Ed io donna libera, sono immensamente triste per le donne afghane.
      Composto martedì 17 agosto 2021
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        Scritto da: Cetty Cannatella
        Scinnu ri la vanedda e ntruppicu ne me ricordi ca sannu ri gelsuminu e zagara, ri salsa di pumaroru ca priparanu pi lu nvernu.
        Caminu comu li me anni, ca annu 50 anni eppuru rintra mi sentu ri avirini ancora 20...
        Sorridu a sentiri na matri col suo accento nordico ca rici o sò picciriddu: prestami il cellulare amore!
        A matri chiedu in prestito una cosa sua?... mah!
        Ed io hai in visione a facci nchiappata ri criaturi ca jocavanu a mucciareddu, i machini eranu in fila posteggiati e tu pi vidiri dunni eranu ammucciati t'avia calari, e si riria tantu ca li truvavi pi lu rumuri di la risata, e poi si currieva nta lu muru a gridari: batti bani liberi tutti...
        Si è veru, avevanu li ginocchia nivuri, a facci nchiappata, ma jucavanu cu nienti, eranu amici e cumpagni, li matri avevanu un pocu di tempu pi fari li sirbizza e i picciriddi, puru si unn'avianu cellulari e giochi di tutti i tipi e qualità erano spensierati.
        Ora hannu tuttu e sunnu annoiati, sembranu anime in pena e invece hannu sulu bisognu di essiri menu viziati e viviri la sua età senza abitualli ad aviri tuttu.
        E fari comu di picciriddi ca jocavanu, s'ammucciavanu, si chiamavanu e currianu beati e puri si unnavianu nienti erano pieni di felicità.

        Traduzione.
        Sto per uscire da un vicolo e la mia mente inciampa nei ricordi, odore di gelsomino e zagara, di pomodoro fresco cucinato per la conserva d'inverno.
        Cammino come i miei anni che sono 50 ma dentro l'anima sono 20.
        Sorrido a vedere una madre che dice al figlio piccolo: prestami il cellulare amore!
        - la madre chiede in prestito una cosa sua?
        ... mah!
        Ed io rivedo la faccia sporca dei bambini che un tempo giocavano a nascondino, le macchine posteggiate in fila... e per scoprire dove erano nascosti dovevi abbassarti e guardare sotto, si rideva così tanto che li trovavi per il suono delle risate e poi si correva al muro a dire la frase: batti bani liberi tuttiiii!
        Si è vero, avevano le ginocchia nere e le facce sporche, ma giocavano con poco, erano amici e compagni, le mamme avevano più tempo e facevano i mestieri, i bambini anche se non avevano cellulari e giochi di ogni tipo erano spensierati.
        Ora hanno tutto e sono annoiati, sembrano anime in pena e invece sono solo bisogno di essere meno viziati e vivere la loro età senza abituarli ad avere tutto.
        E fare come quei bambini che giocavano, si chiamavano, correvano beati ed anche se non avevano niente erano pieni di felicità.
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