Perché, se so che questa è la cosa migliore, non riesco ad accettarla?.
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Perché, se so che questa è la cosa migliore, non riesco ad accettarla?.
E solo lei che danza con me.
Lei, uguale a tutte le altre, ma unica.
È lei che mi asseconda, che mi segue.
È solo lei che mi manda in fibrillazione il cuore.
Solo con lei sono in un bolla, mi protegge dalle storpiature del mondo.
Con lei, non ho maschere, ritrovo il mio volto per quello che sono, torno ciò che ero prima della violenza umana.
Gli do quel tanto che gli serve e lei mi dà quel tanto che mi serve.
Maledetto Dio, averci reso consapevoli di essere nati nel dolore di chi ci dona la vita.
Eppure, così vicini.
Basterebbero due braccia a fare da ponte
Invece, così lontani.
Due mondi, due guerre, due universi.
Vi è un vuoto, invisibile.
Una mancanza, tangibile, impenetrabile.
Una paura che cerca di uscire.
Ciò che sei oggi, è colpa mia?.
e ciò che sono oggi, è il figlio di quale dolore?.
Ti ho sognata, mi chiedo se anche tu lo fai?. Se mi sogni?.
Non li capisco questi sogni, tu i tuoi li capisci?.
Nel mio sogno siamo stati abbracciarti a lungo in un prato a parlare, confidarci segreti e paure.
Nel tuo? Cosa abbiamo fatto?. Cosa ci siamo detti?.
Al mio risveglio, come sempre accade quando ti sogno, già non ricordo. Mi rimane addosso come sudore una certa malinconia. Tempo un'altra ora e non ricorderò più nulla, sarà difficile riprendere sonno, mi rimangono sempre un mucchio di domande. Cosa significa?. Perché questi sogni?. Saranno incomplete come ogni volta, non ne posso più di misteri, vorrei capirti e soprattutto capirmi. È lo stesso per te e i tuoi sogni?.
Ormai non mi ricordo più niente di te, il suono della tua voce, l'aspetto del tuo sorriso, la consistenza della tua pelle.
Non riesco a immaginare cosa pensi ora che non sei più la stessa e non ricordo i pensieri che avevi in quel nostro tempo.
Odori, sensazioni, emozioni, più niente ricordo. Non ricordo di cosa si parlava, cosa si guardava.
Però ci sei, ma invisibile, impercettibile.
Una presenza assente.
Mi sembra di lottare con un ombra nel mezzo del bosco stregato.
Cerco di ricordarti ma non ci riesco e anche se provo a dimenticarti, fallisco.
Non so se a farmi stare peggio è non avere più nulla di tuo nelle mie mani o se perché non riesco a cancellare la percezione di te che ho.
Sembra quasi che in certi momenti mi arriva il tuo pensarmi, anzi sicuramente è una mia mera illusione, come di una stupida inutile sedia rotta che aspetta ancora il suo vecchio pazzo re, per così sentirsi un trono.
Vorrei chiudere gli occhi e svegliarmi in un mondo dove non sei esistita.
Avrei voluto essere me stesso, con la mia ingenuità, i miei dodici anni, così come i miei trentaquattro anni. Strapparmi la pelle dalla faccia e respirare di fronte a te, spogliarmi dei mie difetti per sentirmi una volta tanto inerme. Esposto in modo che tu possa vedere tutto ciò che c'è qui dentro senza maschere.
Essere protetto dai mali del mondo. Sentirti essere il mio scudo, quella forza che esiste solo per me.
"Avrei voluto", il peggior desiderio che si possa esprimere.
Caro amico meno male che ci sei anche tu in questo mondo non reale, che possiamo toccare ma da cui non si può fuggire.
Nelle nostre follie differenti, ci sfioriamo quasi e ci incontriamo ogni tanto.
Paralleli, ognuno nella propria direzione, ognuno alla ricerca di qualcosa di sensato nel nostro così diverso passato.
Rintontini, pieni, di quel succo amaro frutto di chi ha amato perché ha saputo rinunciare al proprio cuore.
Inutilmente cerchiamo un senso alla nostra vita del cazzo tra una risata e l'altra.
Senza di lei non mi sento più di chiamarla casa.
La paura rimane. Sempre!.