Scritto da: MaryRosa Amico
in Diario (Esperienze)
Dimmi come ci riesci? A fare cosa? Come riesci a farti scivolare tutto di dosso? Semplice, valuto e peso da quale bocca escono le parole.
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Dimmi come ci riesci? A fare cosa? Come riesci a farti scivolare tutto di dosso? Semplice, valuto e peso da quale bocca escono le parole.
Sapete qual è stata la mia soddisfazione più grande? Aver smascherato l'ipocrisia, la falsità e la menzogna. Ho vinto. Non ho ceduto all'arroganza di chi distorceva e manipolava la realtà delle cose.
Io sono tutto quello che mi è stato fatto in passato, una persona che si è fortificata negli anni. Nulla può più ferirmi, e nessun dolore può farmi più inginocchiare. Sono libera da ogni pregiudizio, libera da ogni falsità, libera da ogni omologazione, libera dai falsi perfezionisti, libera dall'arrivismo spietato di chi compete continuamente. Io sono libera da tutto ciò che non fa di me, una persona migliore.
Pinocchio, la favola che ci hanno raccontato su di te, non era vera. E nemmeno il gatto e la volpe erano così furbi come lo è la razza umana. Non sei tu il burattino bugiardo, ma tutti noi, nessuno escluso. Ma sappi anche, che esistono due categorie di persone, i menzogneri, e i veritieri, e che in tutti, ci può essere qualcosa di buono o di cattivo. Dipende da te, dal buon uso che fai nel saper scegliere con chi stare e chi evitare.
Io la testa l'abbasso, ma solo per non inciampare nelle meschinità quotidiane ed evitare così di pestare escrementi.
Copriti, ti si vede il cuore. E non tutti meritano di vederlo. Perché ci sarà chi lo userà, lo maltratterà e chi lo ferirà. Proteggilo. Proteggiti.
Mi devo liberare giacché non è più tempo che tutto resti dentro. Tutto ciò che annulla, distrugge, lacera e macera, ristagna.
Tu sai come mi sento io? No. Sai come mi sono sentito quel giorno quando ho varcato il cancello del canile e mi sono ritrovato a dimorare dentro una gabbia? No. Tu lo sai come mi sono sentito quando intorno a me incontravo altri occhi tristi come i miei e guaire per il dolore? No. Tu non puoi capire il dolore che ho provato e che provo ancora nell'aver capito che ero un peso, un giocattolo, un passatempo un vuoto momentaneo da riempire no, tu non puoi capirlo, come non puoi capire la gioia che ho provato quel giorno ancora cucciolo essere stretto al petto e sentire il calore di chi mi stringeva. Provaci tu a guardarti intorno e non ritrovare più quegli occhi che ti hanno scelto e poi abbandonato. Io non te lo auguro, e non lo auguro a nessuno di voi. Adesso non ho più un nome. Sono un numero e per molti, solo un randagio.
Non colgo le offese e rimando al mittente. Mamma mi ha insegnato: che se devo competere con qualcuno, deve essere superiore a me. Vincere facile, appartiene alle persone mediocri e prive di intelligenza.
Mia nonna che era saggia mi diceva sempre: quando farai cadere la maschera ad un bugiardo, lui reciterà la parte della vittime e tu del suo carnefice. Negherà l'evidenza fino alla fine distorcendo la realtà dei fatti. A quelli stai attenta. Sono maestri della menzogna.