Trama del film Momenti di Trascurabile Felicità

Lo yoga e l'Autan non sono in contraddizione? La luce del frigorifero si spegne veramente quando lo chiudiamo? Perché il primo taxi della fila non è mai davvero il primo? Perché il martello frangi vetro è chiuso spesso dentro una bacheca di vetro? E la frase: ti penso sempre, ma non tutti i giorni, che sembra bella, è davvero bella? A queste, e ad altre questioni fondamentali, cerca di dare una risposta Paolo, cui rimangono solo 1 ora e 32 minuti per fare i conti con i punti salienti della sua vita.

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Un medioman gialappasiano in un contesto molto più alla Warren Beatty ("Il paradiso può attendere", 1978) che alla James Stewart di Capra (1946). L'argomento serio forse per eccellenza è trattato coi toni della commedia semplice e spensierata, i quali stridono con l'ambizioni d'un film ch'invece non vorrebb'affatto esser'inconsistente, annacquato e, appunto, trascurabile. In questo lavoro di Lucchetti la banalità del quotidiano non viene disinnescata ma si riverbera e dilaga con tanto di messaggio finale sull'accettazione assolutoria e incondizionata della vita, a prescindere da pregi e difetti.

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