- Hagrid: Se quello scemo di tuo cugino Dudley ti dà qualche seccatura, puoi sempre minacciarlo di fargli spuntare due orecchie tipo la sua coda. - Harry: Ma, Hagrid, non ci è permesso di fare magie lontano da Hogwarts, lo sai bene... - Hagrid: Io sì, ma tuo cugino no!
[Parlando del drago di Hagrid] - Harry: Hagrid, cos'è esattamente? - Hagrid: è un... è un... - Ron: Io lo so che cos'è! Ma Hagrid, dov'è che l'hai preso!? - Hagrid: l'ho vinto! A uno straniero che ho conosciuto al pub! Sembrava contento di liberarsene, per la verità...
- McGranitt: Signor Davis! Signor Davis, quello è il gabinetto delle ragazze! Potter! - Harry: Ah, non si mette bene - McGranitt: Ci divertiamo vero? - Harry: Avevo un'ora libera stamattina, professoressa - McGranitt: Ah si, l'ho notato. Penserei che tu voglia riempirla con pozioni, oppure non hai più 'ambizione di diventare un Auror? - Harry: Beh l'avevo, ma mi hanno detto che devo ottenere eccezionale nei g. U. f. O. - McGranitt: Così era... quando il signor Piton insegnava pozioni. Comunque il professor Lumacorno è felicissimo di accettare allievi da M.A.G.O., con il voto oltre le aspettative - Harry: Magnifico, mi ci reco subito - McGranitt: Bravo, bravo... Potter... porta Weasley con te, sembra fin troppo felice lassù.
Credi che le persone scomparse che abbiamo amato ci lascino mai del tutto? Non credi che le ricordiamo più chiaramente che mai nei momenti di grande difficoltà? Tuo padre è vivo in te, Harry, e si mostra soprattutto quando hai bisogno di lui. Ramoso è tornato a correre la notte scorsa.
[Dopo aver scoperto Harry, che andava a zonzo per il castello con in mano la mappa del malandrino] Sai, neanche tuo padre ha mai seguito molto le regole, ma lui e tua madre hanno dato la loro vita per salvare la tua e sperperare il loro sacrificio andando in giro per il castello, non protetto e con un assassino in libertà, mi sembra un modo vergognoso di ripagarli.
[Ron è offeso perché Harry non gli ha detto di aver inserito il suo nome nel calice] - Harry: Ti comporti da stupido. - Ron: Sì, è quello che sono: Ron Weasley, cioè l'amico stupido di Potter.
Carissimo Igor, volevo aspettarti, ma mi sono sentito di troppo. Inoltre penso che tu ne abbia abbastanza del mio lavoro; forse ne hai abbastanza anche di me. Il nostro tempo insieme è finito, le nostre conquiste appartengono al passato e probabilmente nessuno conoscerà mai le nostre scoperte, ma penserò sempre a te con affetto, e sempre come ad un amico. In quanto a me ho qualche idea su dove abbiamo sbagliato, ed un giorno potrei chiamarti di nuovo... tieniti pronto; per ora, la tua vita è nelle tue mani e ti auguro di avere fortuna. Sei e rimarrai la mia migliore creazione. Tuo amico Victor Frankenstein.
Vedi cosa sono diventato? Vedi cosa devo fare per sopravvivere? Vivere a spese di un altro... Sono un parassita. Il sangue di unicorno riesce a rinvigorirmi, ma non può darmi un corpo tutto mio... Ma c'è una cosa che lo può fare, una cosa che, quando si dice la sorte, sta nella tua tasca!
Sentite, sembra tutto grandioso a sentirlo così ma la verità è che ho avuto fortuna, non sapevo quello che facevo metà del tempo ho avuto quasi sempre un aiuto. Affrontare queste cose nella vita reale non è come a scuola, a scuola quando commetti un errore puoi sempre riprovare il giorno dopo, ma lì fuori quando sei a un istante dall'essere ucciso o vedi un amico morire davanti ai tuoi occhi non sapete che cos'è.