Frasi tratte dai Film Romantici


Scritta da: Silvana Stremiz
- Ele: ... tu lo conoscevi e non mi hai detto niente?
- Gin: non ti ho detto niente perché mi sembrava così infantile... innamorarsi di una persona così... senza averci mai parlato...
- Ele: come faccio sempre io no? Senti Gin...
- Gin: ... senti... lo so come la pensi... tu al posto mio non perdoneresti mai... come dici tu... è la regola...
- Ele: sai a cosa servono le regole? A non buttarsi troppo in una storia... perché innamorarsi fa paura a tutti... e allora è più comodo nascondersi dietro alla fantasia... Gin... il principe azzurro non esiste... e amare è un altra cosa... è accettare una persona con i suoi difetti e i suoi sbagli... e te lo dico io che non sono mai riuscita a farlo...
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    Scritta da: Andrea Manfrè
    Paolo: "Ehi, Step, fatti un po' vedere? Mazza come stai bene. Sei dimagrito?"
    Step: "Sì. In America fanno un altro tipo di allenamento in palestra. Moltissimo pugilato. Ai primi incontri ho capito quanto siamo lenti qui a Roma."
    Paolo: "Sei definitissimo."
    Step: "E da quando in qua ti sei imparato 'sti termini?"
    Paolo: "Mi sono iscritto in palestra."
    Step: "Non credo alle mie orecchie. Era ora! Ma come, mi facevi tutte quelle storie. Ma che perdi tempo in palestra, che ti importa del fisico e tutte... E alla fine che fai?"
    Paolo: "Mi ha convinto Fabiola."
    Step: "Ah, ecco. Vedi, Fabiola già mi piace."
    Paolo: "Ha detto che stavo seduto troppo e che un uomo deve decidere chi è fisicamente a trentatré anni."
    Step: "A trentatré anni?"
    Paolo: "Ha detto così."
    Step: "Allora avevi ancora due anni di libertà."
    Paolo: "Ho preferito non essere nella regola perfetta."
    Step: "E brava Fabiola... E dove ti sei iscritto?"
    Paolo: "Alla Roman Sport Center."
    Step: "Anche questo l'ha deciso Fabiola?"
    Paolo: "No... Io... beh, la verità è che anche lei era già iscritta là."
    Step: "Ah, ecco..."
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      Scritta da: Andrea Manfrè
      Pallina: "Cavoli, ti devo raccontare mille cose. Oh, m'avessi scritto due righe, una telefonata, una cartolina. Ma almeno il numero mio te lo ricordi?"
      Step: "È lì che cercavo sempre Pollo"
      Pallina: "Ciao Andrea. Che, ci fai entrare?"
      Andrea: "Certo Pallina, stai sola con il tuo amico?"
      Pallina: "Sì, ma sai chi è lui? Dai, è Step, ti ricordi, ti ho raccontato..."
      Andrea: "Come no... Cazzo, ma sono vere tutte le cose che ho sentito su di te?"
      Step: "Riduci al sessanta per cento e qualcosa di buono c'è."
      Pallina: "E modesto... Grazie Andrea".
      Step: "Certo che sono proprio cambiati i tempi..."
      Pallina: "Perché?"
      Step: "Ma è così che li prendono i buttafuori adesso?"
      Pallina: "Ma guarda, Step, che quello è uno preciso."
      Step: "Sì, preciso. Che vuol dire preciso? Ai bei tempi, prima di stare su una porta ti facevano vedere i sorci verdi per capire se te la cavavi o no. Sai che una volta al Green Time mi hanno detto di consegnare i soldi in una stanza in fondo... Sono entrato e mi sono piombati addosso in tre... Insomma, col cavolo che mi hanno preso i soldi. Mi sono tolto la cinghia al volo e pum! In faccia a tutti e tre. A uno l'ho preso con la fibbia e gli ho spaccato uno zigomo. Gli altri due poca roba. Ma certe sganassate in faccia. E da quel giorno ho fatto quattro mesi filati sulla porta del Green Time. 100 a sera. Era un sogno e rimorchiavi che era una meraviglia."
      Pallina: "Pollo aveva un segno sulla faccia sotto lo zigomo sinistro. Mi ha detto che era stata una cinghiata."
      Step: "Forse sarà stato il padre."
      Pallina: "Bugiardo. Non sei cambiato."
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        Scritta da: Andrea Manfrè
        Raffaella: "Ma che hai fatto!"
        Babi: "Come che ho fatto?"
        Raffaella: "Sì, hai fatto tardi e in più hai tagliato i capelli!"
        Babi: "Oddio mamma, mi hai fatto prendere un colpo! Chissà che pensavo! Sì, me li sono tagliati stamattina. Sto bene? Ha detto Arturo, che me li ha fatti, che così mi donano molto di più."
        Raffaella: "Sì... ma avevamo impostato un po' tutto sui tuoi capelli lunghi!"
        Babi: "Mamma, ma sono solo scalati... lo sapevo che avresti detto così. Guarda... Ecco, ho fatto apposta i provini. Allora? Non sto meglio?"
        Raffaella: "Sì, stai bene. Ma la scelta che avevamo fatto mi sembrava più giusta... quella coi capelli lunghi."
        Babi: "Ma dai, non fare la difficile! Mamma, vedrai che per allora saranno anche ricresciuti. Piuttosto, sono tornata prima perché stasera abbiamo la cena da Mangili, giusto?"
        Raffaella: "No, l'ho spostata alla settimana prossima."
        Babi: "Ma mamma, scusa, allora potevi avvisarmi! Ho fatto presto apposta perché dovevamo andare da lui! Fammi una telefonata, no? Ho sempre il telefonino dietro! Mi chiami per le cose più stupide e poi non mi chiami per questo!"
        Raffaella: "Non ti chiamo mai per cose stupide."
        Babi: "Sì, lo so, ma ci tenevo un sacco a risolvere questo problema."
        Raffaella: "Babi, non fare così, dai, da Mangili ci andiamo la settimana prossima..."
        Babi: "Sì, ma subito! Io voglio essere sicura di questo Mangili, non lo abbiamo mai provato. Non lo conosce nessuno."
        Raffaella: "Ma se organizza pure le cene per il Vaticano."
        Babi: "Sì, lo so, ma quelli non escono mai, non sono abituati a mangiare! Che ne sanno se è buono o no quello che gli passano lì in convento?"
        Raffaella: "Babi, non fare così. Vedrai che andrà tutto benissimo... E una semplice cena..."
        Babi: "Sì, ma è la mia cena e per me è importante! E uno si augura che non sia l'ultima cena ma che, in questo caso, sia almeno l'unica cena!"
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