- Dan: Sai una cosa Blair? Mia madre ci ha abbandonati un paio di mesi fa. Ma il problema è che mio padre e mia sorella non lo vogliono accettare. Perché lei aveva detto che sarebbe stata via solo l'estate, per approfondire le sue doti artistiche. Ma l'estate è finita da un pezzo, e lei non è ancora tornata. Evidentemente non le importa di noi. Ogni volta che la vado a trovare, mi ripropongo di dirle quello che penso, guardandola dritta negli occhi. Le direi "Torna a casa subito, oppure non tornare più", qualche giorno fa ci siamo visti, era seduta a tavola, proprio di fronte a me. Così l'ho guardata negli occhi, e non sono riuscito a dire niente. - Blair: Perché? - Dan: Non lo so. Ma vorrei averlo fatto, non per cambiare le cose, ma per farle capire tutto quello che provo.
Per quanto mi riguarda, Shaw era un matto. Perché sai una cosa? Le tragedie accadono. E cosa ci vuoi fare, rinunciare? Lasciare tutto? No. Mi rendo conto ora che quando il cuore ti si spezza, devi lottare come una furia per assicurarti di essere ancora vivo. Perché lo sei... e il dolore che senti... è la vita. La confusione e la paura... è lì per ricordarti che da qualche parte lì fuori c'è qualcosa di meglio. E che vale la pena lottare per questo.
"L'amore non è amore... che si altera di fronte ad un ostacolo. Quando la vita è dura, quando le cose cambiano... ..l'amore vero fà lo stesso." Guardo Haley e Nathan e, in qualche modo, mi sento più sicura... Non posso spiegarlo, ma loro mi danno speranza... ed ho paura a dirlo ad alta voce, perché forse se la vita lo scopre, tenterà di toglierglielo e...sarebbe un peccato, perché tutti abbiamo bisogno, a volte, di speranza, sapete? Quella sensazione che tutto andrà bene, e che c'è qualcuno lì fuori che lo garantirà.
Veronica: Ricordami... perché abbiamo rotto? Logan: Eri convinta che l'erba dell'altro ragazzo fosse più verde. O forse era qualcosa sul fatto che sono troppo uomo? No, aspetta! Eri tu. Tu eri troppo uomo.
Dalla notte profonda che mi avvolge buia come un pozzo che da un polo va all'altro, ringrazio gli dei, quali essi siano, per la mia indomita anima. Stretto nella morsa degli affanni, io non mi sono mai tirato indietro, non ho pianto, sotto i colpi d'ascia della sorte il mio capo sanguina ma non si china. Visto d'altra parte questo luogo di rabbia e lacrime pare minaccioso, all'orrore delle ombre, così come alla minaccia degl'anni non mi trovano e non mi troveranno mai timoroso. Non importa quanto è stretto il varco o piena di punizioni la vita, io sono il padrone del mio destino, io sono il padrone della mia anima.
- Arthur: Non possiamo lasciarlo qui. Dobbiamo metterlo sul letto. - Merlino: Perché? Dorme, non se ne accorgerà. - Arthur: Merlino! - Merlino: Beh... gli prendo un cuscino. - Arthur: Lui è il re. - Merlino: E va bene, due cuscini.