Scritta da: himexdobe
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Buffy: E tu chi sei?
Spike: Avrai modo di scoprirlo sabato...
Buffy: E che succede Sabato?
Spike: Io ti ucciderò.
dal film "Buffy" di Serie TV
Buffy: E tu chi sei?
Spike: Avrai modo di scoprirlo sabato...
Buffy: E che succede Sabato?
Spike: Io ti ucciderò.
Ira: Salve, commissario. Ma questo è lo sbirro buono, quello cattivo dove l'avete lasciato?
Roberto: Facciamo i turni, ma se vuoi, te faccio stà cinque minuti da solo con lui.
Giulia: Ardenzi... Ieri, mi sono chiesta dove avessi già visto questo disegno.
Ira: è soltanto uno scarabocchio...
Giulia: Sì, è uno scarabocchio. Poi, però, ho visto questo... Come vedi il soggetto è lo stesso, però questo qui, questo qui, l'ha fatto un bambino, dieci anni fa e l'ha dato a mio padre... mio padre l'ha conservato, perché?
Altieri: No, no, non si deve mettere a parlare del padre; se comincia a parlare del padre, non ne esce più, troppo dolore...
De Santis: Lei questo lo sapeva, ancor prima di acconsentire all'interrogatorio.
Altieri: Sì, forse è stato un errore.
De Santis: No, no, aspettiamo, dottore, aspettiamo.
Giulia: Perché? Che fine ha fatto quel bambino? Mio padre, lo voleva salvare; per questo, quelli che adesso ti pagano, l'hanno ucciso. Anch'io vorrei aiutarlo, ascoltarlo, per capire. Quel bambino sei tu.
Ira: Dovresti avere più rispetto, commissario. Questo bambino è morto dieci anni fa. Non esiste più. E questo gioco non mi piace. Voglio andare via. Riportatemi in cella. Voi non potete tenermi qui. Commissario, voi non potete tenermi qui.
Roberto: Siediti...
Giulia: Allora, che t'è successo dieci anni fa?
Ira: Nessuno li capisce quelli come me, vero commissario? Sono parole tue?
Giulia: Come ti chiami, veramente?
Ira: E adesso tu che cosa vorresti capire?
Giulia: Riccardo?
Ira: No.
Giulia: Riccardo Corsi?
Ira: No.
Giulia: No. E allora come?
Ira: Trentuno. Mi chiamo trentuno. Come un numero. Trentuno. Il numero del mio letto. Perché? Perché durante la guerra, commissario, in Bosnia, le milizie, uccisero i miei genitori quando io avevo due anni e mi rinchiusero in un istituto, alla periferia di Belgrado. Il mio nome? Trentuno. E poi io non volevo essere un numero, allora sono scappato. Ho vissuto d'espedienti, insieme a altri bambini, per strada... lo sa come ci chiamavano? "La banda degli orfani di guerra"! Divertente, vero? Poi è ritornata la milizia, che doveva bonificare la città e allora ci riportò indietro, in quel maledetto istituto... Era una notte di guerra, commissario, arrivarono due uomini, facevano parte della mafia slovena, hanno preso tre di noi, ci hanno caricato su un camion, ci hanno portato in Italia e lì... ci hanno venduti a un uomo, non eravamo più dei numeri, ma dei giocattoli.
Quel posto, era peggio di prima e allora sono scappato di nuovo, tuo padre mi ha trovato, voleva sapere dove fossero gli altri due bambini, dov'erano nascosti, ma io non mi ricordavo niente, mi ricordavo solo quella stanza buia e quei segni sul muro.
Tuo padre, ha preso il mio disegno, mi ha detto che sarebbe ritornato, ma non l'ha mai fatto e, al suo posto, è venuto quell'uomo, che mi ha riportato indietro...
Giulia: Perché hai preso il nome di mio padre?
Ira: Perché era l'unico che riusciva a capirmi... era l'unico che mi trattava come un essere umano... era come un padre, per me, ma poi l'hanno ucciso...
Giulia: Poi che è successo? Perché sei rimasto con loro?
Ira: Perché quando non hai niente nella vita, non stai a guardare chi ti tende la mano.
Giulia: Come si chiama l'uomo che t'ha portato via?
Ira: Poi ti senti schifoso...
Giulia: Dimmi come si chiama.
Ira: Ti senti marcio...
Giulia: Ti sostituiranno, lo capisci?
Ira: Come se fosse colpa tua?
Giulia: No.
Ira: Perché, alla fine, in fondo, anche tu, sei come loro...
Giulia: No, tu non sei come loro...
Ira: Ti dici che tutto quel dolore, te lo sei meritato...
Giulia: Tu sei diverso. Sei una vittima. Dimmi come si chiama quell'uomo. Ti sostituiranno, Ira! Appena si accorgono che non gli servi più! Perché non lo capisci? Perché continui a difenderli ancora? Ti sto chiedendo soltanto un nome!
Ira: Basta, commissario! Adesso, sai come sono andate le cose... Hai avuto la tua storiella, no? Ma non sarò io a tradirlo... non sarò io a tradirlo. E, adesso, per favore, riportatemi in cella.
Mia madre cantava sempre per me. Penso di non averlo mai detto a nessuno prima d'ora. Era un po' il nostro piccolo segreto, ma, ogni sera lei entrava a rimboccarmi le coperte e mi cantava qualcosa tipo delle ninna nanne o roba da qualche album rock.
E poi, dopo che se n'è andata, mi ricordo che ero sdraiata a letto per la prima volta e sentivo solo il silenzio, capisci? Ed è così che ho capito che, per il resto della mia vita, era finita. Tutte le sue canzoni erano scomparse e la sua voce e il modo in cui mi calmava. Tutto quanto.
Quindi immagino di aver cercato di trovare delle nuove canzoni per riempire quella quiete, ma nessuna di esse lo ha mai fatto veramente, sai?
E ora, lei se n'è andata... e Mia se n'è andata. E Lucas se n'è andato.
C'è soltanto silenzio.
C'è solo silenzio.
Seth: [dopo aver fumato] Pazzesco... me lo ero perso... Save the last dance.
Summer: Sì, lo so che non c'erano sottotitoli e ninja volanti però la storia era simpatica.
Seth: No, l'ho trovato strepitoso giuro. La catarsi della coreografia finale era commovente... e ti dirò di più, ho provato una gioia enorme eccelsa infinita quando Sara è riuscita ad entrare alla Julliard. Ci teneva tanto per la sua mammina, solo per la sua mammina Summer.
Summer: Sì... trama sgangherata.
Seth: È strepitoso anche questo.
Summer: È una schermata blu Cohen.
Seth: Vero, ma guarda che blu. Chi l'aveva mai notata. Viene quasi voglia di nuotarci dentro... non ti pare?
Summer: Altroché.
Seth: Come un naufrago nell'oceano.
Summer: Super blu.
Seth: Bluissimo.
Summer: Scusa... Vado un attimo al bagno.
Seth: Quando torni ci togliamo i pantaloni?
- Cassie: Sai cosa fa più male quando ti spezzano il cuore?
- Chris: No...
- Cassie: Aver dimenticato come stavi prima... Devi mantenere quelle sensazioni. Se le lasci andare, non le riavrai mai più...
- Chris: e come resterò?
- Cassie: Sarai insensibile al mondo e a tutto ciò che ti circonda.
Pare che Chuck Bass non sia il solo ad aver perso qualcuno che amava questa settimana. Le nostre più sincere condoglianze signorina Waldorf. Kiss kiss, Gossip Girl.
Preside, famiglie, colleghi diplomati.
Sono qui di fronte a voi consapevole del momento che stiamo vivendo.
So perfettamente, a parte la mia incredibile tensione, che state provando quello che provo io: orgoglio e appagamento, soddisfazione e rammarico, e una forte speranza per il futuro.
Ma non sono qui per approfondire il discorso sui vostri sentimenti.
Invece vorrei parlarvi di persone della mia vita che non ci sono più, persone che mi mancano molto, persone che mi sono sempre accanto in modi diversi.
Ma che siano separati dalla morte o dalla semplice distanza, so che sono ancora con me perché vivono nel mio cuore.
La verità è che col tempo è questo che saremo l'uno per l'altro anche noi, solo un oceano di ricordi: alcuni meravigliosi e teneri, altri un po meno; ma sono proprio i ricordi che ci aiutano a diventare quello che siamo e quello che saremo.
Perciò sia che voi siate insieme o che siate solo l'uno nei pensieri dell'altro, ricordatevi di chi vi è stato vicino un tempo e mi auguro che ovunque vi capiterà di andare nella vostra vita, porterete sempre Capeside nel cuore.
Congratulazioni.
Un addio così è come un ponte che ti crolla alle spalle e se mi guardo indietro vedo soltanto un grande vuoto, che non potrò colmare mai più.
È che mi piace vederti felice.
- Emily: Almeno aveva un marito da uccidere
- Lorelai: Non perde un colpo la nonna.