Fulvio: "No no Ernesto, non mollare adesso eh! Regalaci ancora un'immagine." Ernesto: "Ma che ne so Fulvio, che ne so... Io non avevo mai tradito mia moglie e da quel giorno non l'ho fatto più, però, ogni tanto, quando litighiamo e ho voglia di sentirmi un po' infedele, vengo qua su in questa terrazza, prendo un lenzuolo e me lo metto in testa, poi recito quella poesia. C'è la neve nei miei ricordi / c'è sempre la neve / e mi diventa bianco il cervello / se non la smetto di ricordare"
Basta, confesso! Da adesso è ufficiale: sono innamorato di lei. Amo il suo sorriso, i suoi capelli, le sue ginocchia... quella piccola voglia a forma di cuore che ha sopra il seno... Amo il modo in cui ogni tanto si inumidisce le labbra prima di parlare... Amo la sua risata, l'espressione che ha quando dorme... Amo il fatto che sento questa canzone ogni volta che penso a lei... Amo quello che provo quando le sto accanto... quella sensazione che tutto sia possibile... insomma che la vita meriti di essere vissuta.
Ernesto: "Eccome Fulvio, pronto." Fulvio: "Dai allora, siamo tutti ansiosi di sapere l'ultima puntata della tua avventura!" Ernesto: "Fulvio senti, io forse in questi giorni non t'ho detto tutto quanto. E cioè che se non avessi avuto una famiglia, se non avessi avuto una moglie o una figlia che m'hanno ripreso a casa, ma chi ero io adesso? Chi ero? Ero un poveraccio. Perché la famiglia è importante, è un valore prezioso. Ma vuoi mettere l'abbraccio di tua moglie, un dialogo ritrovato con tua figlia, sono cose importanti..." [...] Ernesto: "Fulvio, quegli occhi, quel paio d'occhi che brillavano, sembravano due fari, due torcie. E quel sorriso, così accecante sembrava... sembrava di vedere il sole quando lei rideva. Fulvio, quando un uomo si sente addosso quello sguardo, quell'espressione, è inevitabile che gli esploda qualche cosa dentro. Tu pensi che io c'ho avuto soltanto un infarto? Ma io ce n'ho avuto tre, quattro... non lo so nemmeno io quanti ce n'ho avuti!"
- Blair: Solo perché sei vestito male non vuol dire che non sei Chuck Bass. - Chuck: Perché dovrei voler essere lui? - Blair: Avresti dovuto dirmi che ti avevano sparato. - Chuck: Strano che non sia stata tu a farlo. - Blair: L'ho fatto. Molte volte, nei miei sogni, quelli belli. Ma se ti fosse successo qualcosa di brutto, avrei voluto saperlo. - Chuck: Quando mi sono ripreso i miei documenti erano scomparsi... Nessuno sapeva chi fossi, nessuno sarebbe venuto a cercarmi... ho pensato che se ero vivo, non doveva esserlo per forza anche Chuck Bass. - Blair: Cambiare il tuo nome non cambia ciò che sei. - Chuck: È un buon inizio... è un'occasione per vivere in un modo semplice, guadagnarsi il rispetto della gente, magari diventare una persona che qualcuno riesca ad amare... - Blair: C'era già qualcuno che ti amava. E il minimo che devi a lei e a tutti quelli che vuoi dimenticare è non scappare. Cosa che invece stai facendo. E non credo che quel grande uomo che hai intenzione di diventare sia un codardo. Credo che affronterebbe quello che ha fatto. - Chuck: Ho distrutto l'unica cosa che abbia mai amato... - Blair: ... Io non ti amo più. Ma ci vuole molto di più di te per distruggere Blair Waldorf... - Chuck: La tua vita sarebbe molto più facile se io non tornassi. - Blair: È vero... Ma non sarebbe il mio mondo senza di te...
L'amore è fragile, e noi non sempre sappiamo prendercene cura, improvvisiamo e cerchiamo di fare del nostro meglio, sperando che possa sopravvivere contro ogni avversità...
Su molte cose non erano d'accordo, anzi di rado erano d'accordo su qualche cosa. Era un litigio continuo, una sfida continua ogni giorno. Ma nonostante il loro essere così diversi, una cosa importante avevano in comune: erano pazzi l'uno dell'altra.