La pubblicità ci fa inseguire le macchine e i vestiti... Fare i lavori che odiamo per comprare cazzate che non ci servono. Siamo i figli di mezzo della storia, non abbiamo ne uno scopo ne un posto, non abbiamo la grande guerra ne la grande depressione. La nostra grande guerra è quella spirituale! La nostra grande depressione è la nostra vita. Siamo cresciuti con la televisione che ci ha convinti che un giorno saremmo diventati miliardari, divi del cinema, rock star... ma non è così! E lentamente lo stiamo imparando e ne abbiamo veramente le palle piene.
Hartman: Come ti chiami faccia di merda? Brown: Signore, soldato Brown, signore. Hartman: Balle, d'ora in poi tu sei il soldato Biancaneve. Ti piace questo nome? Brown: Signorsì certo, signore. Hartman: Beh, c'è una cosa che non ti piacerà, soldato Biancaneve: non si serve il piatto negro nazionale, né il pollo fritto, né il cocomero alla mia mensa.
Sergente Hartman: E tu che scusa hai? Soldato Cowboy: Signore, scusa di che, signore? Hartman: Le domande qui le faccio io fino a prova contraria, sono stato chiaro? Cowboy: Signorsì, signore. Hartman: Bene, grazie mille, ti dispiace se comando io per un po'? Cowboy: Signorno, signore. Hartman: Sei un po' emozionato, sei un po' nervoso? Cowboy: Signorsì, nervoso, signore. Hartman: Sono io che ti rendo nervoso? Cowboy: Signore? Hartman: Signore cosa, avevi mica intenzione di darmi dello str**zo? Cowboy: Signorno, signore. Sergente Hartman: Quanto sei alto soldato? Soldato Cowboy: Signore, 1 e 73 signore. Sergente Hartman: 1 metro e 73? Prima non facevano pile di merda così alte... cerchi anche di fregarmi qualche centimetro?! Eh... è chiaro, io dico che la parte migliore dello schizzo da cui sei nato è colata tra le chiappe di tua madre ed ha macchiato il materasso. T'hanno fatto con lo scarto! Da dove ca**o vieni comunque soldato? Soldato Cowboy: Signore, Texas Signore. Sergente Hartman: Strano io ho sempre saputo che nel Texas ci nascono solo tori e checche, soldato Cowboy. Tu l'aria del toro non ce l'hai neanche un po' e quindi il cerchio si restringe! Tu succhi i ca**i? Cowboy: Signorno, signore. Hartman: Ci soffi dentro per gonfiarli? Cowboy: Signorno, signore. Hartman: Io scommetto che tu sei uno di quegli ingrati che lo mette in c**o a qualche poveraccio senza neppure dargli la cortesia di menarglielo davanti per sdebitarsi. Ti terrò d'occhio.
Dio ci si arrapa con i marines. Perché noi ammazziamo tutto quello che vediamo! Lui fa il suo mestiere, noi facciamo il nostro! E per dimostrargli il nostro apprezzamento per averci dato tanto potere, noi gli riempiamo il cielo di anime sempre fresche! Dio è arrivato prima del Corpo dei marines e quindi a Gesù voi potete offrire il cuore, ma il vostro culo appartiene alla nostra arma!
Tornate in branda! Ma che ca**o di cinematografo è questo? Che vi prenda un accidente secco, che ca**o state facendo nel mio cesso? Come mai il soldato Palla di Lardo non è in branda dopo il silenzio? Come mai il soldato Palla di Lardo ha un fucile in mano? Come mai non gli hai ancora strappato le budella soldato Joker?
Sergente Hartman: I tuoi genitori hanno anche figli normali? Soldato Palla di Lardo: Signorsì, signore. Sergente Hartman: Si saranno pentiti di averti fatto. Tu sei talmente brutto che sembri un capolavoro d'arte moderna. Come ti chiami sacco di lardo? Soldato Palla di Lardo: Signore, Leonard Lawrence, signore. Sergente Hartman: Lawrence? Lawrence come? D'Arabia? Soldato Palla di Lardo: Signorno, signore. Sergente Hartman: Il tuo è un nome da nobili! Tu sei di sangue reale? Soldato Palla di Lardo: Signorno, signore. Sergente Hartman: E tu li succhi i cazzi? Soldato Palla di Lardo: Signorno, signore. Sergente Hartman: Balle! Tu ti succhi una pallina da un capo all'altro del tubo per innaffiare! Soldato Palla di Lardo: Signorno, signore. Sergente Hartman: Non mi piace il nome Lawrence, solo finocchi e marinai si chiamano Lawrence. D'ora in poi tu sarai Palla di Lardo! Sergente Hartman: Mi trovi carino soldato Palla di Lardo, ti sembro buffo? Soldato Palla di Lardo: Signorno, signore. Sergente Hartman: Allora strappati dal grugno quel sorriso da stronzo! Soldato Palla di Lardo: Signorsì, signore. Sergente Hartman: Bene, prenditela pure comoda, tesoro! Soldato Palla di Lardo: Signore, ci provo, Signore!. Sergente Hartman: Palla di Lardo, ho deciso di darti tre secondi, esattamente tre fottuti secondi, per toglierti quel sorriso da cretino dal muso. In caso contrario ti strappo le palle dagli occhi e ti fotto il cervello!... uno... due... tre... Soldato Palla di Lardo: Signore, non ci riesco, signore! Sergente Hartman: Balle! Mettiti in ginocchio, sacco di merda!!! [Palla di Lardo si inginocchia] Strangolati da solo. [Palla di Lardo inizia a strangolarsi] Ma no, con la mia mano, brutto stronzo! [Palla di Lardo fà per prendere la mano del sergente] Non mi tirare la mano, ho detto strangolati da solo. Chinati in avanti e lasciati strangolare. [Palla di Lardo si fà strangolare] Hai finito di sorridere? Soldato Palla di Lardo: (Con voce strozzata) Signorsì, signore. Sergente Hartman: Come hai detto? Non ti sento. Soldato Palla di Lardo: Signorsì, signore. Sergente Hartman: Balle, non ti sento ancora! Urla come se le avessi davvero. Soldato Palla di Lardo: (Con voce roca ma distintinta)Signorsì, signore. Sergente Hartman: Basta così alzati in piedi. [Palla di Lardo si alza] Palla di Lardo, è meglio che metti il culo in carreggiata e inizi a cacarmi anelli con brillanti su un piatto d'argento altrimenti sarò costretto a fotterti di brutto.
Buona sera, Londra. Prima di tutto vi chiedo di scusarmi per questa interruzione. Come molti di voi io apprezzo il benessere della routine quotidiana, la sicurezza di ciò che è familiare, la tranquillità della ripetizione. Ne godo come chiunque altro. Ma nello spirito della commemorazione, affinché gli eventi importanti del passato, generalmente associati alla morte di qualcuno o al termine di una lotta atroce e cruenta vengano celebrati con una bella festa, ho pensato che avremmo potuto dare risalto a questo 5 Novembre, un giorno, ahimè, sprofondato nell'oblio, sottraendo un po' di tempo alla vita quotidiana, per sederci e fare due chiacchiere. Alcuni vorranno togliere la sicura, sospetto che in questo momento stiano strillando ordini al telefono e che presto arriveranno gli uomini armati. Perché? Perché, mentre il manganello può sostituire il dialogo, le parole non perderanno mai il loro potere; perché esse sono il mezzo per giungere al significato, e per coloro che vorranno ascoltare, all'affermazione della verità. E la verità è che c'è qualcosa di terribilmente marcio in questo paese. Crudeltà e ingiustizia, intolleranza e oppressione. E lì dove una volta c'era la libertà di obiettare, di pensare, di parlare nel modo ritenuto più opportuno, lì ora avete censori e sistemi di sorveglianza, che vi costringono ad accondiscendere a ciò. Com'è accaduto? Di chi è la colpa? Sicuramente ci sono alcuni più responsabili di altri che dovranno rispondere di tutto ciò; ma ancora una volta, a dire la verità, se cercate un colpevole, non c'è che da guardarsi allo specchio. Io so perché l'avete fatto. So che avevate paura. E chi non ne avrebbe avuta? Guerre, terrore, malattie. C'era una quantità enorme di problemi, una macchinazione diabolica atta a corrompere la vostra ragione e a privarvi del vostro buon senso. La paura si è impadronita di voi, ed il caos mentale ha fatto sì che vi rivolgeste all'attuale Alto Cancelliere, Adam Sattler. Vi ha promesso ordine e pace in cambio del vostro silenzioso, obbediente consenso. Ieri sera ho cercato di porre fine a questo silenzio. Ieri sera io ho distrutto il vecchio Bailey, per ricordare a questo paese quello che ha dimenticato. Più di quattrocento anni fa, un grande cittadino ha voluto imprimere per sempre nella nostra memoria il 5 Novembre. La sua speranza, quella di ricordare al mondo che l'equità, la giustizia, la libertà sono più che parole: sono prospettive. Quindi, se non avete visto niente, se i crimini di questo governo vi rimangono ignoti, vi consiglio di lasciar passare inosservato il 5 Novembre. Ma se vedete ciò che vedo io, se la pensate come la penso io, e se siete alla ricerca come lo sono io, vi chiedo di mettervi al mio fianco, ad un anno da questa notte, fuori alle porte del Parlamento, e insieme offriremo loro un 5 Novembre che non verrà mai più dimenticato.
Voilà. Alla vista un umile veterano del Vaudeville, chiamato a fare le veci sia della vittima che del violento dalle vicissitudini del fato. Questo viso non è vacuo vessillo di vanità, ma semplice vestigia della Vox Populi, ora vuota, ora vana. Tuttavia questa visita alla vessazione passata acquista vigore ed è votata alla vittoria sui vampiri virulenti che aprono al vizio, garanti della violazione vessatrice e vorace della volontà. L'unico verdetto è vendicarsi... Vendetta... E diventa un voto non mai vano poiché il suo valore e la sua veridicità vendicheranno un giorno coloro che sono vigili e virtuosi. In verità questa vichyssoise verbale vira verso il verboso, quindi permettimi di aggiungere che è un grande onore per me conoscerti e che puoi chiamarmi V.