È vantaggioso non sembrare il tipo di persona che possa far qualcosa di sciocco o sleale, o giù di lì. Ti affranca, ti fa vivere di rendita e ti solleva dall'attribuzione di stati spiacevoli, mentre sollevi gli altri dai lembi del culo.
Sei la perdita e l'abbandono di riconoscerti come impossibile un attimo dopo l'averti tenuto dentro. Sei nostalgia già nel bacio, nella saliva, nel tocco e nel ricordo già mentre mi sfiori, ché ti vedo sempre oltre ad una porta chiusa come se io fossi sempre fuori, addirittura sigillata dentro.
Percezioni fantasma del tuo tocco, pressioni che sento nei punti sensibili della pelle ancora tesa, una geografia che percorre tra i nei, una chiusura di ciglia. Mi sei nell'assenza, nell'odore che mi hai lasciato addosso, tra le lenzuola che mi coprono per ricordare la sensazione delle tue mani. Il desiderio è nevralgia, s'irradia dalla testa per lambirmi anche la carne, come se le sensazioni perdurassero, refrattarie all'abbandono ed è guizzo tra i muscoli, contrattura, un crampo gutturale al centro del petto, tra i seni, fra i polmoni che imitano ancora il saliscendi ritmico ed affannoso. L'impressione dei tuoi odori mi resta nelle narici, tabacco ed incenso misti ai tuoi liquidi umori sulla mia pelle.
Ed afferrare i colori di una pioggia estiva. Inaspettata. Fiochi, irriverenti riverberi intrappolati in gocce. Grappoli d'umidità crescere dalla terra bagnata, imprigionarsi, sprigionarsi in odore, giungermi dalle narici alle tempie, in freschezza. E vederti, all'altro capo della strada, con un ombrello in mano per ripararmi.
Passami attraverso l'anima dalle porte che ti ho lasciate accostate. Entra in punta di piedi, ma fai chiasso devastante dentro al cuore. Parte dei miei pensieri, infilati dentro alle giornate e messe dentro alla mia testa. Enorme meraviglia che mi penetra il pensiero quando mi passi davanti agli occhi della mente. Come se ci sentissimo la pelle.
Ti chiudo gli occhi in faccia. Come fossero porte. Punti di separazione tra ciò che ho dentro e ciò che mi rimane fuori. Unica visione posizionata fuori che mi sta dentro. Tu.