Il cuore è un mare di emozioni
e vola la mente, mentre i ricordi
se allunghi le mani li prendi
come panni stesi al sole.
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Il cuore è un mare di emozioni
e vola la mente, mentre i ricordi
se allunghi le mani li prendi
come panni stesi al sole.
Mille querce aspettano un raggio di sole
per illuminare le loro chiome, il giorno
sta andando alla deriva ed ecco che una nuvola appare, sembra zucchero filato.
Non posso contenere questa sensazione
voglio provare un tuo bacio, un abbraccio,
il calore e il sapore del vino lo starti vicino,
vicino al tuo cuore nei pressi dell'orto.
E ti penso in questo preciso momento
io ti penso mentre tu estranei il tuo corpo,
rifiuta la mente il fluire dei sogni, l'abbraccio
a distanza, mentre il ghiaccio si scioglie.
Mi distraggo un momento solo per saperti
lontano, ma poi durante il giorno ti penso,
e come se il pensarti fosse l'amarti, l'averti,
i miei occhi non dicono il falso, sei bella.
Amarti mi dà gioia...
ho voglia di abbracciarti...
di correre da te,
ho voglia di vederti,
ho voglia che tu mi veda,
voglio parlarti per ore, di tutto,
voglio farti sapere quanto sono felice di amare,
di amare te.
Ho voglia di sentire la tua voce,
che mi trapassa il cuore.
Voglio sapere tutto di te,
voglio innamorarmi di ogni tuo pensiero.
Voglio amare i tuoi sorrisi,
le tue lacrime, voglio amarti quando sei in collera,
quando ti senti solo...
I baci sono tutti uguali
quando baciamo chiudiamo gli occhi
per sentire i profumi
per isolarci dal mondo
e quel mondo
è tutto in un istante lungo una vita
quando baciamo tutti chiudiamo gli occhi
uomo con donna
uomo con uomo
mamma con prole
i baci sono tutti uguali.
Io chi sono?
Lo specchio non riflette più lo stesso uomo
Lei viene?
Sale
scende le scale
Perdo il cuore
Perdi i pezzi
Un dito
Un occhio
Uno sguardo
Il tuo sorriso
Gli occhiali sul naso
Una matita tra i denti
Un mio pensiero
per fermare i tuoi capelli,
che bella:
quando mi sorridi
Quando non mi dici niente
Quando mi parli del cane
I campi brulli di gennaio
La tua macchina su viale
Un milione di cuori con la freccia
Scolpiti sul mio petto.
Potrei morire di tanto bene
Far crescere il grano
Rifiorire il pesco il melograno
volare sul pianerottolo
Del secondo piano
invece strascico pensieri strani
Mi sudano le mani.
Vorrei scappare.
La tua mamma in un valzer veneziano
i fagioli messicani
Una mia lacrima sul pianoforte
Quando ti penso troppo forte
Un dito in bocca per fermare il dolore di un amore che non posso
Apro la porta
Voglio andare via
Mi colpisce una sensazione strana
Una mollica di pane
Il tuo cappotto
La sciarpa di lana
Un bacio sulla guancia
Fai piano
Tu regina della neve
Io goccia di rugiada
Fermo immagine
mentre scendi le scale
Ti guardo dalla finestra
da dentro la macchina
mi fai ciao con la mano
se Dio vorrà ti rivedrò domani.
E se Dio vorrà godrò ancora
Della luce del sole fermo al centro del cortile
Con la speranza di avere nel cuore
Un dolore più gentile
Che mi mostri la sua faccia
Con lo specchio del tuo viso
e confonderla dolcemente
con le lacrime di un sorriso.
Ma se di tanto amore
Stanotte io morirò
ti lascerò questa poesia
l'ultimo verso vorrei
che lo scrivessi tu.
Ti guardo negli occhi
e leggo poesia
guardo al di fuori
e sento
nostalgia.
Io sì, ti ho incontrata
ma tu non mi hai più visto.
Ti ho riconosciuta al primo
passo nel giardino,
come una foglia riconosce
il vento e vibra.
Ed eri proprio tu: il soffio che
suona il fischio, il raggio che
dichiara il giorno.
Io sì, io sì
ti ho rivista nella carne nuova
e il tempo della morte
(prima di rinascere)
è stato generoso
o solo un po' distratto,
perché mi ha lasciato
un punto di memoria,
sgocciolato alle fauci dell'oblio,
ed è lì che poi ti ho ritrovata.
Ma posso solo guardarti in vita,
mentre parli e sorridi
come se non mi avessi visto mai.
Perché tu - sì, tu - là dentro ancora muori.
Ahi! Cosa farò per risvegliarti.
Anima silente
nel tuo essere viva,
trattieni mani
grondanti di parole
lasciate ad un ibrido stupore.
Siamo arrivati di notte e mistica
ci appare Venezia.
Gravida è la luna nella laguna
predica il garbino fino al mattino.
Svelto-svelto è carnevale! andiamo a sfogare
insolenti i nostri tormenti, dentro la
calca dominati dal leone.
Dal campanile, un angelo inverosimile
s'impone.
Gli occhi mascherati sono buchi
senza fondo: ricchi di costumi stabili
di storia.
Vieni, andiamo in quel ramo: passeremo
uno dietro l'altro
come quella volta...
ti terrò per la cintura e guarderemo
in alto un lembo di cielo intatto.
Sotto un cielo
bagnati dalla pioggia
siamo i colori più belli
che dipingono l'amore
creando il nostro fantastico arcobaleno.