Scritta da: Michele Violato
in Poesie (Poesie d'amore)
Voglio
Voglio ridere con te
piangere con te.
Voglio amarti ed
essere amato.
Voglio essere tuo e
sentirti in me.
Voglio condividere
le gioie e i dolori.
Voglio te.
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Voglio ridere con te
piangere con te.
Voglio amarti ed
essere amato.
Voglio essere tuo e
sentirti in me.
Voglio condividere
le gioie e i dolori.
Voglio te.
Chiudi gli occhi
e lasciati trasportare con me
nel mondo dell'amore.
Ascolta il tuo cuore,
non dominare le tue emozioni.
Sii folle
perché è la pazzia
la fonte della felicità.
Fatti amare con tenerezza,
con gioia,
con passione
vivi.
Desidero sentire la vita
amo il delicato gusto del piacere
la passione che torce l'anima e la consuma
la tristezza che avvolge e coccola
quello che rimane del sogno.
Vorrei essere un gabbiano
per volare libero nel cielo;
vorrei essere il vento
per soffiare nei tuoi capelli e accarezzare il tuo viso;
vorrei essere un torrente
per trascinarti via con me;
vorrei essere il sole
per scaldare il tuo cuore;
vorrei essere la luna
per vederti sognare;
vorrei essere la pioggia
per bagnarti d'amore;
vorrei essere una lacrima
per scivolare sul tuo viso;
vorrei essere un libro
per farmi leggere dentro;
vorrei essere la tua anima
per restarti sempre vicina;
vorrei essere un fiore
per confondermi con la tua bellezza;
vorrei essere un quadro
per piacerti ogni volta che lo vedi;
vorrei essere un violino
per farti sentire la dolcezza del suono;
vorrei essere un fuoco
per accendere il tuo amore;
vorrei essere una stella
per illuminare i tuoi occhi;
vorrei essere un pagliaccio
per vederti sorridere sempre;
vorrei essere un oceano
per farti immergere in me stesso;
vorrei essere una montagna
per osservarti ovunque tu sia;
vorrei essere un poeta
per lodare la tua persona;
mi basta che tu sia con me per avere tutto di te.
Sull'orizzonte indefinito
di apparente solitudine
mi commuovo per un sogno prezioso
pennellato di nulla etereo,
e dipingo un sentimento invisibile
con labbra cremose di freschezza
è tutto qui il mio esistere-amare?
Con chi far danzare la mia anima?
Un lampo di luce accarezza il buio
finalmente i pensieri scompaiono
e comincio a sentirmi il pennello.
L'orizzonte ora ha occhi brillanti
che mi fissano e mi includono
vale forse la vita un frammento d'amore?
Ma se l'amore è la vita
allora le ciglia si asciugano
sulle note fresche dell'aria
e guardo nei tuoi occhi liberi
di guardarmi
l'orizzonte del tuo essere libero.
Un apparente viaggio baciato
da una risata
che ci unisce.
Serena,
il mio viso, si rilassa.
Le mie labbra si schiudono in un abbozzato sorriso.
E qui penso, fantastico fantasticamente.
E mi lascio cullare, sospesa.
Artefici della tua vita noi, ma non del tuo destino.
Spettatori di ciò che il mondo ha in serbo per te.
Ti guarderemo rincorrere i tuoi sogni.
Affronteremo con te le salite,
ti guaderemo da lontano,
mentre inciamperai in grossi sassi,
aspetteremo la tua caduta.
Oh sì, che cadrai, ma cureremo le tue ferite,
cicatrizzeremo i tuoi dolori.
Ti racconteremo di noi, anche se forse un noi,
non lo siamo mai stati.
Rideremo del mondo, ce ne faremo beffa.
Ameremo il mare,
nuoteremo nel bene,
combatteremo il male.
Ti vedremo diventare ciò che Dio ha deciso.
Ti vedremo guardarci invecchiare.
E continuo a sorridere, leggera.
E dipingo il tuo volto, su tele candide d'amore,
farò della tua voce la melodia della mia esistenza.
Anche se lui non scegliesse noi,
vedrò in te una parte di lui,
quella sola parte che potrà essere mia.
Ti aspetterò, ti aspetterò anche se,
anche se figlio mio, non esisterai mai.
Nella mia tomba porterò il mio segreto.
Lo seppellirò con me.
Morirà con me.
Racconterò di me,
ma non dirò che sono io.
Farò della mia storia lezione di vita.
Parole affettano l'anima.
Frammenti di cuore graffiano l'aria.
Minacce lanciate come freccine.
Se davvero facessi ciò che dici,
se davvero facessi quel che dici.
Allora è giusto che scriva questo testamento.
Il testamento della mia anima.
Lascio alle altre donne,
la forza che non ho saputo mostrare,
lascio la mia speranza,
la mia voglia di cambiare.
Lascio ciò che non ho mai avuto.
Ero pronta, ma non ne ho avuto il tempo.
Non mi meritavo tutto questo.
La mia anima come una spugna.
E i miei occhi non smettono di lacrimare.
Come ho potuto.
E guardo come sono diventata,
come mi sono ridotta.
Circolo vizioso che si chiude
che si chiude strozzandomi.
Veleno sono io,
corpo sgualcito dalle pene,
fragile nei peccati e
consumato dalle colpe.
Il muscolo rosso,
pulsa,
si gonfia,
e straborda nel petto,
fino a scoppiare.
Affondo la lama,
profonda nella carne.
Una breccia da cui
far spurgare l'amore.
Fluisce il dolore come sangue,
corre sotto pelle fino alla bocca
e si spegne sulle tue labbra.
"Qual è l'amor vero,
quello che muore, o quello che uccide?"
Lei lo sa.
Sa che val la pena
vivere
in questa civiltà,
anche quando la sua luce
s'offusca di malìnconie remote.
Sente le note,
ed i canti del cuore
ritrovan la giusta intonazione.
Lei la vedo col suo uomo
danzare attorno al sole,
e fregare l'amore,
e correre e gustar la vita.
La salita è finita,
e lascia che gli addii
la facciano amare.
Albe chiare, infiniti cieli
da esplorare ancora.
Racconterà di fate
e di indiani, lei
la sera, incantucciata sul divano
col suo uomo, amore vero,
che l'osserva piano,
e con l'amica in velluto nero,
inventerà novelle,
e conteranno le stelle insieme.
Il loro sangue riscalda anche il sole, adesso.
Niente più parole, mai è concesso
alle fate, e agli indiani,
che quando s'amano
salvano il mondo.
Rimane unico il ricordo
sotto questo mio ciel d'autunno.
I momenti riaffiorano:
scacciando via,
solo per un istante,
la nube di dolore.
Cade un eterna pioggia,
fatta di lacrime.
Nutre le dolci rose,
che hanno per radici
il mio battito per te.
Ti credevo amore
ma, nel cuor mio,
hai lasciato solamente
un amaro destino.
Spero che il volo d'uccello libero,
oltre le nuvole,
possa esser te,
che vivi una nuova vita.
Con lui.
Io rimarrò sulla fredda terra,
a piangere sulle nostre rose spente.
In memoria,
d'un tempo morto.