Poesie d'amore


in Poesie (Poesie d'amore)

La pioggia dentro al sole

Stronza. Innamorata. Una bastarda
Ma fatta di amore.
Quell'amore che non riesci a controllare,
che ti fa impazzire.
Sono quel che volevi, anima e cuore,
impulsiva e dolce, tutto insieme
fino a non capire cosa sono.
Dolce. Impulsiva.
Racchiudimi in questo momento
perché sai di avermi.
Ecco! Ora puoi, perché vuoi essere tu
a sentirti dominatore ed io vittima.
Invece noi ci interscambiamo.
Sempre in lotta mentre facciamo amore.
Voglio sentirti gridare io ora il mio nome.
Saremo pianto nel pianto, ma di gioia.
perché vorrei essere una tua lacrima.
No, stavolta fino alla fine:
voglio essere pioggia, e tu il sole.
La pioggia dentro al sole
e faremo un bel temporale.
Perché siamo lacrime che scendono dal cielo
anime viaggianti, sotto lo stesso sole.
e corriamo tra i temporali.
Composta lunedì 4 novembre 2019
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    in Poesie (Poesie d'amore)

    I papaveri rossi di settembre

    Annoiato e arrossato di rabbia
    che da qualche ora si sbatteva nella finestra oscurata,
    cominciò a lanciare delle frecce bollente
    sulle palpebre ancora chiuse fortemente.
    Oh, che carino, poveretto Sole...
    per la prima volta lo trascurai
    dimenticai anche di salutare il mondo...
    Avevo capito: il mattino stava per andare
    così, di fretta alzai la serranda, aprii la finestra
    e con un sorriso un po' storto e gli occhi quasi aperti, lo salutai con il pensiero
    perché il globo d'oro rosso tondo tondo
    mi picchiò dalla retina al cervello,
    che non vedevo più ne terra e ne cielo...
    poi, come scusa mi regalò un papavero grande, grosso
    Ho cominciato a vedere tutto in rosso:
    un campo enorme di fiori con quattro petali scarlatti
    e a forma di stella dei stimi raggiati
    delicati, selvaggi ma saggi che volevano raccontare la loro storia: come il rosso sangue li difende dal vento, ma se li porti dentro,
    perdono subito tutto il loro abbigliamento:
    i petali leggeri e soavi muoiono.
    Dicevano di essere i figli di una Dea e sorridendo domandarono se ne avevo sonno ancora...
    Peccato che erano così lontano, proprio nel racconto del Sole
    Non li potevo baciare, nemmeno toccare...
    Sul tardi mi buttai sul letto come i bambini
    con un lecca-lecca guardando il rossetto
    che rimaneva sopra come un'impronta di petalo di papavero rosso.
    Di notte, si affacciò Dio del sonno, con un mazzo di papaveri tra le braccia.
    Mi sussurro di chiudere le finestre, abbassare le serrande e di pensare solo a te.
    Obbedii: vestita solo del loro nero profumo
    ti accarezzai il viso, dolcemente, come un angelo dal paradiso
    ma non senza farti un invito all'amore
    con passione e ardore
    Perché sai, Il papavero non è soltanto il fiore della consolazione, è troppo rosso, rosso sangue...
    E poi, perché credi che questo estate è rimasto con noi così tanto sennò per contare, anche una volta sola, le macchie rosse dei campi e per amarci almeno una volta sola,
    anche così, da lontano, perdutamente, come i papaveri nel vento...
    o nel campo di grano.
    Composta sabato 21 settembre 2019
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