Interrompo la mia pensosità tortuosa alzando gli occhi al cielo: quella visione è respiro per il mio pensiero quella vasta profondità fa svanire le mie cure quel celeste è più sereno di ogni nostro pensare quel rosa più delicato di ogni nostro sentire
la sua luce fa impallidire i nostri grigiastri contorti giudizi, i nostri gretti calcoli viola e verdastri diventano ridicoli sprofondati nell'impassibile alta nobiltà del suo azzurro
la nostra piccolezza si rivela troppo infima alla trama infinita del gioco delle nuvole che dall'alto sorridono al nostro terrestre greve progredire.
Si guarda allo specchio a lungo toccandosi il viso ricomponendo i capelli stirando le pieghe il collo della camicia
lo fa solo per se stessa perché non esce di casa nessuno viene a trovarla è un'abitudine presa da giovane quando nel paese era considerata fra le più belle:
nella vecchiaia s'impara che la vita è fatta di piccole cose di rispetto di se stessi.