Scritta da: Alexandre Cuissardes
il corridoio affollato
Lo scrittore inglese
in camicia scozzese,
alto in centimetri
e senso del suo stato
era entrato in stanza
mentre stavo parlando,
esprimendosi a gesti
anche se
io capivo l'inglese
ma non sempre gli inglesi.
Contestava la musica,
"troppo alta"
diceva
con le mani alle orecchie
e scuotendo la testa.
Astensione da idee,
brutta cosa,
mi dicevo,
per un inglese scrittore.
Mentre finivo il pensiero
lui aveva già messo
a tacere i miei Procol.
Che ferita mi apriva!
Chiusi gli occhi e pregai
che quel dio musicale
non facesse gli sconti,
non offrisse perdoni,
a persone così.
A preghiera conclusa
riapparsi di nuovo
sulla strada di sassi
che divideva le tane.
Quella strada coperta
diventata canale
per l'umana marea
era lì dal duecento.
E di nuovo l'inglese
che svettava su tutti
con quegli occhi di birra
stava lì ad aspettarmi,
voleva notizie
sul prete di Mamole,
se avevamo fatto qualcosa per lui.
Glielo aveva richiesto
la sua casa reale.
Ma ero all'oscuro di tutto.
Detti uno sguardo alla mora al mio fianco,
lei conosceva la cosa,
io conoscevo il suo grande seno,
Non aveva approfondito,
era appena uscita da una crisi profonda,
era nato da un minuto neppure
il suo primo sorriso,
battezzato Luigi,
come il figlio del lattaio.
Io
lei e la sua pancia
avevamo trascorso molto tempo a parlare.
A problema risolto mi guardò con amore.
Nel carezzarle la testa
mi resi conto che aveva i capelli spariti
per metà della testa.
"sono stati i capelli più indietro
volevano spazio,
loro hanno fatto morire i miei ciuffi davanti".
Ma io sapevo
che i suoi erano da sempre ciuffi ribelli,
conosciuti alle forze dell'ordine
ed ai servizi.
Ero certo che qui
si trattava di un caso
di calvizie di stato.
Non appena rientrato
a coprifuoco iniziato
mi sarei messo a cercare
sull'elenco di carta
il numero verde di soccorso rosso
per denunciare il fatto
e forse anche l'inglese.
Ma intanto guardavo di fuori
di là dalla strada
Claudio lavava il pavimento
della sua nuova conquista.
Mi puntai l'indice alla tempia
e feci bum,
ma piano
per non fare arrabbiare l'inglese di turno
e non svegliare la mia coscienza.
Composta mercoledì 18 dicembre 2013