Le migliori poesie di Angela Mori

Poetessa e scrittrice, nato sabato 6 gennaio 1979 a CATANIA (Italia)
Questo autore lo trovi anche in Frasi & Aforismi, in Umorismo, in Racconti, in Frasi per ogni occasione e in Diario.

Scritta da: Angela MORI

Il giardino

L'oleandro velenoso intrecciato alle tue dita,
la regina dei fiori, cagiona la mia invidia
petali bianchi di margherita
si scompigliano anelando la tua cura;
torso bronzeo tra quel verde
che concilia ai tuoi occhi,
tra l'avvenenza ed il mistero
come nera pantera ti destri
non ti accorgi che dall'alto,
freme la mia brama.
Spine scure le tue ciglia,
la tua fronte celata da dorate foglie
arbusti vivaci non temi
affonda il tuo piede nella terra annaffiata
la mano si unge di sudore e pantano
e quel'arma innocente diventa tutt'una ad essa.
Svestito al sole che risplende
sulla tua rovente pelle
stille di sudore non tengono pudore
e tra gli incavi delle tue grazie,
scorrono maliziose
mentre dai vita a ciò che non c'era,
vigore a ciò che è,
speranza a ciò che sarà...
Il balcone della brama
cela il paonazzo del mio volto,
la sgomento, la malizia e la vergogna...
solo il mio sogno resterà incolto!
Angela Mori
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    Scritta da: Angela MORI

    Il bambino

    Da solo giocava,
    il bambino dal mondo dentro,
    da solo parlava,
    a chi non sa ascoltare,
    solo lui rideva,
    di risate non capite
    era solo lui,
    con la sua ignota pena...
    Il suo gioco durerà la sua vita intera,
    non tramonterà, ne sciuperà
    la sua innocente anima,
    ma muterà, solo il suo corpo.
    Che importa a quel bambino infinito
    se la gente di lui ha compassione?
    Lui gioisce, parla e gioca da solo,
    tra gli altri che fioriranno,
    effimeri fanciulli che
    diventeranno uomini;
    in lui invece si mostra il dono dell'infanzia,
    Per sempre.
    Angela Mori
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      Scritta da: Angela MORI

      Il rubacuori

      Egli preferisce grazia inviolata,
      Creatura quieta e ubbidiente,
      Che si elargisce scoprendo
      Ogni suo spazio,
      Con turbata malizia.
      Egli non avversa,
      Grazia alcuna,
      Purché ardua non sia conquista,
      L'essere gentil sesso,
      Che non si contrasta,
      Al cavaliere o al predatore.
      Egli bramerebbe,
      Di espugnare la sua anima,
      Liberandone le doti velate;
      Virtù che innate,
      Possano saziare la sua sete,
      D'amore e di passione.
      Solo in seguito
      Che l'avrà posseduta
      Si tedierà di essa.
      La ricerca di una novella realtà,
      Sarà l'evento da fondare,
      Che brulicherà la sua mente,
      Fino alla nuova,
      Frizzante conquista.
      Angela Mori
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        Scritta da: Angela MORI

        Faccia a faccia (specchio)

        Faccia a faccia,
        Davanti ad uno specchio,
        Intrinseco di mancanze,
        Ti vedo;
        Come opera del periodo assai antico,
        Statico, inerme e raccolto,
        Mi scruti...
        Sibillino angelo senza tempo,
        Sei avvenente da fare paura.
        Carico di difetti,
        Rubi la mia forza,
        Ponendo a nudo la mia anima,
        Quante donne sulla tua strada,
        Dalla puttana alla più pura,
        in ogni luogo,
        In ogni spazio,
        Non c'è uomo che non ti odia.
        Scaltro, corruttore, artico,
        Dalla fessura dei tuoi occhi,
        Non una lacrima è mai uscita.
        Il sogghigno sul tuo viso,
        Infido, forte e suggestivo,
        Non si smorza al mio strido;
        Tu sei ciò che io non sono,
        Io sono donna, tu sei uomo!
        Ti rivedo ogni giorno in ogni specchio,
        E non t'invidio!
        Angela Mori
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          Scritta da: Angela MORI

          Giovani genitori

          E ti osservava poco distante,
          Come Paride la bella Elena
          Ti ammirava nei tuoi abiti color dell'empireo,
          Con l'espressione di riverita adorazione.
          Il suo sguardo lodava i tuoi contorni,
          E l'ebano dei tuoi capelli,
          Che sfiorava il viso stanco,
          E le tue labbra scarlatte,
          Che asserivano emozionate,
          Mentre i tuoi occhi,
          Come noci d'autunno,
          Irradiavano aurei abbagli,
          Agli ultimi fasci del sole.
          Ti spiava con amore e venerazione,
          Finché le tue mani gesticolavano adagio,
          Femminili le dita affusolate,
          Alla pesantezza dei finti diamanti,
          Non si soggiogavano.
          Gratitudine nel suo cuore,
          Per chi ti fece tanto bella,
          E ancora grazie nei suoi pensieri,
          Per te, che gli donasti,
          La cosa più desiderata.
          Giovane, tenera genitrice,
          Vita che da vita,
          Giovane, orgoglioso padre,
          Innamorato di figlia e madre.
          Angela Mori
          Composta venerdì 6 settembre 2013
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            Scritta da: Angela MORI
            Avvampano le gote
            il caldo pervade,
            maligni mi sfiorano
            mentre smarrisco virtù,
            inspirando effluvio,
            di dame argentee.
            Tra psichedelici bagliori
            la fiaccola della logica si smorza,
            sotto i piedi,
            sisma tuona in spirale.
            Fuliggine vicino e voci lontane,
            sconnesso turbamento,
            scruto ciò che non avevo mai veduto
            dagli occhi bendati dalla ragione,
            l'occultato mistero
            dietro lastra ora mi appare,
            di nero ammantato,
            con occhi assenti,
            m'indaga.
            Vedo ciò che non c'era.
            Mi abbandono placidamente
            a infermità della mente,
            intanto che gira il mondo fluttuante.
            Con la percezione di sommergere
            per poi librami in etere
            odo canti africani
            tamburi e anatemi arcani
            si propagano confusi,
            intanto che negromanti e stregoni,
            volteggiano intorno,
            come dannati.
            Gola arida,
            cuore che imperversa,
            sintomo distruttivo,
            d'oblio stupefacente.
            Ora sull'uscio,
            pioggia che bagna,
            lava via lacrime e sorrisi
            dell'estrema follia.
            I tuoi passi più vicini,
            la fredda mano tua che mi sfiora,
            e tra la tua veste mi perdo per sempre;
            così in un angolo perisce,
            la mia eternità fallita.
            Angela Mori
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              Scritta da: Angela MORI

              Ode ad acitrezza

              Antico miraggio e indecifrabili resti,
              Scagliati con furia per trucidare,
              Chi da Itaca aveva vagato e penato.
              Natura sublime,
              Porto senza eguali,
              Meraviglia della Perla del mare,
              Che è la tua Sicilia.
              Arcaico splendore,
              Ove dal mare come sirene,
              S'innalzano faraglioni;
              Fermi al sole o sotto la bruma,
              Vento non temono,
              E baciano la luna.
              Pescherecci attorno,
              E barche colorate,
              Sulle rive ferme,
              Come oggetti dell'opera
              Che uomo e natura,
              Creano d'accordo,
              In quel mare vissuto dai Malavoglia,
              Che raccontò Verga.
              Quanta suggestione,
              Onirico splendore!
              Tra mito e verità,
              La tua omerica Isola Lachea si mostra,
              E cinguetta attorno ad essa,
              La graziosa ballerina gialla,
              Inseguita in volo,
              Dal reale gabbiano,
              Sotto distese in fiore,
              Di carline raggio d'oro.
              Bimba dinamica di mattino,
              Donna passionale all'imbrunire,
              Fedele e devota
              Come Galetea ad Aci,
              Legata dell'amore eterno,
              Nell'incanto della notte
              E nella gioia del giorno.
              Dormi anche tu luna,
              Che Acitrezza vuol dormire,
              Dormi infinita avvenenza,
              Nel mare scuro che ti attornia,
              Dall'alto della punta,
              La Vergine Santa ti veglia.
              Angela Mori
              Composta martedì 18 giugno 2013
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                Scritta da: Angela MORI

                L'amante

                Disperato il tuo impulso,
                divora il tuo silenzio.
                Tenace e perverso,
                non ha tempo,
                solo capriccio,
                senza colpa nell'atto
                a tuo contrario,
                al mio cospetto,
                giustiziere e martire,
                allo stesso tempo,
                tu,
                passione e sentimento,
                fugace, meschina canaglia,
                che ardi in fiamme dell'inferno,
                che innalzi e alimenti,
                erotismo e appagamento,
                inquietudini abissali senza intento,
                che non spirano come i giorni,
                in pochi istanti.
                Angela Mori
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                  Scritta da: Angela MORI

                  Aspetterei te

                  Se solo mi dicessi "aspettami"
                  mi fermerei qui
                  nei meandri delle mie memorie,
                  colorate d'azzurro
                  alla tua presenza
                  circondate d'oscura foschia
                  del mio passato.
                  Aspetterei qui,
                  distesa sulla terra calda
                  dove camminavamo insieme,
                  a respirare l'aria
                  che ha ancora il tuo sapore
                  a contemplare l'immenso cielo
                  senza bisogno di sapere
                  se è giorno o sera
                  se piove o c è sole.
                  Io ti aspetterei
                  da oggi fino a domani
                  e per sempre
                  io ti aspetterei.
                  Angela Mori
                  Composta sabato 19 settembre 2015
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