Donna sei creta forgiata dalle mani di chi t'amò prima del mondo sei disubbidienza di coloro che ti fan colpa dei propri peccati
donna sei sabbia lambita dal mare sgretoli sotto l'abbraccio dell'onda, ogni amore ti sottomette come piovra avvinta ai tentacoli il cuore in lui dimora
donna sei forte e fragile, sei madre e figlia sei sorella e schiava, sei regina e puttana di chi s'inzuppa nel tuo latte e si infarina della tua carne
di chi esercita la sua forza sull'innocenza dell'offerta di un'anima che crea la vita non dalla sabbia ma dal suo ventre.
Coprimi di foglie, affinché l'autunno possa denudarmi e avvertire la carezza del vento sulla mia pelle.
Vestimi di neve, affinché il gelo dell'inverno possa pietrificarmi e attendere la pioggia che scivoli sul mio corpo a levigare le stanche membra.
Vestimi di fiori e di farfalle, affinché la primavera possa invadermi e mani cogliere i miei petali e accarezzarmi.
Inondami di luce affinché possa far parte del sole e ardere d'amore nell'estate radiosa che incede a donare emozioni, a rapire i cuori e irradiarmi nel sole, come luce che riscalda e illumina.
Intessimi di te, amore, affinché possa accoglierti nel mio grembo e fonderci in un corpo e un'anima sola!
Voglio essere il tuo desiderio e non la tua realtà così mi troverai tra le onde del mare in amore con la terra, mi cercherai tra le stelle della notte che par morire ogni giorno all'imbrunire
ti disseterai alla fonte dei miei sospiri che da lontano raccogli nel tuo paniere colmo di noi e del sogno che si desta quando le voci s'incontrano e danzano con i pensieri che diventano corpo passione e anima
salgo sulla nostra giostra e mi ubriaco dei giochi proibiti a noi adulti nella carne ma giovani nello spirito di chi ha vent'anni sulla pelle.
Voglio rubarti la mente il cuore può fermarsi ma il pensiero ovunque vola poi ritorna nel suo nido e vivrà in eterno nel desio
arderà come fiamma che mai si consuma nel nostro camino.
Buon Natale a chi è solo, curvo sul suo stelo senza calore e attende un maglione caldo di amorevoli braccia che lo avvolgano nel suo gelo.
Buon Natale a chi ha smarrito la strada del ritorno e si è perso tra i labirinti del cammino senza più meta senza più luce e vaga nella nebbia dell'indifferenza e dell'egoismo.
Buon Natale a chi non ha più lavoro e ha appeso al camino la sua calza vuota e sa che all'alba nessuno la colmerà della sua dignità e del diritto d'esistere e vivere senza l'ombra del domani incerto.
Buon Natale a chi ha come tetto un cielo e per giaciglio un cumulo di giornali e la strada è il pavimento della sua dimora e il freddo il tormento, un cane suo fratello che riempie i giorni senza abiti e sfarzi.
Buon Natale a te che soffri nel tempo fermo del tuo lamento tra i tubicini del tuo alimento e respiro fievole di vita.
Buon Natale a chi non ha più lacrime per aver strappato dalla carne un suo frammento il seme o il frutto del suo grembo e cerca oltre il sipario del teatro senza più comparse.
Buon Natale a tutti quelli che non han più sorriso la Luce scenderà a illuminare il mesto viso.
Vite spezzate dalla Follia, dall'onnipotenza del Potere di scempiaggini assurde senza coscienza, senza umano volto: era il demone che imperava!
Tappeto di ossa consunte denudate della loro dignità, distese sulla polvere per essere polvere, fiori recisi dall'uragano della follia collettiva, della razza perfetta, dei macelli orditi dalle insane menti dell'omofobia, del razzismo, dei delitti d'innocenti.
Il tempo si era fermato nel gelido inverno più lungo dell'umanità e la primavera tardava ad arrivare: le rose avevano lasciato solo le spine sui maledetti recinti che separavano dai fratelli, le rose non erano sbocciate, la morte uccideva ciò che toccava, soffiava forte il vento che spazzava sogni e speranze.
Dov'eri uomo? Ti sentivi Uomo con il fucile in mano? Ti sentivi forte nello specchio di occhi spauriti e di mani tremanti? Dov'era il tuo cuore nell'acro odore di gas penetranti e di gratuite sofferenze?
A te che che hai deriso il dolore inferto la morte ha ombrato in eterno la Luce, ma le stragi d'innocenti vedranno sempre il Sole perché sono fiori... in eterno!
Forse non ci sarò più quando spunterà l'alba del domani, ma mi vedrai sempre nel sole quando vorrai cercarmi e nella pioggia quando vorrai bagnarti ancora di me. Sarò nel vento quando desidererai una carezza sarò nei fiori quando vorrai ancora baciarmi e sentire il mio profumo. Sarò le tue ali e il tuo cammino sempre... quando sarai stanco figlio mio, ti appoggerai ancora al mio ventre chiuso alla vita ma ascolterai i battiti non del cuore ma del mio amore che non morrà mai.
Una madre è sempre viva, anche quando lascia il suo giaciglio, un angelo che veglia i passi dei suoi cuccioli, perché i figli anche con i capelli bianchi sono sempre piccoli per un cuore grande di una madre, respiro dell'Universo.
Ci sono fiori ovunque nei giardini, nelle case nei boschi, nelle campagne odorano, colorano allietano, riempiono illuminano e indossano le rugiade dell'alba fino al bacio del sole.
Ci sono piedi pesanti che calpestano prati, mani che strappano e recidono i gigli candide nuvole tra l'erba, unghie che graffiano le pareti di case ornate di fiori d'arancio, d'innocenza lacerata al solo sguardo torvo nell'inganno beffardo dell'amore stuprato e poi buttato... fiore appassito.
Una donna è un giardino fiorito, è terra fertile di nuove gemme, coglile con amore...
Rammenti quel tramonto che incendiava il cielo? E quell'alba che aveva il sapore del mare e dei miei capelli? Le tue mani, lievi farfalle carezzavano i miei seni e il mio corpo che si stringeva al tuo. "Amore eterno" ci siamo giurati sotto le stelle, sotto la luna che danzava sulle onde.
Come pesano le tue mani oggi! Non le avevo mai sentite così forti così nemiche: mi sanguinano il naso e le labbra, ho gli occhi gonfi senza lacrime strano ... ho terrore di chi un giorno ho amato, sono stata regina di un despota di un regno in un castello di sabbia e tu chi sei? Non ti conosco!
Non può l'amore avere due facce: una d'angelo e l'altra diavolo, non può l'amore essere macchiato di sangue, se prima si è tinto di rosso dell'ardente passione ... non può l'amore uccidere
Dolore sul volto scavato e orbo, gelo nell'anima trafitta deturpata della bellezza che fu l'anello della tua fierezza sconfitta da vili mani onnipotenti dell'uomo padrone e schiavo di se stesso dei suoi infimi istinti di bestia feroce, inferiore alla dea che ha bendato per annientare la sua presenza che lui non più indossava.
Cosa poteva renderlo ancora più forte? Cosa lui non possedeva? L'anima che gli occhi parlavano dell'innocenza dipinta e statuaria sul lungo collo di gazzella di donna inerme e altera, senza parola, senza volto ai suoi occhi di maschio prepotente che s'arroga il diritto di acidificare l'intelaiatura di quel ricamo della natura.
Distruggere se non si può possedere di nessuna se non sua, punita se ha guardato oltre se stesso e in un istante si cancella il volto, l'anima deturpandola a vita, ma quell'occhio cieco
dà la vista al mondo del tuo orrore del tuo non essere uomo.