Poesie di Cristiano Comelli

Questo autore lo trovi anche in Frasi & Aforismi e in Diario.

Scritta da: criscri

Villaggio metanopoli

Degl'idrocarburi 'l fier effluvio avanza
tra labbra di laboriosa meneghina landa
in italico orgoglio d'Enrico il disegno troneggia
di cittadella ove del metan la voce echeggia.
di progresso manto sull'avvenir incombente
effondesi del can a sei zampe ch'ignis sprigiona
il progettar ch'incontro ven a povera gente,
e un travagliar e una dimora a ognun d'essi dona.
metanopoli, gigante ch'a fiorir ti scorgesti
nella complice conca di san Donato,
effigie ed esempio esser puoi come potesti
del gravido abbraccio trà l privato e lo Stato.
di nazion anco è dolce poesia
lo sfavillar di genuina e materna energia
che del paese il lievitar sa nutrire
e alle spire sottrarlo sa d'un innatural patire.
Cristiano Comelli
Vota la poesia: Commenta
    Scritta da: criscri

    In ricordo del sisma di Gemona

    Dì venne che la terra rivelossi a tradimento
    nel furlan tempio d'orgoglio e di fierezza
    tutt'annientò il sisma, ma non il nostro sentimento,
    col fin in un sol coro cantammo "risorgerà bellezza".
    gemona, conchiglia d'ineffabil udinese aroma
    ch'evaporar d'un sol colpo vedesti case, edifici e vite
    il lacrimar nostro vedesti mutarsi in forza mai doma
    perché del corpo tuo l'ossa fosser ricostruite.
    què morti or non giaccion per sempre dileguati
    in fenditure della madre che talor è traditrice terra
    nel rimembrar nostro son bensì risuscitati
    perché contr'a' bizzarra natura vincemmo noi la guerra.
    or ancor gaudio dall'alpi giulie promana
    e il respir del Tagliamento odesi qual voce più ch'umana
    paese mio che già ruggisti nel Cronos longobardo
    or t'ammiro e riverisco con carezza di guardo.
    braccia fuor tante, e così fuor dè tuo suol i figli
    che risorger ti fecer memori d'antiquo germoglio
    temer credi non dovrai più perigli
    che di noi l'amarti sempre ti sarà novel germoglio.
    Cristiano Comelli
    Vota la poesia: Commenta
      Scritta da: criscri

      Orgoglio di felino

      Un balzar in lor v'è che sembiante ha di prodigio,
      color di pelo è or nero, or bianco or grigio
      sornioni giaccion con ludica prontezza di bambini
      amici veri e fieri che nome recan di felini.
      su tetti o balconi li scorgerai appostati
      a proteggersi decisi e di pasto affamati
      ma della casa conoscon anché l sacro tepore
      e con setosi miagoliì l regalan e innato candore.
      monumento esser sa la lor esistenza
      di un'orgogliosa e incompribil indipendenza
      siamesi oppur soriani o trovatelli
      mai ne troverete che sien men che belli.
      acrobati in natura penetrar san gli anfratti
      come niun altro tai fascinosi gatti
      a volte abilmente e con maestria ascosi
      perché protegger si possan dagl'uomini pericolosi.
      esili appena nati tenerli puoi dentr'una mano
      e vola allor l'emozion quanto un aeroplano.
      Cristiano Comelli
      Vota la poesia: Commenta
        Scritta da: criscri

        Resina

        A intimiditi ramoscelli
        d'irreprimibil speme
        anemico e prostrato m'avvinco;
        l'ancestral corteccia
        che demiurga mi fu e anco madre
        concedendosi va
        a urlanti ruscelli di resina
        iridescente balsamo
        di rifiorito pneuma.
        Irriverente avanzasi
        d'ormai obliati fallimenti l'ordito
        in vitree reminiscenze incastonati
        fin a carezzare
        la dama d'una basaltica follia.
        Divorzian le figlie foglie
        a guisa di baldi tersicorei agitandosi
        dallo spirito violato da Cronos
        dell'incanutito albero,
        d'infantil rugiada assetate
        e d'un fiero, accecante gialleggiare madide
        di rinsaldarsi al tepore della terra
        instancabilmente avide.
        È l'intangibil scienza dell'estinguersi
        che l'afono universo ammanta
        della suprema violazione.
        Cristiano Comelli
        Vota la poesia: Commenta
          Scritta da: criscri

          In memoria di Pino Caruso

          Quel fragor di zagare
          ch'ancestral pelle di Trincaria fiera pervade
          in me giacque e sempiterno giacerà signore
          d'umorismo sano complice
          e d'un intonso e diacronico amore.
          Sicilia mia, d'amarti ogni frammento d'alma mia,
          fu dal vagito mio prim aduso
          so che mai mi oblierai né scorderai quanto t'amai e t'amo,
          tuo Pino Caruso.
          Cristiano Comelli
          Vota la poesia: Commenta

            Nonna

            Nonna
            donami un istante ancora
            le danze di armoniosi
            inafferrabili respiri
            dei merletti cesellati
            dal grembo scalpitante delle tue mani.
            Tutto desidera parlarmi di te
            vecchie porcellane di Delft
            sussurrano da un mobile liberty
            scie di ricordi
            con i calzoni corti di bambini
            bambole disposte a fiera
            sfavillante corolla
            si dondolano sulle ginocchia
            di un tempo che non sa perdonarsi
            il suo vile, impietoso
            ferocemente diluviale trascorrere.
            Il tuo pianoforte
            mi invita a sedergli accanto
            e sciorina dai suoi tasti d'avorio
            le carezze imprigionate nei suoi preludi
            le musiche austere di Beethoven
            i fraseggi ardenti di Bach
            le sonorità capricciosamente imperiali di Mozart.
            Ci sono stradine
            ammantate di miele
            che solleticano il mio udito ancor bimbo
            ombre di innata eleganza
            di antiche gavotte e maestose sonate
            che giungono a me
            su una carrozza veneziana
            nel comodino dorato della tua memoria,.
            Nonna, scopro di nuovo
            che la vita è sempre pronta a ruggire
            per farsi beffe
            di spazio, materia e orologi.
            Cristiano Comelli
            Vota la poesia: Commenta