Poesie di Davide Bidin

Studente, nato lunedì 23 luglio 1990 a Milano (Italia)
Questo autore lo trovi anche in Frasi & Aforismi e in Racconti.

Scritta da: Davide Bidin

Sentendo Una vita inutile

"Sei nato già vecchio"
così mi han detto
mentre ascoltavo
un disco di Tenco
non credere a quel
luogo comune
rispondi con le rime
i veri vecchi si riconoscono
in bare di vita
piramidi di nullità
in una tempesta di sabbia
io son giovane
ho solo imparato troppo
per capire quanto poco fosse
scoperto molto
per comprendere quanto c'è da scoprire
e avvertire che non bisogna credere
in niente
su cui non si possa scherzare
ai vecchi occorre la ragione
per motivare gli anni passati invano
e solo per i rimorsi sopportati
credono d'aver un'esperienza
ch'è polvere
se un giorno ti diranno
"sei nato già vecchio"
mentre senti
un disco di Tenco
ricordagli
che non sei nato così
son gli anni che hai ben sfruttato
a farti maturare
e che i giovani suicidi insegnan
più dei vecchi immarciti
in un luogo comune.
Davide Bidin
Composta sabato 26 marzo 2011
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    Scritta da: Davide Bidin

    Le Regole del Gioco

    Attenzione alle parole
    attenzione a certi personaggi
    ne sono avvezzi
    assuefatti
    se iniziate a sentire
    parole unte e forzate
    in sdolcinato arrangiamento
    e atteggiamento angelicato
    mentre
    il compositore
    ossigena voracemente
    i polmoni
    con le sue stesse scorregge
    usmandosi il culo
    l'avrete trovato
    egli è l'ipocrita benpensante
    attenzione a coloro che usano
    le parole
    come arma e non come mezzo
    perché i loro omicidi
    non sono attuati nel sangue
    ma nello sterco
    nel guano impietoso
    nel quale ricade la persona costretta
    a un contendio, una crocifissione, un impalamento
    un dialogo esente da personalità
    poiché è usato come persona
    come assassino celato
    la costrizione ultima
    che la falsa ragione
    la prevaricazione
    utilizza con costanza maniacale
    ci porta ad essere obbligati
    in un dibattito assurdo
    davanti a un falso contendente
    che olezza di ergastolano
    ed egli stesso apprezza il suo puzzo
    non puoi dire l'ovvio
    non puoi urlare, neanche con le prove in mano
    "Sei uno stronzo che non dovrebbe condividere col mondo
    neanche la luce del sole,
    ci porta al vomito la tua faccia di merda, lurido ipocrita"
    non lo può dire
    perché?
    Son le regole del gioco.
    Davide Bidin
    Composta giovedì 24 febbraio 2011
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      Scritta da: Davide Bidin

      Viriltà

      Virili
      ragazzi e ragazze
      prestanti, belli, sani
      viventi all'Alien, Holliwood, Paparazzi
      in luoghi della "bella vita"
      vomitanti cultura vuota
      ci si accatasta
      con libertà e benestare
      conformando la nostra speranza
      a quella mostrata dagli altri
      e a loro mostrata di volta
      bevendo ceres, sorseggiando heineken
      tracannando vodka
      cestinando il tempo in una cosa forzata.
      Ci potrai trovare al bancone, dietro al culo
      di qualche puttana vecchia a quattordici anni
      nei bagni socchiusi a sniffare bicarbonato
      mischiato con ostie nuove
      O in angoli delle strade o nei parchi
      a rigettare la nostra esistenza
      su un altare di bile dai mille colori
      Bambini e bambine
      forti, indomiti, immortali
      in astinenza d'affetto
      tutti
      Provare qualcosa di nuovo
      per compiacere qualcun altro
      Il credo
      Nessuno nel cerchio
      si permette di seguire
      motivazioni diverse
      spaventati, atterriti dal sentirsi derisi
      di perdere quella sacrale popolarità
      in una cantilenante presa per il culo
      come iene e sciacalli in cerca di carcasse
      alla rincorsa di una gioia sconfitta in partenza
      Non siam ancor nati
      poiché non partoriti
      Indifferenti a noi stessi
      occorre far tutto per farsi accettare
      e non per sfizio, per incessante ricerca
      di qualcosa nuova, di nuova conoscenza
      Non stufi di vita
      ma stanchi
      indifferenti
      a se stessi e mai agli altri
      che anch'essi son stanchi di sé
      così spaventati e urlanti, tremanti
      Martiri di una lezione
      di una storia sbagliata
      Vili.
      Davide Bidin
      Composta martedì 22 febbraio 2011
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        Scritta da: Davide Bidin

        Resta te Stesso

        Bambino mio
        Rimani te stesso
        sii fedele a ciò che sei
        e non cambiare mai
        rimani stoico e permaloso
        non aprirti a nuove idee
        isolati dal mondo
        e non aver mai dubbi
        sarai una mirabile statuetta
        senza crepe o imabarazzanti
        scalfitture
        non ascoltare, né rispondere
        a chi ti guarda dal basso
        fissali sempre, credendo,
        (sperando)
        di aver ragione.
        ancorati alla forza della tua
        integrità.
        se non ti apprezzano,
        vorrà dire che son gelosi di questo aspetto
        vorrà dire che vorrebbero essere come te
        di marmo
        credici sul serio nella tua fronte bacata sozza di guano
        la verità è che in molti sono in piazza
        e han capito che le statue son ricordi
        di uomini contradditori e innamorati di questa verità
        che non si evince da nulla se non dal caos
        menti che non potevan rimanere attaccati
        all'uomo del giorno passato
        e
        spaventati voracemente dall'ombra del domani
        eppure risplendono immortali
        MA TU!
        bambino fedele ai tuoi ideali
        che non metti in discussione niente se non le idee degli altri
        rimani te stesso
        la mia risata si farà si tanto grande
        da scuotere l'altare su cui sei posto
        e in quella voragine cadrai nell'oblio
        degl'imbecilli
        che rimangono
        se stessi
        un nulla vorticoso
        un astratto ridicolo rigonfio di melma demente
        un niente.
        Davide Bidin
        Composta mercoledì 16 febbraio 2011
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          Scritta da: Davide Bidin

          Canto dell'Emozione Concreta – Borla in un mattino di Gennaio

          Mattina di gennaio
          In un posto lontano
          Tra alberi di noce truccati d'inverno
          E brezza di erba appena tagliata
          Ricolma di sapori dei campi

          Mi ritrovo a pensare
          Nella fredda aria di colle
          Udendo il profumo di neve
          Chi vorrei fosse con me
          Quale anima mi renderebbe lieto?

          M'agito scosso e ansioso
          Nella smania d'un mattino
          Mentre il cielo avvolgente
          Indossa l'abito d'un nuovo sole
          E io ragiono ispirato

          Seduto sopra smeralda stesa
          Guardo tutt'intorno sul prato
          Immagino te
          Anima affine che non sei qui
          Eppur visibile tu

          Parole
          Nessuna di voi è celata
          Parole
          Ognuna di voi è amata
          E non muore o viene incolpata

          Poiché con te o anima mia
          Di tutto io posso parlare
          Ci sono e lo sai
          Ci sarò se vuoi
          E niente ci potrà separare

          Sei qui nella selva d'Emilia
          E mi guardi con dente sgargiante
          Io ammicco e rido men poco
          E tutto si fa emozionante
          Il verbo non basta per noi

          Lo sai cara anima
          Non bisogna ascoltare
          Un falso contendio
          Di affettuosità deleteria
          Basta il silenzio del gesto reale

          Fossi tra mille interlocutori
          Non accetterei smancerie
          Amerei lo sai
          Amerei se vuoi
          Anche solo una risata con te

          Preferirei vederti un solo istante
          Nell'ora che viene
          Piuttosto della costrizione
          Al vivere vuoto
          Ricolmo di sola poesia

          Ma con questa pienezza
          In questo momento
          Di estro ed orgoglio
          Ti dedico questa mia rima
          Possa esser per te motivo di pianto

          Una lacrima di umana follia
          Che con te io getto nel cuore
          L'emozione di questa goccia
          Tienila stretta e quando ti serve
          Riscalda il fiato e rendila canto.
          Davide Bidin
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            Scritta da: Davide Bidin

            Ciò che mi resta è la Fede

            Si ammassano
            sempre maggiore è il loro delirio
            Cinici
            Burattini
            ammettono tutte le debolezze
            in special modo quelle degli altri
            sono perfetti nella critica dell'umanità intera
            nel dire come siam usciti dal brodo primordiale
            per poi ritrasformarci nella merda di partenza
            ma solo loro
            e loro soltanto
            sono d'esempio
            se non "addirittura"
            salvabili
            quasi fossero inumani
            Tutti gli altri son sciocchi ominidi senza speranza
            o troppo stupidi per capire il buongoverno
            o troppo stolti per proteggere un ecosistema
            o troppo conservatori per fare un passo avanti
            e allora
            allora
            questa folla di additatori
            queste mani dall'indice luciferino
            si permettono il vizio di massacrare anche la fede
            Non la fede dei ciechi
            delle superstizioni
            o quella di coloro che hanno qualcosa
            da nascondere
            da mantenere
            ma la vera fede
            la fede nella speranza che dietro ogni persona possa esserci
            un amico
            Nessuno pare salvabile per questa marea nera che trova,
            nell'ignorante,
            massificatore,
            intollerante e irrazionale,
            discorso logorroico,
            l'unico motivo di dar ragione a qualcuno
            di porgere un minimo di fiducia in uno specchio
            e nulla più
            Al contrario
            La fede, per chi sa accettarla
            e comprenderla
            non è nient'altro della speranza statistica
            che in mezzo a nove persone che non ti sanno ascoltare
            una che ti capisce è presente
            La probabilità che quello che dici
            o scrivi
            non sia solo tempo sprecato
            ma materiale da trasformare
            in qualcosa di grande
            ben più importante del principio da cui è scaturito
            Un briciolo
            Una scintilla vivente.
            Davide Bidin
            Composta mercoledì 20 ottobre 2010
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              Scritta da: Davide Bidin

              Ho capito ascoltando un "Folle"

              Ci son persone che dicono di essere
              incomprese.
              persone alle quali
              se chiedi
              chi sono
              cosa fanno
              cosa vogliono
              non sanno far altro che sottolineare la loro
              "non appartenenza"
              al resto degli altri.
              hanno quel briciolo di
              genialità
              in più
              rispetto alla gente
              quella minima manciata di dubbio
              che li rende pretendenti di una coscienza maggiore.
              non si rendon conto
              che ogni essere umano ha dubbi
              chi più, chi meno
              chi importanti, chi effimeri
              ma tutti
              hanno dubbi.
              Trasformano l'aver quesiti,
              la loro
              "non appartenenza"
              nell'unica certezza
              e ci si aggrapano saldi
              si adagiano, per meglio dire
              credendo che quel briciolo di follia maggiore
              li renda speciali.
              usano questa mistificazione come fosse la loro unica
              fede
              ma per uscire da quel bozzolo
              e tramutarsi
              occorre concepire che, quella
              certezza,
              è la più grande
              cazzata
              che possa esistere.
              non è tanto la domanda che conta
              ma
              la miriade di risposte che devi cercare
              che devi scavare
              dentro di te
              per farle affiorare
              e crescere
              ciò che rende te.
              Non v'è nulla di certo
              le convinzioni
              le illusioni
              le pecche e
              le ragioni
              ma nulla è peggiore
              di un uomo
              che si crede superiore degli altri
              nell'accondiscendenza che esso semina.
              In un marcescente paternalismo
              egli
              non accetta neanche
              se stesso.
              Davide Bidin
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                Scritta da: Davide Bidin
                Come puoi star solo?
                In questo mondo che vomita in volto
                sbuffate d'esistenza avariata
                Come puoi star solo?
                mentre
                corri in cerca di quell'anfratto che chiamiamo
                serenità
                eppure ci rendiam conto della
                "gutturale inefficienza"
                del nostro desiderio
                siam sempre soli eppure
                in quest'epoca di unitarietà globale
                rigurgitante personalità sparse
                ed aspre
                che non ci appartengono
                di inutili amene convinzioni
                marcescenti
                chi può davvero ritenersi solo?
                io mi sento solo
                certe volte
                quando sono in casa chiuso
                dove
                a malapena odo i rumori assordanti
                e inconcludenti provenienti dal mondo
                e m'isolo lieto a scrivere farse
                ugualmente inconcludenti
                su persone che son davvero sole
                dentro me soltanto
                senza aspettarmi un saluto
                un ringraziamento
                o una flebile parola
                solo allora son solo
                solo allora
                ma voi
                tutti gli altri
                e me
                come possono definirsi soli?
                basta accendere uno schermo invisibile
                per capire che tutta la merda che addosso ti cala
                tutto il liquame eruttato da coloro che non vogliono esser soli
                a cui schifa questa baluginante essenza,
                la merda da cui traggo giovamento
                non è altro che niente trasfigurante
                e allora son solo
                l'unico motivo per cui esco ancora di casa
                e capire quanto poco le persone
                han da dire
                e quanto, al contrario
                io ho da dire su loro.
                Davide Bidin
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                  Scritta da: Davide Bidin

                  Sudore Intollerante

                  Viver tra la folla
                  mentre intorno gente che non conosci
                  alita pestilenti grugniti
                  le vecchie del paese
                  che battibeccano di morti, malattie e pioggia
                  bambini latranti che stridono
                  genitori ebbri di noia sordida
                  l'imbianchino sui soppalchi che vernicia la casa
                  e fischietta
                  vigliaccamente fischietta
                  e ancora il barista che fa il caffè
                  mentre grassi ragazzetti giocano a pallone
                  questo casino accerchiante
                  di apprensione continua
                  concussiva
                  un'ansia che sale ed erutta nei tuoi atteggiamenti impacciati
                  negli zigomi rialzati
                  nelle smorfie di fastidio
                  di tolleranza maltenuta
                  in un'aritmia fuori scala una sudorazione avvampante
                  che peggiora la situazione
                  e ancor di più provi fastidio
                  gli occhi cagneschi e nascosti
                  la mascella si serra, le spalle si allargano
                  le mani nelle tasche, il passo cadenzato
                  sperando di arrivare
                  due ragazzine sedicenni con una camel in mano per coppia di braccia
                  le sento parlare
                  "ho sentito dire che fumare fa invecchiare la pelle"
                  e io rido sommessamente
                  pensando e trovando
                  per un solo istante
                  un breve tratto di tranquillità
                  il solo ascoltar le vostre lagnanze da ipocriti mentecatti
                  mi porterà alla scarnificazione
                  la fine di ogni buon viaggio
                  l'Arrivo.
                  Davide Bidin
                  Composta giovedì 22 luglio 2010
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                    Scritta da: Davide Bidin

                    La Notte non si chiede chi Io Sia

                    Qualcosa di nuovo mi è apparso
                    mentre camminavo nella notte
                    un silenzio che tutto copriva
                    come se il mondo fosse, in totale
                    simmetrica e composta beltà stridente
                    come se niente fosse al posto sbagliato
                    dalla cigolante panchina nel prato
                    al rivolio inquinato dai cocci verdastri
                    fin dalle lontane fronde dell'abete struccato
                    silenzio e nulla, se non
                    la notte ch'è tutto e niente
                    non cerca, non lamenta, né condanna
                    perché, essenzialmente, non le interessa
                    del barbone che gira pei viali illuminati
                    da un'oscura luna
                    dalla nuvola arancia che copre il mondo
                    di una città periferica
                    un piccolo angolo di buio
                    che risplende come raggiante e silente
                    hotel alla fine del mondo
                    la notte
                    se ne frega del viandante
                    che son io
                    che, errabondo scivola nelle strade scapestrate
                    corrucciate da, un'immobile, pozza d'acqua
                    mentre tra le sterpi più alte si vede il riflesso
                    d'un rovo dalle acute spine
                    alla notte non importa cosa ricerca
                    quel piccolo uomo
                    che son io
                    perché nella sua fresca lentezza al passaggio
                    non nota la cerca ostinata
                    di cosa, non si chiede
                    forse, un fiato di labbra rubate
                    forse, l'ultimo bicchiere di rosso shiraz
                    forse, ancora, un suono non rivelato
                    o ancora, la mera ispirazione per un'opra nuova
                    che poi, son io.
                    L'anima mia c'ha tutto si piega.
                    Davide Bidin
                    Composta domenica 6 giugno 2010
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