Mia madre dorme, sul cuscino il profilo di medaglia, scaldandosi un tremulo ghiro di respiro in fondo alla gola. Dorme con due collane di rughe allacciate alla nuca, il sopracciglio in pieghe di pacata meraviglia. I capelli riposano leggeri nell'ombra che al suo corpo fa da culla. Ma la mano s'è arresa, crocefissa alla vita.
Stamane sulle quattro, vagolando col mio scettro d'insonnia per la casa, senza accendere le luci, m'avvenne d'intuire sulla soglia del terrazzo qualcosa, tra feroce e soave - non certo l'umidore dell'edera risalita in apnea né fantasmi di voci dalle antenne dei palazzi accasciati. - Era là fuori la notte in piena doglia: si sforzava di uscire dalle grotte di se stessa. Affannosa. Le esultava l'ampio addome di brividi, il madore ne intrideva le stelle. Fu come per una donna: trattenere un lungo attimo il fiato. E il suo dolore s'assommò, sangue ed anima, in un grido - lassù - di rosa.
Poi ti raggiungerò là dove – abbandonata la via terrestre, simile a rotaia in disuso – s'incammina lo spirito, esitante, confuso ancora al grido, ancora all'orlo della sua cieca vibrazione umana. Io ti raggiungerò dove tu "Sono qui!" balenerai, che ancora dalla fascia del buio mi districo. "Qui dove" – nell'angoscia di troppa luce, nessuno distinguendo – ti griderò. Ma già saremo Uno.
L'animo del poeta: un espatriato! Un erede di ghetti dati al fuoco! Non ha foglio di profugo. Non chiede viveri sigarette posto-letto. L'atlante – cancellato alle sue spalle. Pura circonferenza l'orizzonte (egli – al centro – il suo passo beduino). Su dal mattino – come da un bivacco; giù al tramonto, vermiglia intermittenza d'una misura senza fine. Ma a notte... come dolce il suo Mar Rosso trabocca in lui, l'inonda fra le ciglia quand'egli giace – tutto il cielo addosso.
Lei non ha colpa se è bella, se la luce accorre al suo volto, se il suo passo è disciolto come una riva estiva, se ride come si sgrana una collana. Lo so. Lei non ha colpa del suo miele pungente di fanciulla, della sua grazia assorta che in sé non chiude nulla. Se tu l'ami, lei non ha colpa. Ma io – la vorrei morta.