Pubblicata prima del 01/06/2004
in Poesie (Poesie d'Autore)
Quasi anonima sorridi
e il sole indora i tuoi capelli.
Perché per essere felici
È necessario non saperlo?
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Quasi anonima sorridi
e il sole indora i tuoi capelli.
Perché per essere felici
È necessario non saperlo?
Eu amo tudo o que foi,
Tudo o que jà não è,
A dor que jà me não dòi,
A antiga e errònea fè,
O ontem que dor deixou,
O que deixou alegria
Sò porque foi, e voou
E hoje è jà outro dia.
Se io, ancor che nessuno,
potessi avere sul volto
quel lampo fugace
che quegli alberi hanno,
avrei quella gioia
delle cose al di fuori,
perché la gioia è dell'attimo;
dispare col sole che gela.
Qualunque cosa m'avrebbe meglio
giovato della vita che vivo -
vivere questa vita di estraneo
che da lui, dal sole, mi era venuta!
Viaggiare! Perdere paesi!
Essere altro costantemente,
non avere radici, per l'anima,
da vivere soltanto di vedere!
Neanche a me appartenere!
Andare avanti, andare dietro
l'assenza di avere un fine,
e l'ansia di conseguirlo!
Viaggiare così è viaggio.
Ma lo faccio e non ho di mio
più del sogno del passaggio.
Il resto è solo terra e cielo.
Stanca essere, sentire duole, pensare distrugge.
A noi estranea, in noi e fuori,
precipita l'ora, e tutto in lei precipita.
Inutilmente l'anima lo piange.
A che serve? Che cos'è che deve servire?
Pallido abbozzo lieve
del sole d'inverno che sorride sul mio letto...
Vago sussurro breve.
Delle piccole voci con cui il mattino si sveglia,
della futile promessa del giorno,
morta sul nascere, nella speranza lontana e assurda
in cui l'anima confida.
Fra la calma e l'albereto,
fra la radura e la solitudine,
il mio vaneggiamento passa timoroso
conducendomi l'anima per mano.
È tardi già, e ancora è presto.
Nella strada piena di sole vago ci sono case immobili e gente che cammina.
Una tristezza piena di terrore mi gela.
Presento un avvenimento dall'altra parte delle frontiere e dei movimenti.
No, no, questo no!
Tutto, salvo sapere cos'è il Mistero!
Superficie dell'Universo, oh Palpebre Calate,
non vi sollevate mai!
Deve essere insopportabile lo sguardo della Verità Finale!
Lasciatemi vivere senza sapere niente, e morire senza venire a sapere niente!
La ragione che ci sia essere, che ci siano esseri, che ci sia tutto,
deve portare a una follia più grande degli spazi
fra le anime e le stelle.
No, non la verità! Lasciatemi queste case, questa gente,
proprio così, senza nient'altro, solo queste case e questa gente...
Quale alito orribile e freddo mi tocca gli occhi chiusi?
Non li voglio aprire per il vivere! Oh Verità, scordati di me!
È così difficile descrivere ciò che si sente
quando si sente che si esiste veramente,
e che l'anima è un'entità reale,
che non so quali sono le parole umane
con cui si possa definirlo.
Ma io, sempre estraneo, sempre penetrando
il più intimo essere della mia vita,
vado dentro di me cercando l'ombra.
La morte è la curva della strada,
morire è solo non essere visto.
Se ascolto, sento i tuoi passi
esistere come io esisto.
La terra è fatta di cielo.
Non ha nido la menzogna.
Mai nessuno s'è smarrito.
Tutto è verità e passaggio.
Nulla mi lega a nulla.
Voglio cinquanta cose allo stesso tempo.
Bramo con un'angoscia di fame di carne
quel che non so cosa sia -
definitamente l'indefinito...
Dormo irrequieto e vivo in un irrequieto sognare
di chi dorme irrequieto, mezzo sognando.
Mi hanno chiuso tutte le porte astratte e necessarie,
Hanno abbassato le tende dal di dentro di ogni ipotesi che avrei potuto vedere dalla via.
Non c'è nel vicolo trovato il numero di porta che mi hanno dato.
Mi sono svegliato alla stessa vita a cui mi ero addormentato.
Perfino i miei eserciti sognati sono stati sconfitti.
Perfino i miei sogni si sono sentiti falsi nell'essere sognati.
Perfino la vita solo desiderata mi stanca; perfino questa vita...
Comprendo a intervalli sconnessi;
scrivo a intervalli di stanchezza;
e perfino un tedio del tedio mi getta sulla spiaggia.
Non so quale destino o futuro compete alla mia angoscia disalberata;
non so quali isole del Sud impossibile mi aspettano naufrago;
o quali palmeti di letteratura mi daranno almeno un verso.
No, non so né questo né altro né niente...
E in fondo al mio spirito, dove sogno quel che sognai,
nelle estreme pianure dell'anima, ove ricordo senza motivo
(il passato è una nebbia naturale di lacrime false),
nelle strade, nei sentieri di remote foreste
ove ho supposto il mio essere,
fuggono in rotta, ultimi resti
dell'illusione finale,
i miei sognati eserciti, sconfitti senza essere esistiti,
le mie coorti ancora da esistere, sgominate in Dio.